La prevedibile ascesa di Marine Le Pen

per Luca Billi
Autore originale del testo: Luca Billi
Fonte: i pensieri di Protagora...
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di Luca Billi 9 dicembre 2015

La prevedibile ascesa di Marine Le Pen (e quello che noi possiamo imparare dalla Francia)

Francamente ogni volta mi stupisco dello stupore con cui i commentatori accolgono e raccontano una vittoria elettorale del Front national: sono passati tredici anni da quando il vecchio Le Pen raggiunse il ballottaggio per le presidenziali, per essere poi sconfitto da Chirac, e in tutti questi anni i risultati di quel partito sono stati positivi. E allora perché vi stupite ancora? Il Front national è ormai una realtà consolidata del panorama politico francese e quindi stupirsi è assolutamente fuori luogo. O questi commentatori attoniti sono cretini oppure sono in malafede.
E’ vero che questi risultati positivi non si sono mai tradotti in una “vera” vittoria, grazie al particolare meccanismo istituzionale ed elettorale che vige in Francia. Nonostante l’ampio consenso popolare, il Front governa solo qualche piccolo comune, ha due deputati e due senatori e non ha mai avuto vere responsabilità di governo, né a livello locale né soprattutto a livello nazionale. E questo l’ha indubbiamente rafforzato, perché in questi anni non ha mai dovuto rendere conto ai propri elettori delle promesse fatte in campagna elettorale, non ha mai dovuto scontrarsi con la difficoltà di governare, ha potuto presentarsi come alternativa anti-sistema, sicuro che il sistema non gli avrebbe mai permesso di mettersi alla prova. I Le Pen hanno avuto vita facile, hanno potuto essere tutto e il contrario di tutto, fascisti e antifascisti, liberisti e antiliberisti, di destra e di sinistra, tanto nessuno ha mai preteso da loro di verificare le loro idee. E’ questa la differenza sostanziale con la Lega, è quello che spiega perché la Lega non sarà mai il nostro Front national. Non è solo una questione di ideali: il Front è appunto nazionale, mentre la Lega rimane, nonostante i tentativi fatti di “sbarcare” nel Mezzogiorno, un movimento regionale. La Lega ha governato – e governa – città e regioni, ha partecipato a governi nazionali, lo ha fatto spesso male, qualche volta perfino bene, ma ormai ha perso quella verginità che Marine può continuare a sbandierare. E sarà così probabilmente anche dopo il prossimo turno delle regionali, visto che i socialisti hanno già dichiarato che i loro voti andranno alla destra “presentabile” di Sarkozy. Il Front è virtualmente il primo partito della Francia, ma non conta nulla, perché non potrà mai andare al governo. Il Front national però, anche così, è molto utile.
Allora me lo comincio a spiegare questo stupore, alimentato ad arte ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale. Il Front national serve, è indispensabile alla tenuta del sistema, proprio per il fatto che è anti-sistema. Senza il Front una parte degli elettori socialisti potrebbero ancora pensare che i propri avversari siano Sarkozy e il centrodestra, e invece c’è sempre lo spauracchio Le Pen che gli “stupiti” commentatori al soldo delle forze del capitale possono sventolare in faccia ai socialisti, costringendoli alle “larghe intese”. In questi anni la “paura” del Front national, costruita con rigore e metodo scientifico, è servita a neutralizzare il Partito socialista, a farlo diventare quel docile cane da guardia dell’ideologia ultraliberista che è oggi. Se Hollande è diventato indistinguibile da Sarkozy il merito è tutto di chi in questi anni ha “usato” i Le Pen. E poi il Front ha un’altra funzione indispensabile al sistema capitalista: raccoglie un voto popolare, un voto di protesta, un voto di rivolta, che, se non ci fosse il Front national, potrebbe perfino essere raccolto da un qualche partito di sinistra, meno succube alle forze del capitale. E ovviamente “loro” di questo hanno paura e sono disposti a tutto, pur di annientare le forze di sinistra, come abbiamo visto in Grecia e in Portogallo.
Pensate a quello che è successo in Italia agli inizi del secolo. Le forze conservatrici, gli agrari, gli industriali, i banchieri, avevano paura che si diffondesse il socialismo e così crearono e sostennero in ogni modo il fascismo. I cardinali lo benedissero, i capitalisti lo finanziarono, la monarchia e l’esercito gli consegnò il potere, con lo scopo di eliminare tutti i loro nemici – i socialisti, i repubblicani, i sindacalisti – e di controllare ancora, attraverso i fascisti, quel potere che temevano di perdere, visto quello che era successo in Russia. E andò tutto bene per vent’anni e se Mussolini non avesse fatto l’errore di entrare in guerra a fianco della Germania, noi avremmo avuto ancora per molti anni quel regime, come gli spagnoli subirono il regime franchista, nato negli stessi anni e con gli stessi obiettivi.
Il potere è lo stesso di allora e i suoi obiettivi sono gli stessi di allora, difendere i propri privilegi e annientare le forze che cercano la giustizia sociale. E ci sono riusciti. Grazie anche all’uso spregiudicato che fanno di forze come il Front national e soprattutto grazie alla propaganda dei loro servi, che non perdono occasione di dirci quanto siano pericolosi questi nuovi fascisti, quanto siano inaffidabili, e così fingono di difenderci, ci fanno dimenticare che i nostri veri nemici sono i capitalisti, sono le multinazionali, sono i padroni.
Lo stupore è molto spesso falso, perché le forze del capitale avevano bisogno che la destra “impresentabile” vincesse queste elezioni. Ne avevano bisogno per spostare ulteriormente a destra il baricentro della politica europea, per assicurare che alle prossime elezioni – quelle che contano davvero – vincesse la destra “presentabile” o al massimo la “loro” sinistra; ne avevano bisogno per spaventare ancora una volta gli elettori di sinistra, per costringerli a votare per loro e per i loro complici.
E bisogna riconoscere che in queste circostanze è stata davvero una fortuna per le forze del capitale che pochi giorni prima delle elezioni ci siano stati gli attentati dei terroristi islamici. Quegli attacchi sono stati la ciliegina sulla torta della campagna elettorale delle forze del capitale. Forse hanno perfino dato un aiuto alla quella fortuna, perché è vero che gli attentatori ci sono e possono colpirci, ma è più facile che lo possano fare se i servizi segreti li conoscono e li lasciano girare indisturbati. E le forze del capitale – e i governi che da loro dipendono – fanno di tutto per acuire la crisi in quella parte di mondo dove possono nascere nuovi terroristi.
Pur rispettando la buona fede di chi in questi giorni scrive lettere per perorare la necessità di ritrovare l’unità della sinistra, proprio alla luce di quello che è successo in Francia, temendo che qualcosa di analogo possa succedere anche qui, voglio dire che la vicenda francese ci dice tutto il contrario. L’unità con quelle forze che si fanno chiamare di centrosinistra – dal pd alla Spd, passando per i socialisti francesi – è mortale per la sinistra europea, proprio perché rafforza il disegno del capitale. Occorre ribaltare il tavolo. Prima di tutto riappropriandoci delle parole d’ordine della sinistra che abbiamo lasciato in mano ai fascisti in tutta Europa, spiegando che l’uguaglianza si coniuga a sinistra, non a destra, che la difesa del lavoro si fa a sinistra, non a destra, che i diritti crescono se si allargano a tutti, non se si restringono a pochi. E poi svelando il loro trucco: è sbagliato aiutare una destra contro l’altra destra. Se il Front national andasse al governo perderebbe rapidamente i propri consensi perché finirebbe per tradire le aspettative dei propri elettori. Essere stupiti significa etimologicamente rimanere fermi: non ce lo possiamo permettere. La sinistra in Europa deve essere alternativa alla destra – a tutta la destra – altrimenti muore, come è morta in Italia, proprio perché ha smesso di essere alternativa, e soprattutto deve sapere chi è il suo nemico, che è sempre quello, il capitale, il privilegio, l’ingiustizia. Se lo capiremo e ci muoveremo, loro sono destinati alla sconfitta, altrimenti moriremo.

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