Ci si chiede: che rappresentano la memoria e le abitudini nella nostra vita? Qual’è l’origine, quale il motivo?
Memoria e abitudini sono ingredienti importanti della nostra vita dell’anima, rappresentano per così dire una metamorfosi, una trasformazione di fatti che erano completamente diversi nel mondo spirituale del passato. Dobbiamo fare un lungo passo all’indietro nella nostra evoluzione, a quando non eravamo ancora discesi sulla Terra. Allora, la memoria non era ancora necessaria perchè veniva supplita per così dire dalla chiaroveggenza atavica di cui eravamo dotati. Si poteva dirigere lo sguardo laddove tutto era inscritto in una determinata sostanza eterica sottile. Tutto quanto in quell’epoca lontanissima si sperimentava e si accoglieva nella coscienza chiaroveggente, veniva inscritto nella sostanza cosmica. Quella attività umana che potremmo lontanamente paragonare alla memoria attuale consisteva nel fatto di poter indirizzare lo sguardo, per così dire, a quanto era inciso nella sostanza eterica cosmica. A un dipresso, un pò come oggi scorgiamo gli oggetti nel mondo esterno se vi dirigiamo lo sguardo fisico.
Si trovava allora inscritto in questa sostanza eterica sottile tutto ciò che veniva afferrato dalla coscienza immaginativa. Era un mondo completamente diverso, come se tutto quanto diviene pensiero in noi oggi ci seguisse come la una chioma di cometa in modo da poter essere pensato nuovamente.
Ma questa condizione doveva finire perchè dovevamo evolvere come individui. Quello che sperimenta l’individuo nella sua anima rimane ora in suo possesso, cioè non viene più impresso immediatamente nella sostanza cosmica ma soltanto nella sua propria sottile individualità eterica. Finchè viviamo sulla Terra, il nostro corpo eterico si muove sempre con noi nello stato di veglia. La sottile sostanza eterica in cui si agitano pensieri, esperienze di sentimento e atti volitivi rimane avvolta entro il corpo durante tutta la vita tra nascita e morte. Quando poi il corpo fisico viene dismesso alla morte, la sostanza eterica si estende e viene trasmessa al cosmo.
Avviene qualcosa di analogo a quanto accennato per la memoria anche per un altro elemento che ci è necessario per la nostra vita. Dobbiamo appropriarci oltre che della memoria anche delle abitudini. Quali esse sono ora per noi, così familiari, noi non le avevamo nel lontanissimo passato. Allora non avevamo come detto nè la memoria nella forma attuale nè la facoltà di formare abitudini. Considerando lo sviluppo del bambino nell’infanzia, è facile osservare che l’elemento delle abitudin iviene conquistato poco a poco, per il continuo ripetersi di determinate azioni. Per mezzo dell’educazione le azioni possono divenire abitudini e dobbiamo conquistarle da piccoli.
Cosa avevamo invece nel lontanissimo passato al posto delle abitudini? Allora, ogni volta che si doveva compiere qualcosa per mezzo nostro, avevamo l’influsso immediato di un essere spirituale. Le nostre azioni si realizzavano sempre tramite impulsi che gli esseri dei mondi superiori ci inviavano. Eravamo in un certo senso un piccolo arto nell’intero organismo cosmico. Ma non avremmo potuto mai sviluppare la forza della libertà se fossimo rimasti nella condizione per cui per ogni agire era necessario l’intervento di esseri superiori. Solo allontanandoci dalla tutela diretta dai mondi spirituali e arrivando alla condizione per cui il ripetersi di una azione diventi abitudine, in quanto proviene da noi stessi, solo così si gettarono le basi per raggiungere la libertà. Con l’acquisizione di abitudini si intravede la disposizione per il raggiungimento della libertà.
Quando entriamo con la nascita nell’esistenza terrestre, proveniamo da un mondo nel quale anche in questa epoca ci troviamo in una condizione analoga a quella del lontano passato. Nel mondo che attraversiamo prima di scendere alla nascita nell’esistenza terrena, si trovano entità spirituali che ci avviano a predisporre la nostra vita. Entrando nel corpo fisico, veniamo sottratti a quel mondo nel quale non vi sono abitudini ma continui impulsi. E allora conserviamo un’eco della condizione nella quale ci trovavamo. Tale eco si esprime nel fatto che da bambini, fino ai 6 o 7 anni, non ci regoliamo ancora secondo abitudini ma sottostiamo all’impulso della imitazione. Noi imitiamo quello che ci viene mostrato. Prima di nascere ci è necessario ricevere ancora l’impulso per ogni singolo atto, e perciò da piccoli ci affidiamo dapprima agli impulsi immediati dell’imitazione. Col passar del tempo ci costruiamo le abitudini.