La questione morale, i fini ridotti a mezzi, la crisi al buio

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La questione morale, i fini ridotti a mezzi, la crisi al buio
Proviamo a farci questa domanda: una classe politica, e segnatamente una parte di essa, quella renziana che trasversalmente occupa molti scranni di diversi colori, che getta il Paese nel buio di una crisi, mentre intorno infuriano i problemi, merita considerazione? Così come merita considerazione chi a destra lavora da sempre, in parallelo al letale decorso della pandemia, alle elezioni anticipate? Io dico di no. La domanda che gli italiani si fanno in queste settimane è: com’è possibile una crisi di governo in questi frangenti mondiali? Quale irresponsabilità è questa? È una domanda che sorge naturalmente dinanzi a uno scenario tremendo e a tremendi dubbi sul futuro. Ecco, a questa domanda non c’è risposta, e lascia tutti di stucco. Perché nemmeno Renzi sa il perché di questo caos, visto che agisce per mere ragioni personali e di potere, senza alcun fine in testa se non il vantaggio personale, suo e del suo clan.
Mi chiedo: non c’è finalmente bisogno di una riforma morale e intellettuale? Che ricostruisca le strutture etiche della Repubblica? Provocare una crisi al buio significa, difatti, non avere più una considerazione dei fini generali, ossia agire senza scopi se non personali, senza un’etica pubblica, senza una moralità, fuori di ogni costume, di abito democratico, di consuetudine repubblicana. Una crisi al buio in piena pandemia è innanzitutto una sconfitta dell’etica, è il risultato di una politica ormai cinicamente nelle mani del primo avventuriero di turno. La sinistra e le forze popolari, se ne hanno la forza e le risorse, lavorino allora per ricostruire un sistema di fini, per ridarci una politica che abbia un orientamento, dei valori condivisi, un’etica pubblica all’altezza del presente e del futuro del mondo. A forza di ragionare solo in termini di razionalizzazione dell’esistente, si è finiti nel burrone dei mezzi senza fini, della tecnica che indica nei mezzi i veri fini, e nel tramestio personale più che politico dei settori più avventuristi della classe politica. Mentre i “virtuosi” sono cacciati dall’arena al grido di ‘fuori, fuori’, come è successo alla Leopolda.
La questione morale non è il politico corrotto o l’imprenditore concusso. Non è solo questo, almeno. La questione morale è l’arena politica ridotta a strumenti che si agitano senza che nessuno sappia più per quale fine pubblico, o per quale interesse generale. Una grande partita a poker con poste personali e tanti bari. Mosse politiche senza più un orientamento. Istituzioni nelle mani di chi non professa spirito pubblico. Etica e politica ormai separate in casa in nome del disincanto e della avalutatività. Tecnica che prende possesso dell’animo umano. Renzi è solo un agente di questo crollo morale, di costumi e valori messi daccanto perché giudicati superati dai tempi, della Tecnica che si sta mangiando la politica.
A questo punto è la notte. E la sinistra non ha ancora in mano una fiaccola per orientarci, per indicarci le insidie e un nuovo percorso da seguire. Eppure la pandemia questo chiede, solidarietà, cura, prossimità, socialità, responsabilità, spirito pubblico, ossia valori, ethos condiviso, interesse generale, senso dello Stato. La partita che si gioca è questa, sin dai tempi di Berlinguer, che vedeva nel campo avverso il nemico dei costumi e della morale repubblicana e democratica, e la crisi dei valori. Ma oggi il nemico è anche in noi e ci taglia trasversalmente. Sentinella, a che punto è la notte? Quando arriverà il mattino, quando si andrà avanti e si guarderà con occhi consapevoli un orizzonte diverso?
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