Fonte: L_Antonio
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Intervista a Marco Toscano, Consigliere Comunale di Sperlonga
di Alfredo Morganti e Giorgio Piccarreta – 11 agosto 2017
Ancora le “Interviste alla sinistra”, ‘L_Antonio’ non molla nemmeno sotto il solleone. È “impunito”, come si dice a Roma. Stavolta risponde Marco Toscano, 33 anni, consigliere comunale di Sperlonga. Ci sono giovani che si affidano principalmente alla comunicazione, e vedono la politica reale dall’alto, coi droni, e altri che invece ‘affondano gli stivali nel fango’, alle prese con la vita quotidiana delle comunità. Sono due modi diversi di fare la stessa cosa: occuparsi della nostra vita pubblica, facendolo magari da sinistra, e senza rinnegare nulla di quel bagaglio di valori e di cultura. Sperlonga è una realtà complessa, difficile. L’attuale Sindaco è agli arresti domiciliari, i problemi non mancano, la politica locale appare asfittica e tutta giocata sulle relazioni personali. Toscano e la sinistra locale stanno tentando l’impresa di ‘ri-aprire’ questa condizione pubblica chiusa e di ripristinare una crescita democratica dopo tanti anni di abbandono. Noi siamo con loro, ovviamente. Con il loro spirito civico, con la loro passione politica. Ecco la sua testimonianza diretta.
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“Stare al fronte è complicato, richiede impegno, energia e tanta passione. Sento la responsabilità della fiducia ricevuta. È un lavoro quotidiano, a volte faticoso, ma non privo di soddisfazioni e pieno di stimoli sempre nuovi. Sono sette mesi che il Sindaco di Sperlonga è agli arresti, abbiamo chiesto con forza le dimissioni sue e della maggioranza, ritenendo che sia l’unico modo per superare l’impasse politica che si è creata. È mancata, e manca tuttora, una presa di posizione netta dell’intera classe dirigente locale su una vicenda politica così grave. Credo che una società che vuole essere aperta, emancipata e libera abbia bisogno di partiti politici strutturati, presenti nei territori, che dialoghino con quella società civile e le realtà civiche. Ricostruire un rapporto sano dei cittadini con la politica è una delle sfide principali. Per questo sarebbe fondamentale tornare ad occuparsi e preoccuparsi di quanto accade nelle realtà locali. La politica deve assumersi la responsabilità di governare il cambiamento che è in atto nella società contemporanea. Il ruolo dei partiti è quello di coniugare una visione ampia e di prospettiva senza trascurare quanto accade nelle realtà territoriali, piccole e grandi. Il mio impegno è nato dalla volontà di determinare un cambiamento nelle dinamiche che da tempo governavano il mio paese, e non a caso la scelta della lista è “Sperlonga cambia”, intesa sia come imperativo che come esortazione. Sono convinto che la passione politica sia qualcosa che non svanisce. A prescindere dal ricoprire o meno un incarico, l’impegno politico rimane sempre”.
(Marco Toscano)
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Marco Toscano, cosa si prova a stare sul ‘fronte’ politico-amministrativo, alle prese con concretissimi problemi di governo locale in un passaggio molto delicato e in una realtà amministrativa difficile come la sua?
Durante le prime settimane di campagna elettorale il commento delle persone che incontravo era “Complimenti per il coraggio!”. Sperlonga è amministrata da oltre vent’anni da Forza Italia, il mio sfidante alle elezioni amministrative, Armando Cusani, era stato già sindaco per due mandati nel periodo a cavallo degli anni 2000, poi per 10 anni ha ricoperto l’incarico di Presidente della Provincia di Latina. La decisione di candidarmi è stata, ed è stata percepita, come gettarsi nella tana del lupo. Oggi, dopo gli arresti e le inchieste della magistratura sulla corruzione e gli appalti truccati, le stesse persone mi invitano ad andare avanti e proseguire nel mio impegno politico. Stare al fronte è complicato, richiede impegno, energia e tanta passione. Sento la responsabilità della fiducia ricevuta. È un lavoro quotidiano, a volte faticoso, ma non privo di soddisfazioni e pieno di stimoli sempre nuovi.
Il Partito Democratico (o i partiti del centro-sinistra) le è (sono) stato (stati) vicino in questa fase? E prima ancora, c’è ancora un partito cui affidarsi, un riferimento organizzativo e comunitario, nazionale e territoriale, da assumere quale riferimento nel momento in cui si svolge un delicato incarico amministrativo? Oppure si è soli, o quasi?
Nella provincia di Latina il centro sinistra ha vissuto per molti anni un complesso d’inferiorità nei confronti del centro-destra, non riuscendo a imporsi ai cittadini come alternativa valida, subendone l’egemonia politica e quasi rinunciando a proporre incisive azioni di opposizione. A Sperlonga le cose sono andate anche peggio. Non esistono sezioni o circoli di partito, di nessun partito. Per molti anni è stato veicolato il messaggio che fosse meglio non interessarsi di politica, disincentivando e scoraggiando la partecipazione e l’impegno politico. In pochi, con coraggio e in solitudine, si sono opposti a quello che veniva imposto come pensiero unico.
Di conseguenza, quando con un gruppo di amici abbiamo deciso che fosse giunto il tempo di impegnarci per cambiare le cose nel nostro paese, siamo partiti dovendo costruire qualcosa dal nulla. La lista che ha sostenuto la mia candidatura non ha affiliazioni a partiti, è una lista civica, composta quasi interamente da persone alla loro prima esperienza politica. Abbiamo organizzato e gestito la nostra campagna elettorale in totale autonomia, sotto tutti i punti di vista, economico, politico e organizzativo. Abbiamo cercato di compensare la nostra inesperienza con un grande entusiasmo, confortati da una partecipazione che è cresciuta esponenzialmente intorno al nostro gruppo con il passare dei giorni.
Oggi, come in campagna elettorale, non ci sono partiti a sostenerci nel nostro impegno e nelle nostre battaglie. Sono sette mesi che il Sindaco di Sperlonga è agli arresti, abbiamo chiesto con forza le dimissioni sue e della maggioranza, ritendendo che sia l’unico modo per superare l’impasse politica che si è creata. È mancata, e manca tuttora, una presa di posizione netta dell’intera classe dirigente locale su una vicenda politica così grave.
Che cosa ne pensa del ‘civismo’? Ossia di una attività pubblica che prescinde dalla appartenenza ai partiti? Che idea ha della cosiddetta ‘società civile’? Può esistere una democrazia senza partiti strutturati?
Ho la sensazione che stiamo vivendo in un momento storico in cui si tende a creare una contrapposizione tra concetti che andrebbero coniugati. Credo di non affermare nulla di nuovo dicendo che oggi i partiti non funzionano. Smarrito il ruolo che storicamente hanno svolto nella nostra società, non si è avuta la capacità, o forse la volontà, di adeguarsi alla realtà contemporanea. Credo che una società che vuole essere aperta, emancipata e libera abbia bisogno di partiti politici strutturati, presenti nei territori, che dialoghino con quella società civile e quelle realtà civiche che vengono invocate solo quando si tenta di dare una veste nuova a esperienze politiche che invece rimangono sempre chiuse in se stesse.
Dal fronte di Sperlonga, qual è l’immagine della politica? Qual è la forma che la politica assume? E soprattutto, la politica ha ancora una forma oppure è divenuta solo comunicazione e relazioni personali?
In assenza di partiti, di circoli, di luoghi di aggregazione e socializzazione, la politica diventa rapporto personale, veicolata attraverso i mezzi di comunicazione e i social network. Questo è vero sia nelle grandi realtà metropolitane che nei piccoli centri. Sperlonga è un paese con poche migliaia di abitanti, in questi contesti la relazione tra politico e elettori assume una valenza ancora più particolare e non è difficile che si creino rapporti di natura clientelare. La conseguenza è che il riconoscimento di un proprio diritto sia inteso come l’elargizione di un favore a titolo personale. Ricostruire un rapporto sano dei cittadini con la politica è una delle sfide principali, occorre superare la diffidenza verso un mondo che è percepito come negativo e per farlo bisogna riconquistare la fiducia delle persone attraverso. Per questo sarebbe fondamentale tornare ad occuparsi e preoccuparsi di quanto accade nelle realtà locali. I piccoli centri come Sperlonga non sono al centro dei riflettori, ma sono quelli in cui è più facile che si radichino sistemi di potere fatti di favori, protezioni, scambi e clientele. Nelle piccole realtà locali la politica può fare veramente la differenza se offre esempi di una sana e buona amministrazione, ma non è un lavoro che può essere affidato unicamente alla politica locale. In questo senso, è importante avere la presenza di partiti forti e radicati che prestino la giusta attenzione a quanto succede anche a livello territoriale.
Da dove deve ripartire la politica, come potrebbe ‘rifondarsi’? Dalle cose concrete, dall’amministrazione locale, dai problemi che toccano i cittadini da vicinissimo? Oppure dai grandi orizzonti, dalle speranze collettive, dal desiderio di migliorare, trasformare il Paese? O di tratta di una combinazione dei due fattori?
È proprio questo il tema. Spesso i dirigenti politici fanno riferimento alla “necessità di tornare a far politica sul territorio”. Nel mio piccolo, sono impegnato “sul territorio” e questo ritorno spesso annunciato non ho ancora avuto il piacere di riscontrarlo. La politica ha un’estrema necessità di svilupparsi su grandi orizzonti, spinta dal desiderio di migliorare il Paese, indicando un percorso da seguire e le strategie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo, tuttavia, non è sufficiente a colmare la distanza che c’è oggi tra i cittadini e la politica, soprattutto nelle nuove generazioni. Puoi prospettare i migliori orizzonti possibili, ma se precludi ai giovani l’accesso all’università perché le famiglie non possono sostenerne i costi, o i neo-laureati vengono impiegati con stage mal retribuiti, o le giovani coppie non vengono aiutate nell’acquisto di una casa o al momento della nascita di un figlio, in questi casi l’orizzonte è molto ridotto. La politica deve assumersi la responsabilità di governare il cambiamento che è in atto nella società contemporanea, serve ripensare il senso profondo e le modalità di appartenenza ad un comunità e occorre dare nuovo valore a parole come equità, giustizia sociale, solidarietà.
Il ruolo dei partiti è quello di coniugare una visione ampia e di prospettiva senza trascurare quanto accade nelle realtà territoriali, piccole e grandi. In altre parole, i partiti, e in generale la politica, dovrebbero coniugare le necessità dell’oggi di famiglie, giovani, studenti e lavoratori, con una prospettiva futura che garantisca un reale miglioramento delle condizioni di vita di ciascuno, ponendo tutti nelle condizioni di poter impegnarsi a realizzare i propri sogni.
Quali sono i problemi più acuti del suo territorio? Vi sono le risorse per affrontarli in termini risolutivi? E non ha invece l’impressione di fare una battaglia contro i mulini a vento, talvolta?
Sperlonga è piccolo paese di mare, in provincia, pieno di bellezze naturali e in una posizione geografica invidiabile. Ovviamente i problemi non mancano, e sono in buona parte i problemi di tanti comuni italiani. Le difficoltà sono acuite da una situazione politica decisamente anomala, con il sindaco agli arresti, deciso a non dimettersi, e i consiglieri di maggioranza in grave difficoltà nella gestione anche della sola ordinaria amministrazione. Ho sollecitato l’intervento del Prefetto perché l’azione amministrativa e la vita di un intera comunità risentono fortemente dell’inchiesta della magistratura, che coinvolge anche diversi funzionari comunali.
Sono diverse le criticità che si vivono in questo momento: dalla gestione del servizio rifiuti alla procedura di mobilità per 6 dipendenti comunali, dal funzionamento degli uffici comunali ai vari sequestri di cantieri edili dell’autorità giudiziaria. Sono però convinto che non manchino le possibilità e le capacità per superare quello che è senza dubbio uno dei periodi peggiori della storia recente di Sperlonga. Questa convinzione deriva anche dalla sempre maggiore consapevolezza che sta maturando nella comunità circa la necessità di aprire un capitolo nuovo per il paese.
Marco Toscano è certamente appassionato di politica. La vede nel suo futuro? Oppure questa esperienza di amministratore è un’esperienza di amore verso la propria città, a cui potrebbe seguire un futuro ritorno alla vita privata? La politica è una professione, un impegno totale, oppure è un’attività tra le altre? Lei cosa preferirebbe?
La candidatura alle elezioni amministrative di Sperlonga è nata dalla volontà di determinare un cambiamento nelle dinamiche che da tempo governavano il mio paese, non a caso la scelta della lista è “Sperlonga cambia”, intesa sia come imperativo che come esortazione. L’esperienza politica è certamente un impegno totalizzante, sottrae tempo e energie, soprattutto se si ha la consapevolezza che si ricopre un incarico politico perché tante persone hanno riposto fiducia in te. Una fiducia non va tradita e impone un impegno serio e costante. Sto vivendo questa esperienza con grande motivazione e entusiasmo, anche perché mi accompagna un gruppo composto da persone eccezionali. Sono convinto che la passione politica sia qualcosa che non svanisce. A prescindere dal ricoprire o meno un incarico, l’impegno politico rimane sempre. Ad ogni modo, non so quale sarà il mio futuro, sono concentrato sul presente.
Domandone finale: le piace il calcio, fa il tifo, rinvierebbe una rivoluzione dinanzi alla finale di Champions? Legge? E che cosa? Ci dica l’ultimo film visto al cinema, perché in tv sono bravi tutti.
Seguo il calcio, sono un appassionato di calcio inglese e mi piace l’atmosfera dello stadio. Non ho una squadra del cuore, la mia compagna è un’appassionata tifosa della Lazio, io sono un simpatizzante. Leggo, ma ultimamente meno di quanto vorrei, cercando di alternare i classici alla letteratura moderna. I generi che preferisco sono thriller, noir e poliziesco. Per gli autori ho una preferenza per gli scrittori americani, in particolare James Ellroy, Micheal Connelly, Lee Child, Robert Crais, Don Wilslow. Non vado al cinema da diverso tempo, non ricordo quale sia l’ultimo film che ho visto nelle sale. Probabilmente “Lo chiamavano Jeeg Robot”.
(a cura di Alfredo Morganti e Giorgio Piccarreta)
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“Sono nato e cresciuto a Sperlonga, un borgo sul mare a metà strada tra Roma e Napoli. Un luogo meraviglioso a cui sono legato in maniera viscerale. Mi interesso di politica da sempre, ho deciso di candidarmi nelle elezioni amministrative del mio piccolo paese di provincia per dare concretezza alla mia passione e perché credo che bisogna quantomeno tentare di cambiare le cose che non ci piacciono. Ho lavorato come cronista per un quotidiano locale, la mia formazione universitaria è giuridica. Mi piace viaggiare. Adoro Londra, almeno una volta l’anno vado in vacanza nella capitale inglese. Adoro decisamente meno la Brexit. Toglietemi tutto tranne il sole e il mare (e la pasta). Per dirla con le parole di Antonio Gramsci, odio gli indifferenti”. (Marco Toscano)