di Andrea Colli 23 gennaio 2015
Analizzando i risultati delle mediazioni fatte sul Jobs Act dalla minoranza bersaniana, il risultato ci dà l’impressione che sia molto scarso e così anche negli altri tentativi di cambiare altri provvedimenti del governo Renzi. Bersani non fa come Papa Bergoglio, che se gli offendono la mamma gli tira un pugno. Subisce, in silenzio, gettando acqua sul fuoco. Non sappiamo se questo comportamento sia del tutto giustificato dall’attac-camento alla “ditta” per cui si deve subire qualsiasi angheria da chi comanda. Bersani e Cuperlo dovrebbero capire che ormai il Pd inteso come lo hanno costruito prima dell’avvento del renzismo, non esiste più e non c’è nessuna possibilità di farlo ritornare agli antichi splendori, sempre se ci siano stati. Continuare sulla strada della tolleranza verso le angherie e le offese subite, diventa uno stillicidio inaccettabile. Ormai gli dovrebbe esser chiaro che il Pd ha concluso la sua funzione nel momento in cui Renzi ha costituito un’altra maggioranza in Parlamento, una nuova maggioranza composta dalla maggioranza renziana e la maggioranza che sta all’opposizione, quella della destra berlusconiana, sancendo una insanabile frattura all’unità del Pd. Quindi ostinarsi a curare il malato terminale con i pannicelli caldi è una pia illusione perché dà l’impressione che siano diventati complici e dimostra solo che questa minoranza sia destinata ad essere annessa al renzismo.