La proposta migliore è una lista di Democrazia Costituzionale partecipata

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Paolo Barbieri

di Paolo Barbieri – 7 agosto 2017

Non condivido i presupposti del sig. Foti e di conguenza le conclusioni. La ricerca di “sinistra” nella Cittadinanza, non supera il 10%, tradizionalmente rigida e litigiosa, mentre se l’ISTAT e la DEMOS rilevano da lustri che la sfiducia ed il disprezzo per la politica attuale raggiungono e superano il 90%, è logico ritenere che la voglia di Cambiamento sia molto alta proprio in prossimità di un evento elettorale. Fatto già emerso nel 2013 quando il “vaffa” di Grillo, unica voce conosciuta del programma del M5S, catalizzò 8,5 milioni di voti, in virtù dello strappo che rappresentava molto evidentemente.

L’invito al voto per una sinistra unita oppure “che ancora non c’è”, sottintende una convergenza coi resti del PD di Renzi per una eventuale maggioranza di centrosinistra: un’aggregazione molto difficile e poco omogenea per le note vicende. Diverso se Falcone-Montanari rivolgessero la loro attenzione non alla Sinistra, ma al “civismo” di cui sono comumque esponenti importanti: in questo modo, coinvolgendo i promotori dei Comitati del NO, Italicum e per la Democrazia Costituzionale, potrebbero rappresentare agli occhi dell’elettorato un’EVIDENTE cesura non più con un vaffa, ma con Personalità di chiaro rigore morale e culturale e orientamento al bene comune, dimostrati proprio nelle campagne referendarie, non contaminate dalla frequentazionicon la casta.

Credo intensamente che l’elettorato che ancora si astiene come quelloche va mestamente al seggio “per il male minore”, sarebbero entusiasti di poter esprimere consenso ad una lista per la Democrazia Costituzionale partecipata, sostenuta e garantita da quelle personalità, credibili e affidabili per la loro storia di coerente impegno non finalizzato al proprio tornaconto personale. Nulla impedirebbe poi una coalizione con la Sinistra raccolta da Bersani e c., con la quale già vi fu collaborazione nella campagna referendaria. In questo modo sarebbe ampiamente possibile u a maggioranza parlamentare per il cambiamento “a trazione civica”, per poi avviare molto più facilmente, dopo una vittoria elettorale, “la formazione di un AUTENTICO soggetto politico nuovo nei contenuti, negli obiettivi, nel metodo, nelle prassi coerenti rispetto ai valori di riferimento .”.

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