La Repubblica fondata sui voucher

per Gabriella
Autore originale del testo: Clash City Workers
Fonte: Clash City Workers
Url fonte: http://clashcityworkers.org/lotte/cosa-si-muove/2402-massa-carrefour-voucher.html

 di Clash City Workers  20 luglio 2016

Qualche giorno fa l’INPS ha pubblicato il rapporto sull’occupazione per i primi sei mesi del 2016. I dati confermano la tendenza degli scorsi mesi: crollo delle attivazioni a tempo indeterminato, aumento esponenziale dei voucher (+43%). Tra il 2008 ed il 2015 (quindi prima di questo ulteriore aumento dei buoni-lavoro) si stima che siano stati così retribuiti circa due milioni e mezzo di lavoratori passando dai 25 mila voucheristi di otto anni fa al milione e 380 mila del 2015 con un compenso medio di 500 euro l’anno.

Ma perché il voucher piace tanto alle aziende? Perché è il loro sogno: paga bassa e fissa, indipendente da orari e giorni di lavoro (sempre 7,5 euro netti), niente malattia, ferie e disoccupazione, contributi minimi (2,5 euro che servono anche per la copertura Inail), non c’è nemmeno bisogno di licenziare un lavoratore perché basta non richiamarlo e sostituirlo con un altro. In sostanza il datore di lavoro non assume alcun impegno nei confronti del lavoratore perché non si certifica la continuità del rapporto, infatti agli albori il voucher veniva utilizzato solo per pagare prestazioni accessorie ed occasionali. Ma, si sa, l’occasione fa il padrone ladro, e così i voucher hanno cominciato ad essere utilizzati in qualunque settore sia in modo regolare che irregolare. Il governo Renzi ha riformato la disciplina sui voucher ampliandone sia i massimali di pagamento che i settori di utilizzo, asserendo di voler combattere il lavoro nero, ma in realtà l’esplosione dei voucher ha garantito ai padroni ancora maggior sicurezza, perché tenendo un voucher pronto all’uso nel cassetto possono impiegare un lavoratore in nero e poi, in caso di controlli comunque sporadici, tirare fuori il buono-lavoro e retribuire in maniera legale una quota delle ore lavorate.

carrefour massaCiò che invece Renzi ha facilitato è stato l’utilizzo del voucher, in maniera più o meno legale, anche per le grandi aziende e per prestazioni per nulla occasionali. I gradni utilizzatori sono circa 700, usano più di 5 mila voucher all’anno per pagare oltre 50 lavoratori, per una spesa media di 110 mila euro. Rappresentano solo lo 0,15% dei datori di lavoro, ma concentrano il 9% dei voucher, percentuale destinata a salire nei prossimi mesi.
L’ultimo esempio è il Carrefour di Massa che ha iniziato a pagare 10 dipendenti proprio tramite voucher. Sono lavoratori che, per lo più, svolgono lavoro notturno ma coi voucher prendono sempre 7,50€ netti, che si lavori di giorno o di notte. E poi niente ferie, permessi, malattia, disoccupazione. In seguito alla crisi il gruppo aveva raggiunto un accordo coi sindacati per firmare un contratto di solidarietà che prevedesse l’impiego di lavoratori interinali purché in somministrazione. Arrivati al giorno della scadenza del contratto interinale i lavoratori si sono trovati di fronte al ricatto: se vuoi continuare a lavorare devi registrarti alle poste ed accettare un pagamento in voucher. Con l’aggravio che questi lavoratori sono stati assunti proprio per sostituire nei turni notturni o festivi i dipendenti Carrefour (il colosso francese è stato il primo a lanciare le aperture h24) ma col pagamento in voucher si vedrebbero retribuite queste ore come normali, senza straordinario.

Malgrado le rassicurazioni del governo, che ha promesso efficaci interventi di contrasto, la situazione continua a peggiorare. E peggiora non solo nei casi di irregolarità, gli unici che almeno a parole il governo vorrebbe contrastare, ma anche nei casi di uso regolare del voucher. La battaglia contro i voucher non si combatte solo laddove nascondono forme di lavoro irregolare, “nero”, ma anche dove, invece, vengono utilizzati a norma – più o meno – di legge. Perché la battaglia non è solo contro lo strumento del voucher, ma contro la sua essenza. Un’essenza fatta di paga basse, contributi miseri e tutele inesistenti che il combinato di Jobs Act e contratti collettivi (Carrefour fa parte di Federdistribuzione che deve ancora rinnovare il CCNL e c’è il timore che il caso di Massa possa fare scuola e diventare prasi nel settore) ed aziendali stanno tentando di estendere a tutte le forme di lavoro, anche quelle teoricamente più stabili.

Segnalateci i casi che conoscete, quelli che vivete sulla vostra pelle e, insieme, organizziamoci! Perché non è per nulla detto che dobbiamo per forza abbassare la testa e subire. Ci sono, per fortuna, diverse storie che parlano di vittorie e riscatto! Anche perché se non lo facciamo rischiamo non solo di avere lavoratori poveri oggi ma anche lavoratori poveri domani, e noi una repubblica fondata sui voucher proprio non la vogliamo.

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