Fonte: facebook
di Alfredo Morganti 21 settembre 2015
“Alcuni sindacalisti pensano ancora di prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell’Italia. Non hanno capito che la musica è cambiata”. Così Renzi dalle colonne dell’Unità. Ha ragione, la musica è cambiata. (Adesso!) dalle colonne dell’Unità si spara contro i sindacalisti, contro chi esercita il diritto inalienabile di assemblea, di riunione (la Camusso ha ribadito che riunirsi è la base della democrazia) senza ledere alcuna regola, anzi rispettandole sino in fondo. La musica è cambiata: sono mutati i referenti sociali, gli obiettivi, l’approccio, la cultura politica, l’atteggiamento di chi comanda sia verso i più deboli sia verso i più forti. Una rivoluzione vera, che ha trasformato la presunta sinistra in una vera destra moderna, anzi modernissima, aggressiva, irriguardosa, arrogante, vicinissima al capitale, ostile verso i lavoratori che non stanno al gioco. Bersani ha giustamente preso le difese dei dipendenti in assemblea, e ha osservato che, se fosse al governo, i lavoratori li avrebbe ascoltati e avrebbe detto: “vi capisco e risolvo”. Ma è stata una voce nel deserto. Io almeno non ho percepito altre dichiarazioni dietro la indecente muraglia informativa che ha subissato di improperi e condanne 26 dipendenti del Ministero ai Beni Culturali che, solitamente, garantiscano l’apertura del Colosseo 7 giorni su 7, spesso anche in notturna, senza scioperare mai o quasi (certo meno dei lavoratori della National Gallery o della Torre Eiffel).
Possibile che questo Paese sia ormai ridotto a massa amorfa di opinioni eterodirette dai media? Che non si reagisca più con intelligenza alle castronerie pronunciate dalla politica ridotta a comunicazione e gossip? Possibile che la fine della sinistra (la sua riduzione a una enclave) coincida con la morte della cultura (non solo politica)? Ecco alcune domande che dovrebbero preoccuparci ben più dell’attesa di alcuni turisti fuori al Colosseo (che, ad esempio, non ha nulla a che vedere con quella di chi sfugge a guerre e fame e staziona all’addiaccio giorni e giorni dinanzi a un reticolato). Farsi queste domande sarebbe già un segnale di risveglio, ancorché di crisi. La musica è cambiata, certo, ce ne siamo accorti. Ma se nel caso, fortuitamente, casualmente, per uno scherzo del destino, la sinistra tornasse a parlare sensatamente e ponesse persino le basi della ‘riconquista’ del partito democratico, io pongo una condizione precisa, inderogabile, ed è questa. Chiunque abbia avuto anche solo una briciola a che spartire con l’OPA di Renzi, ne fosse divenuto sodale anche alla 25 ora, si fosse reso complice del cambio di musica, avesse suonato anche una sola nota di questo nuovo spartito e fosse stato d’accordo con la studiatissima mossa del Colosseo, be’, costoro dovrebbero essere ‘rottamati’ politicamente e senza perplessità alcuna. Pan per focaccia, insomma. Sarebbe il solo unico vero segnale di cambiamento rispetto all’andazzo attuale.
(Poi lo so che questo non avverrà, che sarà difficile riprendersi un partito mutato geneticamente, che oggi è altra cosa rispetto ogni progetto antecedente, e che è dannoso ormai più che inutile. E che esistono andamenti irreversibili, che andrebbero onestamente riconosciuti. Magari per fare altro. Però mi piace l’idea che i tanti ‘salta carro’ possano rimanere un giorno senza occupazione politica, e tornino a fare altre cose, persino lavorare. Una specie di tabula rasa che farebbe bene a tutti. Certo, sto sognando, e forse sognare nemmeno mi interessa più, tanto è merce della peggiore politica. Coi sogni ci hanno sempre fregato, altro che. Solo le idee ci salvano, e la cultura, e la consapevolezza di quanta ingiustizia sociale ci circondi, ammessa ancora la possibilità di ‘salvezza’ in politica. Ma tant’è.)