LA MUSICA, UN ORGANISMO SPIRITUALE

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

L’ascolto musicale è per me una esperienza unica, che non posso paragonare a nessun’altra. È quel momento di intimo rifugio, l’affiorare dei ricordi, il volo dell’immaginazione, la sensazione di elevarsi pur stando seduto al solito posto. È quel sentirsi trasportati in un altro spazio dove scorre un tempo diverso con leggi proprie. Sono quei momenti in cui non più tiranneggiano le abituali leggi della materia, perché siamo arrivati alla soglia di altri mondi. In poche parole l’ascolto musicale può rivelarsi una esperienza spirituale.

È dunque una prova facilitata dai suoni, ma a ben vedere non è una esperienza sensoriale, lo è solo apparentemente. I toni udibili non sono ancora la musica, ma solo i viatici dell’esperienza che, ribadisco, si svolge al di là della soglia del sensibile. È l’inaudibile reso udibile. L’ascolto comune di rumori e suoni ci riporta sempre agli oggetti e alle cose, mentre la Musica non rappresenta nulla di ciò che appartenga al mondo fisico. La musica non ci conduce a oggetti specifici, sebbene le note udite meccanicamente ci riportino agli strumenti. Ma l’esperienza musicale va al di là della sensazione sonora immediata.  Parte del mistero è che la musica non risiede nei toni specifici ma nelle relazioni dinamiche tra i toni, la musica nella sua vera essenza è ciò che sperimentiamo tra i toni. Con l’udito certamente ascoltiamo le note nel loro dispiegamento, ma la musica non l’udiamo con l’udito perché la immaginiamo, è una reale esperienza immaginativa che ci porta inconsapevoli all’altro lato della soglia.

La musica infatti ci appare come una forza che si muove in avanti, un vettore che avanza, piuttosto che un edificio statico di note. Si potrebbe anche dire che la melodia è sempre già presente e già in movimento mentre sceglie i toni che via via la manifesteranno. E queste note si presentano simultaneamente dentro dello stesso spazio musicale: è proprio vero che lo spazio in cui si svolge la musica ammette infinite possibilità di coabitazione di suoni e note. Questo è uno spazio puro fatto di penetrabilita’ e fluidità. È uno spazio in cui le note agiscono e si sovrappongono su altre note, non c’è confine né limitazione. Questa riflessione ci può servire da suggestiva immagine di come doveva essere lo spazio vivo e penetrabile, prima di essere smorzato e diviso da oggetti materiali frutto della condensazione della materia. Ne potremmo anche dedurre come saranno le esperienze post mortem quando le nostre anime vivranno una dentro l’altra.

La musica quindi non tende a un oggetto ma piuttosto si muove fino a generare un sentimento,  una emozione superiore densa di immaginazione. Inoltre la musica si svolge in una dimensione temporale ben diversa dall’ordinaria esperienza del tempo dell’orologio. Ci rapisce quel rallentare fino al silenzio, ci scuote quell’accelerare improvviso, ci conforta quella circolarità della ripetizione del tema. Crediamo ingenuamente che nella melodia le prime note elaborino  in avanti le successive, ma non è così. C’è una relazione misteriosa tra l’inizio e la fine, tra la prima nota e l’ultima. Potremmo dire che la prima nota sorge perché l’ultima è già lì e viceversa.  La direzionalita’ non è dal passato al futuro ma dall’implicitito all’esplicito, dal profondo alla superficie,  dal latente al palese. Si può dire che la composizione musicale assomigli a un organismo in cui tutto si relazione con tutto.

Filoteo Nicolini

Immagine: A. Savinio, Antichità

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