La mistica politica di Renzi e Berlusconi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

 di Alfredo Morganti – 22 giugno 2016

Nella sua reazione al recente esito delle urne, l’attuale premier lo ha interpretato come voto di cambiamento, non di protesta, non ‘contro’ di lui. E siccome lui si sente davvero l’unico alfiere del cambiamento, è parso come se volesse intestarsi anche la vittoria conseguita dagli altri. Tant’è che i retroscena riferiscono una sua frase su Fassino emblematica: io Piero non lo volevo nemmeno candidare, i volti vecchi sono perdenti, servono volti giovani come la Raggi, come la Appendino. Se avessero lasciato fare a lui, dicono sempre i retroscena, con la rottamazione portata agli estremi e con il lanciafiamme in azione, adesso avrebbero vinto le “giovani donne” del PD e le vele del partito avrebbero intercettato il vento del cambiamento, come mi pare abbia pure sostenuto un renzianissimo come Esposito. Renzi, insomma, si sente di vincere anche quando perde, anzi soprattutto, ed è un vero fenomeno delle chiacchiere da bar post-voto.

Anche il suo vero padre politico, Berlusconi, ha detto cose simili. Nei volti “strepitosi” delle giovani donne che hanno vinto le elezioni, lui ha rivisto la “Forza Italia delle origini”, con un vero e proprio apprezzamento alla “giovane classe dirigente che ha fatto tutto da sola” e che ha vinto le elezioni in alcuni capisaldi (Roma, Torino) del sistema politico e amministrativo italiano. Insomma, anche il vecchio leader del centrodestra è come se dicesse: con le giovani ‘sindache’ ho vinto anch’io, mi sento vittorioso con loro. Con meno boria del premier, ma con la stessa ambizione di scovare all’interno dei risultati elettorali il senso di una vittoria personale laddove proprio non c’era, un sentirsi vincente anche da perdente, quasi sfidando la logica ferrea dei numeri e dei risultati.

Renzi e Berlusconi sono uguali, entrambi figli (diretti o indiretti) di una temperie politica, quella del Midas, della Grande Riforma craxiana, dell’anticomunismo eletto a stella polare, della missione dichiarata o meno di ‘asfaltare’, ‘rottamare’ la sinistra italiana. Ed entrambi portatori di pensieri simili, da ‘vincenti’ giocoforza o per missione, vincenti anche da perdenti, com’è stato alle amministrative 2016. C’è dietro questa incomprensione interessata dei numeri e dei fatti, l’idea che i fatti stessi siano manipolabili, che l’interpretazione sia una specie di arte incantatoria, che i numeri possano essere ribaltati e rottamati a loro volta, al di là delle dichiarazioni da ‘sconfitto’ fatte in conferenza stampa. Bersani ha già detto che la vista dei renziani è velata dalle proprie stesse narrazioni, D’Alema ritiene che Renzi non gli pare una persona orientata a tenere conto degli altri e neanche della realtà. Più che argomentazioni e forza raziocinante, Renzi e Berlusconi esprimono una sorta di mistica, dove tutto è dicibile e tutto è argomentabile, fuori di ogni minimo meccanismo logico.

Non è una caso che entrambi siano comunicatori, prima ancora che politici veri, di razza. Da questo carattere derivano analisi superficiali, prive di un “briciolo di sensatezza” come ha detto sempre D’Alema oggi sul Corsera, sviluppate senza un serio approfondimento dei numeri, senza un’aderenza seppur minima ai fatti, ma in preda a una mistica, dove la realtà diventa narrazione, le cose si perdono nei meandri di una discussione con il guru della comunicazione di turno, i fatti si piegano allo storytelling e anzi si mettono da parte, tanto non contano nulla rispetto all’esigenza di ‘vincere’, sempre, ovunque, anche quando si perde, anzi tanto più, perché si tratta in quel caso di velare una sconfitta palmare con delle contro-narrazioni spiazzanti. D’altronde a far fare politica a Proforma, oppure al guru Messina, o al consulente di Bush, questo succede. La politica diventa strategia di comunicazione, gesto, evento, performance, posizionamento (una volta si diceva trasformismo) e Renzi il testimonial di se stesso, maschera di maschera, in un curioso sdoppiamento politicamente schizofrenico, persino più pernicioso di quello premier-segretario del partito, di cui oggi pur si discute.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.