Fonte: i pensieri di Protagora...
Url fonte: http://ipensieridiprotagora.blogspot.it/2016/05/verba-volant-273-radicale.html
di Luca Billi 19 maggio 2016
Giacinto Pannella, detto Marco, è uno che è vissuto della politica. Noi adesso diamo all’espressione vivere della politica un significato deteriore, perché in tanti ormai vivono – e vivono bene – alle spalle della politica, fanno politica perché non hanno trovato un’altra strada nella vita oppure perché hanno capito che le loro qualità – piccole o grandi che siano, spesso piccole – possono procurare loro dei vantaggi, soprattutto economici, una volta avviata questa carriera. Per quelli come Pannella, ma il discorso potrebbe valere anche per tutti i leader di quella generazione lì – da Andreotti a Berlinguer, da Craxi a Moro, in sostanza quelli venuti dopo alla generazione degli “eroi”, quelli della guerra e della Resistenza – la politica era la vita. E hanno vissuto intensamente proprio perché intensamente hanno fatto politica.
Credo che Marco Pannella, se non avesse avuto la ventura di nascere e crescere in questo paese, avrebbe fatto una carriera ben diversa da quella che fu costretto a scegliersi. Se in Italia la destra non fosse stata clericale e bigotta, in sostanza così tremendamente cattolica, uno dalle qualità di Pannella, liberale, liberista e libertario, sarebbe diventato in breve tempo uno dei capi della destra. E questo in prospettiva avrebbe anche aiutato la sinistra a essere diversa, magari le avrebbe impedito di diventare a sua volta clericale e bigotta. Ma questa è un’altra storia, è un problema nostro, di noi che stiamo da questa parte della barricata. Mentre Pannella è sempre stato dall’altra parte, al di là delle scelte che l’hanno portato, per calcolo, a sostenere questo o quel governo, soprattutto nel tempo del maggioritario, che lui ha sfruttato con abilità.
Ma la storia, come noto, non si fa con i se e quindi Pannella si è dovuto inventare qualcosa di diverso ed è stato qualcosa di diverso. Adesso facciamo fatica a immaginarlo, visto che i politici fanno i pagliacci nelle trasmissioni televisive, cantano, ballano, dicono parolacce, fanno gesti sguaiati in parlamento, si spogliano. Pannella, in un’epoca in cui la politica erano i completi grigio topo e gli occhiali alla Filini dei notabili Dc o l’austera sacralità di Berlinguer, rompeva gli schemi e in questo modo creò il suo personaggio. E attraverso questo suo personaggio, spesso irritante, a volte inutilmente volgare, sempre chiassoso – anche quando si faceva imbavagliare – eccessivo, è riuscito non solo a fare politica per tutta la sua vita, e quindi a vivere, perché della politica aveva bisogno come l’aria, ma anche a cambiare un po’ questo paese. In meglio.
A Pannella dobbiamo alcuni battaglie civili importanti, come il divorzio e l’aborto. In questo caso Pannella non fu tanto un trascinatore, non fu quello che portò la maggioranza degli italiani a vincere queste importanti battaglie civili, ma fu quello che capì, con una lucidità che mancò a molti, anche migliori di lui, che il paese era pronto, che quella maggioranza c’era già. E non sarebbe mai stata la sua maggioranza, ma egli seppe essere la scintilla. E non è poco. E infatti altre battaglie, altrettanto giuste, non riuscì a condurle in porto, ad esempio sull’abolizione dell’ergastolo o sulla condizione delle persone in carcere, perché su questo gli italiani non sarebbero mai stati disposti a seguirlo, e non lo sono neppure oggi.
Poi, succede anche ai migliori artisti, Pannella è rimasto schiacciato dal suo personaggio e la parte finale della sua lunga parabola non rende certo onore a quello che ha saputo fare prima. Immagino che a lui farebbero piacere perfino le ipocrisie di questi giorni, le lodi insincere, i tentativi di intestarsi le sue battaglie per raccogliere qualche voto. L’uomo doveva essere anche vanitoso. Io, da persona di sinistra e quindi da avversario, perché comunque Pannella è sempre, coerentemente, rimasto a destra, lo vorrei ringraziare lo stesso, non tanto per le battaglie civili, ma proprio per quell’idea alta di politica che anche lui, con i suoi modi così poco convenzionali, ha saputo trasmettere. In un tempo in cui invece i politici danno così cattiva prova di sé e soprattutto screditano, per incapacità e per dolo, l’idea stessa di politica, ricordare Pannella dovrebbe servire anche a rivalutare questo aspetto così importante della vita delle donne e degli uomini.