di Francesco Erspamer – 12 agosto 2017
Chissà come mai alla sinistra italiana, ormai in caduta libera e prossima all’irrilevanza, non viene mai il sospetto che la ragione per cui tutti i partiti di massa stanno cercando, proprio tutti, di fermare, almeno a parole, l’immigrazione illegale e incontrollata, non dipenda dalla loro malvagità o, peggio, fascistizzazione bensì dal semplice fatto che tanti cittadini non la vogliono. Che la gente ordinaria, a ragione o a torto, è spaventata dall’irruzione di centinaia di migliaia di miserabili che neppure hanno la possibilità, la capacità o l’intenzione di integrarsi; e soprattutto non accetta l’idea che possa continuare indefinitamente.
Anche Trump, per provare a risollevarsi dopo le recenti sconfitte provocate dalla sua stupidità, sta giocando la carta del blocco dell’immigrazione: e stiamo parlando dell’immigrazione legale in un paese molto meno popolato del nostro e con un’economia decisamente più forte. Populismo? Certo, ma dietro ogni populismo c’è un popolo e se la destra può limitarsi a manipolarlo la sinistra deve anche capirlo.
Invece alla sinistra italiana non viene mai il dubbio che compito della politica sia fare l’interesse del popolo, di un popolo specifico (il proprio), non quello di altri popoli e neppure di minuscole élite di privilegiati a cui piace sentirsi buoni e cosmopoliti a spese degli altri, troppo ordinari. Per cui si limita a lanciare scomuniche contro chiunque non condivida il suo mito universalista, senza rendersi conto di quanto sia simile al globalismo. Una cosa era l’internazionalismo, ossia il coordinamento di movimenti nazionali e popolari per resistere all’offensiva imperiale del capitalismo, e una cosa è il nuovo trotskismo liberista, che appoggiando la deregulation e la libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone fa da stampella alle multinazionali.
Mi scuso per la semplificazione; la situazione è ovviamente più complessa; analizzarla a fondo, con razionalità e senza farsi influenzare da sentimentalismi mediatici, dovrebbe essere l’assoluta priorità della sinistra. Che invece abusa delle accuse di fascismo, razzismo e xenofobia per rifiutare il confronto, per chiudersi in una nicchia integralista, per abbandonarsi a un facile cupio dissolvi, tipica tentazione nichilista e cristiana di chi preferisce l’annientamento all’autocritica.
2 commenti
Fino a “troskismo liberista” ho potuto concordare, poi non ho più capito e ho cercato inutilmente una sua proposta, diversa da quella tipo ‘intrappoliamoli in Libia’.
Giusto!