Autore originale del testo: Pina Fasciani
di Pina Fasciani – 13 settembre 2017
Il percorso di Articolo 1 si va definendo. Ricostruire una sinistra che diventi alternativa credibile al populismo e alle scelte neocentriste non è compito facile. Non è facile anche perché ritengo che tutti siamo un po’ vittime di modalità a cui ci hanno abituato, da anni ormai, certi “commentatori” politici della stampa, dell’informazione, della comunicazione. La politica, quella seria, è esercizio del pensiero, è ragionamento, è costruzione che poi diventa messaggio. Dal pensiero, sotteso al messaggio, bisognerebbe partire, per dare il senso delle scelte, e non, viceversa, partire dal messaggio finale per ricostruire “fantasiosi” retroscena. È la pigrizia della semplificazione, che sembra pervadere noi tutti. Allora basta un tweet, basta una parola fuori contesto, per mettere in mora chi l’ha pronunciata, o un intero processo politico per svilirlo, nascondendo la sostanza politica delle cose.
È quanto sta accadendo su Articolo 1.
Tutti, non solo chi teme la nascita di una nuova sinistra, siamo nel vortice di questa pigrizia. Ci affanniamo a disquisire sul leader, le alleanze, chi è pro, chi è contro, ma non facciamo uno sforzo di pensiero per costruire la nuova identità della sinistra che verrà. L’ho già scritto, questa discussione sfinisce.
Allora guardiamo alla sostanza politica.
Il percorso definito ieri, nella riunione a Roma, prevede una grande assemblea nazionale che metta insieme tutte le forze coinvolte in questi mesi, dopo il referendum e dopo la nascita del movimento Articolo 1.
Un appuntamento fondamentale che segnerà un passaggio politico inedito, ovvero, l’esordio di un soggetto politico di sinistra, che ridefinendo il proprio profilo, si propone come alternativo alle forze populiste, neocentriste, di destra che sono attualmente sulla scena politica.
Una grande sfida sul futuro che parte dalla ricomposizione del variegato mondo dell’attuale sinistra dispersa che, sappiamo, essere ampia, oltre le percentuali dei sondaggi che non dicono nulla, ad esempio, di chi non va più a votare, proprio perché non trova referenti politici credibili, solidi, convincenti a sinistra.
Questo appuntamento darà il via alla campagna elettorale per le elezioni politiche. I messaggi allora dovranno essere chiari, sia sul primo abbozzo di programma politico, sia sul percorso partecipativo e democratico per mettere insieme la classe dirigente e i candidati.
Un lavoro che analogamente al Nazionale va costruito nei territori, nelle singole regioni, qualificando sui contenuti Articolo 1, o come si chiamerà per le elezioni, con programmi riconoscibili e percorsi democratici per la scelta dei candidati.
La sostanza politica è questa, è su questo che dobbiamo lavorare, ognuno dove è, nella propria regione, città, quartiere, paese.
Nulla deve essere come prima, perché il prima è passato, il presente esiste se sapremo esserci per preparare un futuro migliore per tutti.
È quanto sta accadendo su Articolo 1.
Tutti, non solo chi teme la nascita di una nuova sinistra, siamo nel vortice di questa pigrizia. Ci affanniamo a disquisire sul leader, le alleanze, chi è pro, chi è contro, ma non facciamo uno sforzo di pensiero per costruire la nuova identità della sinistra che verrà. L’ho già scritto, questa discussione sfinisce.
Allora guardiamo alla sostanza politica.
Il percorso definito ieri, nella riunione a Roma, prevede una grande assemblea nazionale che metta insieme tutte le forze coinvolte in questi mesi, dopo il referendum e dopo la nascita del movimento Articolo 1.
Un appuntamento fondamentale che segnerà un passaggio politico inedito, ovvero, l’esordio di un soggetto politico di sinistra, che ridefinendo il proprio profilo, si propone come alternativo alle forze populiste, neocentriste, di destra che sono attualmente sulla scena politica.
Una grande sfida sul futuro che parte dalla ricomposizione del variegato mondo dell’attuale sinistra dispersa che, sappiamo, essere ampia, oltre le percentuali dei sondaggi che non dicono nulla, ad esempio, di chi non va più a votare, proprio perché non trova referenti politici credibili, solidi, convincenti a sinistra.
Questo appuntamento darà il via alla campagna elettorale per le elezioni politiche. I messaggi allora dovranno essere chiari, sia sul primo abbozzo di programma politico, sia sul percorso partecipativo e democratico per mettere insieme la classe dirigente e i candidati.
Un lavoro che analogamente al Nazionale va costruito nei territori, nelle singole regioni, qualificando sui contenuti Articolo 1, o come si chiamerà per le elezioni, con programmi riconoscibili e percorsi democratici per la scelta dei candidati.
La sostanza politica è questa, è su questo che dobbiamo lavorare, ognuno dove è, nella propria regione, città, quartiere, paese.
Nulla deve essere come prima, perché il prima è passato, il presente esiste se sapremo esserci per preparare un futuro migliore per tutti.
1 commento
Voglio esprime la mia maggiore preoccupazione in questo nostro cammino: sapremo liberarci dal falso “realismo”? Intendo l’adattamento alla situazione del momento, il considerare immutabili i rapporti di forza dell’oggi per cui tutta l’azione politica è tattica senza strategia, scegliere le convenienze per assicurarci la sopravvivenza del giorno dopo. Sono impensierito e spaventato da un deprecabile fallimento di quella che potrebbe essere finalmente una prospettiva di sinistra valida per il futuro di noi tutti. Certi atteggiamenti, certe freddezze, certe indecisioni, certi “calcoli” (penso anche a Pisapia) mi preoccupano. Mi auguro che dal percorso avviato emerga l’”utopia” cioè l’immaginazione del futuro che è l’unico autentico realismo perché tutte le grandi innovazioni della storia umana non sono nate da un calcolo “tecnico” ma da una idea, a volte da un sogno. Cacciari ricordava in uso articolo Platone che diceva: questa mia “idea” politica non è mai esistita e mai esisterà, eppure io esisto, io che ho pensato questa idea, e non potrei agire se non in vista della realizzazione di questa idea.