Autore originale del testo: Thierry Meyssan
Fonte: Megachip
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da Megachip, di Thierry Meyssan 07 settembre 2014
Il fastoso vertice NATO di Newport non ha fatto nascere pubblicamente le decisioni più importanti che erano state annunciate, ma è probabile che siano state prese in segreto. Per evitare che la Russia e la Cina, ma anche l’India, continuino il loro sviluppo, la NATO può contare sul terrorismo di quell’Emirato Islamico che finge di condannare e combattere.
Il vertice di Newport (Galles) è il più importante della NATO dopo quello tenuto a Praga nel 2002. All’epoca, si trattava di accogliere nuovi Stati dell’Europa centrale e orientale in seno all’Alleanza. Stavolta si tratta di pianificare una strategia a lungo termine per contenere lo sviluppo della Russia e della Cina in modo che non possano rivaleggiare con gli Stati Uniti [1].
Tutto ciò che riguarda la NATO è soggetto a polemiche. Infatti, non ha mai smesso, fin dalla sua creazione, nel 1949, di manipolare i fatti per presentarsi come un’alleanza difensiva di fronte all’espansionismo sovietico, mentre fu il Patto di Varsavia, creato sei anni dopo, nel 1955, a mirare a difendere gli stati socialisti di fronte all’imperialismo anglosassonee (e non viceversa).
Inoltre, contrariamente alla sua denominazione, la NATO non è un’alleanza fra uguali, ma la vassallizzazione degli eserciti partner da parte degli Stati Uniti e del Regno Unito. Infatti, tutte le forze armate che fanno parte di questa presunta “alleanza” sono sottoposte al comando di un unico ufficiale statunitense – d’altronde comandante delle forze USA in Europa – mentre il servizio segreto della NATO, la “Gladio”, sotto l’autorità congiunta di Washington e Londra, veglia affinché gli anti-imperialisti non possano mai arrivare al potere negli altri Stati membri [2]. Per fare questo, la NATO non ha lesinato né sugli omicidi politici, e nemmeno sui colpi di stato (in Francia [3], in Italia, in Grecia, a Cipro e in Turchia).
Questa vassallizzazione contravviene ai principi della Carta delle Nazioni Unite, in quanto gli Stati membri perdono l’indipendenza della loro politica estera e di Difesa. Fu messa in causa dall’Unione Sovietica, poi dal presidente Charles De Gaulle che, dopo aver affrontato una quarantina di tentativi di assassinio da parte OAS finanziata dalla NATO ed essere riuscito a farsi rieleggere, annunciò il ritiro immediato della Francia dal comando integrato e la riconsegna di 64.000 soldati e impiegati della NATO fuori dal territorio francese.
Questa pagina di indipendenza francese cessò con l’elezione di Jacques Chirac che, pochi mesi dopo il suo arrivo all’Eliseo, reintegrò la Francia in seno al Consiglio dei ministri e al Comitato militare dell’Alleanza. Essa si è conclusa definitivamente con il ritorno delle forze armate francesi sotto il comando statunitense, deciso da Nicolas Sarkozy, nel 2009.
Infine, la vassalizzazione degli Stati membri è proseguita con la creazione di numerose istituzioni civili, di cui la principale e la più efficace è l’Unione europea. Contrariamente a un diffuso luogo comune, l’attuale Unione non ha avuto tanto a che fare con l’ideale dell’unità europea, quanto con la vocazione di fissare i membri della NATO fuori dall’influenza sovietica, poi russa, in conformità con le clausole segrete del Piano Marshall. Si trarra quindi di dividere l’Europa in due blocchi. Non è un dunque un caso che gli uffici della NATO e quelli dell’esecutivo europeo siano principalmente situati a Bruxelles e secondariamente in Lussemburgo. Ed è per consentire il controllo dell’Unione da parte degli Anglosassoni, che questa si è dotata di una strana Commissione la cui attività principale è quella di presentare “proposte”, economiche o politiche, tutte predefinite dalla NATO. Si ignora spesso che l’Alleanza non è semplicemente un patto militare, ma che interviene nel dominio dell’economia. In primo luogo la NATO è il primo cliente dell’industria della difesa in Europa, poi determina le norme per le sue procedure d’appalto, ossia per tutto ciò che riguarda la vita quotidiana dei suoi soldati. Sono queste norme che sono proposte dalla Commissione e poi adottate dal Parlamento europeo.
Attualmente tre quarti del bilancio della NATO sono assicurati dai soli Stati Uniti.
Il futuro del progetto imperialista anglosassone
Dal colpo di stato del 2001 [4], gli Stati Uniti stanno progettando un confronto con la Cina. In questa prospettiva, il presidente Barack Obama ha annunciato il riposizionamento delle sue forze in Estremo Oriente. Tuttavia, questo programma è stato perturbato dalla ripresa economica, politica e militare della Russia, che si è mostrata capace, nel 2008, di difendere l’Ossetia del Sud attaccata dalla Georgia e, nel 2014, la Crimea minacciata dai golpisti di Kiev.
Inoltre, il progetto della “difesa anti-missili” è stato abbandonato. Presentato come un sistema di protezione contro i missili iraniani, questo “scudo” era in realtà un sistema offensivo schierato intorno alla Russia per paralizzarla. Un semplice sguardo su un mappamondo permette di constatare che i missili iraniani, se dovessero essere lanciati contro gli Stati Uniti, non passerebbero sopra l’Europa centrale, ma per il percorso più breve: il polo nord. Dopo aver minato per oltre un decennio le relazioni tra Washington e Mosca, il progetto viene abbandonato perché risulta tecnicamente impossibile distruggere in volo i missili russi intercontinentali di ultima generazione. Quindi è il principio stesso di “deterrenza nucleare” che viene abbandonato di fronte alla Russia, anche se rimane pertinente per gli altri stati.
Durante l’esecuzione del suo “pivot verso l’Asia”, Washington ha esacerbato le tensioni tra la Cina e i suoi vicini, in particolare il Giappone. La NATO, che storicamente rende l’Europa vassalla del Nord America, si è dunque aperta a dei partner asiatici e dell’Oceania, tra cui Australia e Giappone, attraverso contratti di associazione. Nel frattempo, ha ampliato il suo campo d’azione a tutto il mondo. [5]
In questo periodo di restrizioni di bilancio, l’Alleanza, che non conosce la crisi, sta costruendo una nuova sede a Bruxelles, per la somma sbalorditiva di un miliardo di euro. Dovrebbe essere consegnata all’inizio del 2017 [6]
La questione dell’Emirato Islamico
Nella preoccupazione di evitare che la Cina e la Russia controllino abbastanza materie prime da essere capaci di rivaleggiare con gli Stati Uniti, si è aggiunta nel corso dell’estate la questione dell’Emirato islamico.
Un’intensa campagna mediatica ha demonizzato l’organizzazione jihadista, i cui crimini non sono affatto nuovi, ma che deve solo attaccare il popolo iracheno. Abbiamo più volte spiegato che l’EI è una creazione occidentale e che, nonostante le apparenze, la sua azione in Iraq è del tutto coerente con il piano USA di dividere il paese in tre stati separati [7]. Per realizzare un progetto che costituisce un crimine contro l’umanità, perché presuppone la pulizia etnica, Washington ha fatto ricorso a un esercito privato che le spetta condannare pubblicamente intanto che però lo sostiene sottobanco.
Gli Stati Uniti avrebbero preso la misura della minaccia islamista dopo che l’EI ha ucciso due dei loro cittadini, i giornalisti James Foley e Steven Sotloff. Tuttavia, un attento esame dei video [8] suggerisce che non siano autentici. Il problema era già sorto con l’EI quando si riteneva che avesse assassinato, nel 2004, Nick Berg [9].
Abbiamo inoltre spesso sottolineato che l’EI si distingueva dai gruppi jihadisti precedenti sia per via del suo servizio di comunicazione sia per i suoi amministratori civili, in grado di gestire i territori conquistati. Si tratta quindi di un gruppo destinato a durare. Come ha dimostrato Alfredo Jalife-Rahme, il Califfato, sebbene attualmente agisca soprattutto in Siria e in Iraq, è stato progettato per mettere a ferro e a fuoco a lungo termine la Russia, l’India e la Cina [10].
La questione dell’Emirato islamico non doveva pertanto essere aggiunta all’ordine del giorno anti-russo e anti-cinese, perché ne faceva già parte. Inoltre, non volendo rischiare di vedere un qualche Stato membro esprimere i propri dubbi su questa mascherata, Washington ha spostato il dibattito a margine del vertice. Il presidente Obama ha riunito altri otto altri stati, più l’Australia (che non è un membro della NATO, ma solo associata) per mettere a punto il suo piano di guerra. È stato poi ulteriormente deciso di associare la Giordania a questo dispositivo.
Le conclusioni del vertice
Il vertice ha sbrigato in appena una breve mattinala la questione della sua lunga presenza in Afghanistan. Certo, la NATO ritirerà le sue truppe da combattimento, come previsto, entro la fine dell’anno, ma manterrà il controllo dell’esercito afgano e della sicurezza del paese. Il vertice si è anche concesso il lusso di fare appello ai due candidati alle elezioni presidenziali afghane affinché s’impegnino a firmare senza indugio i requisiti di immunità penale degli Stati Uniti, mentre queste elezioni sono organizzate e scrutinate dalle forze statunitensi. Pertanto, il candidato che non rispondesse a questo appello non dovrebbe sorprendersi di non poter essere considerato eletto.
Così come si brandisce un mantello rosso per innervosire un toro, il vertice ha accettato di estendere il controllo della NATO sulla parte orientale dell’Europa (compresa l’Ucraina), solo per vedere quale sarà la reazione russa. Ma non è andato oltre. L’Atto costitutivo sulle relazioni NATO-Russia non è stato revocato e l’Ucraina non è stata incorporata nell’Alleanza. Ognuno ha preferito evocare un possibile cessate-il-fuoco tra Kiev e il Donbass.
Inoltre, il vertice ha dotato l’Alleanza di due nuovi strumenti: un servizio di guerra informatica per contrastare gli hacker militari cinesi, e una forza d’intervento rapido di 4000 uomini, provenienti da 7 paesi e posti sotto il comando militare britannico. Infine, il vertice ha aperto la procedura di adesione del Montenegro e, naturalmente, ha imposto agli Stati membri di sviluppare le loro spese militari.
Alcune osservazioni
Nonostante le accuse del governo ucraino – secondo cui la Russia avrebbe invaso il suo paese … ma con soli 1.000 uomini che nessuno ha visto, come ha osservato Giulietto Chiesa [11] -, il vertice non ha deciso di entrare guerra contro Mosca e si è accontentato di una misura simbolica. Non si capisce dunque il perché di così tanto fasto ostentato a Newport.
A meno che le cose importanti non siano state decise a porte chiuse, in occasione della riunione dei Capi di Stato di venerdì 5 settembre, non sembra che le guerre segrete siano state discusse al vertice, ma solo a margine del vertice e solo con alcuni alleati. Già nel 2011, la NATO aveva violato le sue regole istitutive, non riunendo il Consiglio Atlantico prima di bombardare Tripoli. Sembrava in effetti impossibile che tutti accettassero di perpetrare un tale massacro. Gli Stati Uniti e il Regno Unito riunirono perciò in segreto la Francia, l’Italia e la Turchia a Napoli per pianificare un attacco che ha causato almeno 40.000 morti civili in una settimana.
Il comunicato finale è di rara ipocrisia: la crisi ucraina è trattata come un’aggressione russa, senza mai menzionare il colpo di Stato di Maidan, né l’installazione di un governo che include i nazisti. La crisi siriana è presentata come un conflitto tra un’opposizione moderata che protegge le minoranze e, da un lato, la tirannia del regime di Bashar al-Assad e, dall’altro, i gruppi estremisti, senza mai menzionare che il regime siriano è una repubblica mentre l’opposizione moderata è remunerata dalle dittature del Golfo, o che la crisi è stata aperta da una guerra segreta franco-britannica conformemente agli allegati al trattato di Lancaster House, né che il presidente Assad è stato appena rieletto dal 63% del corpo elettorale, né di come la Repubblica araba siriana sia stata l’unica ad aver protetto npn solo le minoranze, ma tutti i suoi cittadini, compresa la maggioranza sunnita. Cinicamente, il comunicato afferma che l’Alleanza ha protetto il popolo libico, conformemente alle risoluzioni 1970 e 1973, laddove ha usato queste risoluzioni per cambiare il regime uccidendo 160.000 libici e facendo precipitare il paese nel caos.
Tuttavia, in ultima analisi, negli ultimi anni la NATO ha raggiunto i suoi obiettivi in Afghanistan, Iraq, Libia e nel Nord Est della Siria, cioè solo ed esclusivamente in paesi o regioni organizzate in società tribali. Non sembra dunque in grado di entrare in conflitto diretto con la Russia e la Cina.
NOTE:
[1] “Summit Nato, guerra su due fronti” di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia), Rete Voltaire, 4 settembre 2014.
[2] Si legga Gli eserciti segreti della NATO. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale, del professor Daniele Ganser, disponibili a puntate su Réseau Voltaire.
[3] Sui colpi di Stato nel 1958 e nel 1961, cfr.: (1) «Quand le stay-behind portait De Gaulle au pouvoir»; (2) «Quand le stay-behind voulait remplacer De Gaulle», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 27 agosto e 10 settembre 2001.
[4] Ricordiamo che l’11 settembre 2001, mentre il mondo era ipnotizzato dagli attentati di New York e Washington, il presidente George W. Bush fu illegalmente rimosso dalle sue funzioni in virtù del programma di “continuità del governo”. Le ritrovò solo alla fine della giornata, dopo che il suo paese aveva cambiato radicalmente la sua politica estera e di difesa. Durante quella giornata, tutti i membri del Congresso e i loro staff furono collocati dalle autorità militari in domicilio sorvegliato presso il complesso Greenbrier (West Virginia) e presso il Mount Weather (Virginia).
[5] “Nato, offensiva globale” di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia), Rete Voltaire, 29 luglio 2014.
[6] “Un miliardo di euro per la nuova sede della NATO“, Rete Voltaire, il 29 gennaio 2014.
[7] Cfr (1) «Il “Kurdistan”, versione israeliana»; (2) «John McCain, maestro concertatore della “primavera araba”, e il Califfo»; (3) «Il grande voltafaccia saudita», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 1° luglio, 18 agosto e 1° settembre 2014.
[8] «Foley video with Briton was staged, experts say», di Deborah Haynes, The Times, 24 agosto, 2014; «Foley murder video ‘may have been staged’» di Bill Gardner, The Daily Telegraph, 25 Agosto 2014. E sull’identità di Sotloff, si veda: «Le journaliste décapité était un Israélien formé dans une antennedu Mossad» di Hicham Hamza, Panamza, 3 settembre 2014.
[9] «L’affaire Nicholas Berg», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 18 maggio 2004.
[10] «Un jihad globale contro i BRICS?», di Alfredo Jalife-Rahme, La Jornada (Messico), Rete Voltaire, 18 luglio 2014.
[11] «Bugiardi nel panico» di Giulietto Chiesa, Megachip (Italia), Rete Voltaire, 3 Settembre 2014.