Fonte: La Stampa
La notte di Pozzolo a Capodanno e la denuncia del ferito: “Mi ha sparato da un metro. Lui è un politico, io un operaio: ho avuto paura”
«Chi ha sbagliato ora deve risponderne. Per rispetto dell’inchiesta non posso dire cosa faceva con la rivoltella»
Il volto provato di Luca Campana ora è più sollevato. Ha preso una decisione su cui è evidente che in questi quattro giorni ha riflettuto a lungo. «Mi sto ancora riprendendo dallo choc per quel che è successo», spiega mentre, reggendosi sulle stampelle, si affaccia dal balcone al primo piano del suo appartamento a Candelo, una decina di minuti diauto da Biella. Tuta verdone, scarpe da ginnastica, K-Way, l’elettricista trentunenne rimasto ferito la notte di Capodanno da un colpo esploso dalla pistola del deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, solo da un paio d’ore è rientrato dalla procura. Col suo avvocato, Marco Romanello, ha appena presentato una querela per le lesioni subite.
Ha avuto paura?
«Molta. E ce l’ho ancora oggi».
Cosa l’ha spinta a farsi avanti?
«Le versioni tutte sbagliate di quella sera che sono circolate mi hanno fatto arrabbiare. Non ho mai toccato quella pistola. Anche se è stato un incidente, chi ha sbagliato deve prendersi le sue responsabilità»
Ma è vero che il revolver è caduto a terra?
«Non è mai caduto»
Era nelle mani di Pozzolo?
«Sì».
Che cosa stava facendo?
«Non posso dirlo, non è corretto nei confronti di chi fa le indagini».
Eravate in piedi o seduti?
«Eravamo in piedi, a un metro di distanza. Io stavo parlando con alcune persone».
Conosceva Pozzolo?
«Mai visto fino a quella sera: non sapevo chi fosse. Quando mi hanno sentito la prima volta, sono stati i carabinieri a dirmi che è un deputato».
Ha capito da subito che cosa fosse successo?
«Ho sentito il botto, lo hanno sentito tutti. Ho percepito un fastidio alla gamba, come un forte bruciore. Ho pensato a un proiettile di quelli che si sparano nel paintball (proiettili riempiti di vernice, ndr)».
In quel momento si è ritrovato a terra?
«No, sono andato nella stanza della dispensa per abbassarmi i pantaloni e capire che cosa mi facesse male. Il dolore all’inizio era sopportabile. Quando ho visto il foro e il sangue sulla coscia, sono svenuto».
La sua compagna e i vostri due figli hanno assistito alla scena?
«Per fortuna no. Ma stanno assistendo a quel che sta succedendo ora. Ai bimbi abbiamo raccontato tutto, ci teniamo a dirgli sempre la verità».
Non erano alla festa?
«Erano nella sala accanto, con gli altri bambini, a giocare con i gonfiabili che avevamo portato lì per loro».
Ci sono state altre pistolettate al veglione?
«Ma no, assolutamente. Era una festa intima e casalinga tra famiglie. Neanche petardi. L’unico che ha portato qualche scintilla per far divertire i piccoli sono stato io».
Avete cenato tutti insieme?
«Si, poi abbiamo spostato i tavoli vicino ai muri per brindare alla mezzanotte, ballare e fare giochi di società».
Quali giochi?
«I mimi. Ci siamo divertiti, una serata piacevole, fino a quel momento».
C’era anche Pozzolo?
«È arrivato tardi, dopo il countdown».
Quando ha perso i sensi, che cosa è successo?
«La mia compagna mi ha raccontato lo spavento, si è preoccupata anche che i bimbi non mi vedessero così. I ragazzini più grandi li hanno intrattenuti nella sala coi giochi».
Sono arrivati subito i soccorsi?
«Il tempo che ci vuole per arrivare a Rosazza, a me ovviamente sono sembrati attimi interminabili».
Cosa è successo in ospedale?
«L’intervento di microchirurgia è durato poco, una decina di minuti. I medici sono stati bravissimi, mi hanno fatto una piccola anestesia. Il proiettile nella coscia sinistra era arrivato quasi sotto al gluteo».
Le faceva male?
«Sto male ancora oggi. Sento un crampo continuo. Anche alzarmi dal divano è complicato. Non mi sono ripreso dallo choc e dallo spavento».
I medici cosa le dicono?
«Che presto potrò tornare al lavoro. Io non vedo l’ora di rimettermi al cento per cento. Ma sono arrabbiato. A quella festa c’erano dei bambini. È stata sfiorata una tragedia: poteva finire molto peggio».m.ser.
Estratto dell’articolo di Michele Serra per “la Repubblica”
Per il povero Pozzolo chiedo le attenuanti ambientali. Si è fatto le ossa in un milieu politico nel quale le armi da fuoco sono considerate materiale nobile, orpelli da ostentare. Da anni il web pullula di leghisti amici della doppietta […] poi saliti sul carro meloniano per il tracollo elettorale di Salvini. Pozzolo tra questi. […]
EMANUELE POZZOLO – MEME BY IL GRANDE FLAGELLO
Il mitico sindaco Gentilini disse (spiritosamente, eh…) che agli immigrati si deve sparare come ai leprotti; e lungo quella scia si sono espressi in parecchi, guadagnandosi la riconoscenza eterna della lobby delle armi. E dunque, il povero Pozzolo, che cosa poteva saperne, che le pistole non sono cose da maneggiare come i datteri e le noci, a Capodanno? Sospenderlo dal partito, e perché mai, visto che il culto delle armi da fuoco è al governo?