Fonte: facebook
di Ivana Fabris 7 novembre 2015
Vorrei una sinistra unita, chi più di me?
Ma unita che significa?
Per me che ci sia un programma condiviso ed un programma che scardini quello che ci ha portati a questo stato di cose, quello che ha distrutto la sinistra in Italia.
Chiaro, ognuno ha la sua idea in proposito, ma curare la malattia con ciò che l’ha generata è a dir poco folle, perchè quantomeno ci vorrebbero dosi omeopatiche che stimolassero la capacità dell’organismo a reagire e non è questo il caso.
Qui, invece, si fa mucchio, si va all’ammasso per fare numeri. Numeri elettorali, naturalmente, e quindi la malattia si rafforza.
In primavera si vota in parecchie città, non ultima Milano e serve unirsi, dicono e diciamo tutti, peccato che non si voglia unirsi per fare della buona politica di sinistra, ma no, che, scherziamo?
Serve unirsi per sconfiggere i candidati della destra, ci dicono, infatti tanto per cambiare il nemico è alla porta (un altro) e quindi olè, tutti a combattere contro invece di pensare a costruire una politica che sia di sinistra davvero, unica vera arma contro la destra.
Mah, è davvero questa l’unità che volete?
Compagni io vi capisco ma dico anche di fare attenzione perchè siamo nel guado: per me o si comprende quale sia la verità storica oggi e cosa serva fare, o si fa il gioco di chi si garantisce e si vuole garantire rendite di posizione o piccoli e grandi poteri personali che però non sono il bene del paese, eh?
Ma oggi al Teatro Quirino pensate realmente che chi era presente, tra i vari nomi famosi, avesse in animo e a cuore i 15.000.000 (QUINDICI MILIONI) di poveri esistenti in Italia?
Se lo pensate, vi chiedo cortesemente di argomentare nel merito e se mi convincerete, vi sarò eternamente grata.
E vi sarò eternamente grata anche se riuscirete a convincermi che tutto quello andato in scena oggi, non sia solo marketing politico.
Già, perchè non tenete mai conto che OGGI la politica è cambiata enormemente e che tutto passa attraverso la comunicazione di quel che si vuol vendere ai propri consumatori, cioè noi.
Fatevi un piccolo ragionamento, su questo concetto di cui parlo tra l’altro sapendo di cosa parlo, essendo stata dentro al meccanismo poco tempo fa, e chiedetevi se una sinistra che riparte dal basso poi appoggia il PD nelle realtà locali, tanto per fare un esempio, o se debba, invece, occuparsi dei problemi che nel quotidiano ormai la maggioranza delle persone incontra facendoci i conti giorno per giorno, problemi generati, favoriti e strutturati proprio dal PD stesso!
In tutto ciò che oggi si è visto, io, purtroppo, scorgo solo un rinnovato Dottor Faust che si redimerà pure, ma quando, alla fine, sarà tardi.
Tardi non per me, bensì per quella parte cospicua di Paese che soffre e per cosa? Per permettere ai soliti noti di godere dei benefici che gli offre Mefistofele.
Ma peggio del peggio, per me è che pur di avere consenso e legittimazione, questo novello Dottor Faust userà persino la voglia delle persone di ritrovare l’unità a sinistra, persone che (e lo dico con affetto) scambiano la propria illusione e ciò che vorrebbero, con la realtà politica.
Compagni, ricordiamocelo, la speranza è una cosa seria, che non è illusione, però.
E anche la politica è cosa seria, anzi, serissima.
Quella di stamattina e quella che vedo compiersi in molti luoghi italiani, non lo è più da almeno 30 anni.
Quella di stamattina, con questi personaggi e questi scenari, diventa illusoria e ci sarebbe anche da domandarsi il perchè si voglia renderla tale.
Intanto, così, di illusione in illusione stiamo andando avanti, anzi, indietro, mentre Renzi e la Troika corrono spediti sulle nostre teste grazie soprattutto ad una sinistra che si spaccia per tale mentre rimane funzionale al sistema.
Giusto perchè si capisca cosa intendo, vi ripropongo un pezzo che avevo scritto mesi fa su argomenti diversi ma che si può comunque declinare anche su quest’altro passaggio nella speranza che possiate fermarvi a pensare che stare uniti senza volere la stessa cosa è pericoloso perchè non costruisce ma distrugge, infatti quando le speranze verranno ancora deluse, niente e nessuno vi convincerà più che si possa ricominciare daccapo, non crederete più a nulla.
E non bisognerebbe inoltre mai dimenticare che stare insieme senza un percorso comune, alla fine è solo un “finchè morte non vi separi”.
Ecco, io personalmente preferisco vivere, e voi?