La Sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 5 novembre 2015

Alcune dichiarazioni di D’Attorre, ieri, in conferenza stampa, mi autorizzano a continuare il gioco dell’illazione che ho intrapreso nel post di ieri (‘La testa di ponte’). Dice D’Attorre: “Noi pensiamo a una forza di sinistra di governo, che possa essere un riferimento per quelli che sono usciti dal PD o che intendono uscire dal PD”. Allo stato attuale, dunque, avremmo una specie di testa di ponte destinata a crescere e a consolidarsi (anche) per fornire un punto di riferimento solido a chi esce dal PD. A proposito di Bersani: “Lui più di tutti vuole bene al PD e sarà l’ultimo a rassegnarsi”. Lasciando intendere che Bersani stesso potrebbe rassegnarsi un giorno, altro che. L’ex segretario PD, a sua volta, dice di lavorare per la stessa cosa dei tre ultimi fuoriusciti, “ma dentro il PD”, aggiungendo: “Se poi il PD diventa un’altra cosa…”. Ma lo sta diventando. Anzi lo è già.

Il nuovo gruppo, dice Daniela Preziosi sul ‘manifesto’, sarà il braccio parlamentare di un nuovo soggetto. “Una forza non residuale, larga, plurale, non identitaria o settaria” spiega D’Attorre. Una forza in grado, dunque, di spalancare le braccia, aprirsi a chi oggi non ha una rappresentanza, a chi è orfano di politica, di un’organizzazione, di una forza collettiva, o semplicemente è un ‘cane sciolto’ ma vorrebbe dotarsi di una propria stella polare. Ovviamente, parliamo di una forza entro la quale si dibatte, si confrontano soluzioni, ipotesi, punti di vista, scelte. Non per generico amore di discussione, ma perché solo così è possibile intercettare effettivamente opinioni, bisogni, disagi, esigenze sociali che bussano insistentemente alla porta del palazzo. Una forza, dunque, che sia in dialogo costante con la miriade di altre forze che si agitano nella società, che individui il proprio blocco sociale e vi dialoghi costantemente. Una forza che si apra alle città, alle scuole, alle fabbriche, agli uffici, alla cultura e che si contamini incessantemente nel territorio.

Saprà essere questo la forza plurale e aperta che ci presentano oggi in embrione Fassina, D’Attorre, Galli? Io lo spero. Ma soprattutto ho fiducia che, consolidandosi, essa divenga l’isola che non c’era, la testa di ponte (insisto) dove possano finalmente stabilirsi quelli che oggi sono dentro al PD, ma che temono la fuoriuscita o più semplicemente sono scettici, ritenendo che il partito di Renzi sia il migliore dei mondi possibili. Ma anche quelli fuori del PD, purché non avanzino esagerati distinguo ancor prima di varcare l’uscio. Siamo in pieno work in progress, si sappia. Insomma, carissimi ‘fuoriusciti’, vi state assumendo davvero una bella responsabilità dinanzi a noi e dinanzi alla sinistra. Spero ne siate ben consapevoli. E spero pure che pian piano rinasca una casa comune della sinistra plurale, larga, democratica. C’è un mondo oltre il pensiero unico, il neoliberismo, il renzismo e il conformismo di molti. La ricerca abbia inizio.

 [Ah. A me ‘La Sinistra’ va benissimo. Ma, ovviamente, mi interessa più il contenuto della scatola del packaging.]

atto

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