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Ormai è come il campionato di calcio. Ci sono i giocatori che prendono barcate di soldi, fra sponsor, ingaggi, e stipendi, cambiano squadre da una all’altra con facilità estrema. Ma a loro delle squadre in cui giocano non ne può fregar de meno.
Poi ci sono gli spettatori e i tifosi di una o dell’altra squadra. I quali si sgolano, si appassionano, si svenano pensando di partecipare al gioco, di essere determinanti con il loro tifo e di essere giocatori cosi facendo. Ma di loro, a parte il loro biglietto pagato, e di alimentare con il loro tifo l’attenzione e il seguito, a nessuno dei giocatori importa gran che. Solo che più tifano e più si alza l’attenzione su di loro da parte dei mass media.
Poi vi è una parte che del calcio proprio non ne può fregar de meno. Questi ultimi non sono determinanti per la vittoria degli uni o degli altri, ma non ne sono nemmeno responsabili delle loro sconfitte.
I primi pensano di essere come le mosche cocchiere, di essere loro a guidare il cavallo, invece di essere portati. I secondi sono solo spettatori consapevoli e svogliati al carretto che passa. Ma non strumentalizzati.
Ma si prova a pensare!
Se aumentassero il numero degli spettatori, tifosi e paganti questi sarebbero determinanti per la vittoria o la sconfitta di una delle squadre?
Certamente no!
Ma se aumentassero invece i secondi pensate che ai giocatori verrebbero dati gli stessi soldi, che sarebbero ancora nello star system, che continuerebbero a prendere per i fondelli i primi?