di Fausto Anderlini – 27 febbraio 2018
Inutile cullarsi nella retorica dei dispersi nel bosco. Il bosco è fatto di quattro elementi:
– boscaglia selvatica qualunquista che c’è sempre stata e dalla quale non si tira su nulla, oppure fogliame random che andarlo a raccogliere è inutile. Potrebbe anche capitare di trovarselo ammonticchiato davanti a casa senza averlo raccolto.
-animali di destra delusi e inferociti che è meglio lasciarli dove sono (peraltro l’impressione è che siano anche pochi).
-leopardi e ungulati vari di nuova formazione, geneticamente modificati, ovvero specie eremitiche, braminiche e bradipiche, più spesso reduci dalla sinistra e dalle sue diaspore, che una volta entrate nel bosco vi si sono ambientate sviluppando una forma di coscienza basata sulla comunanza malinconica e frugale nell’ombra della solitudine silvana. Pessimisti cosmici sprofondati nell’astensionismo, come auto-esilio e stoica diserzione, assunto quale irriducibile condizione esistenziale e propellente dell’ego. A costoro piace assai che li si vada a cercare, ma il loro gusto è non farsi trovare e, al caso, come è costume dei più zombieschi fra loro, di tendere trappole e appiccicarsi ai cacciatori per trattenerli con loro. Nel bosco. Costoro non solo è improduttivo cercarli, ma anche pericoloso. E viene da pensare con terrore se mai dovessero davvero uscire dal bosco. I primi che sbranerebbero saremmo noi (di LeU);
– bambini smarriti da genitori improvvidi e altri peregrinanti adulti che si sono avventurati solo di recente nel bosco con l’idea di una capatina momentanea o di una sosta. Insomma gente di fresco e motivato astensionismo. Costoro, a contrario degli altri di cui sopra, andrebbero invece seguiti con cura, ascoltati, tranquillizzati e motivati.
Ma in fondo questi ultimi non sono persi nel bosco. Stanno sul limitare del bosco, quel più vasto spazio antistante dove si gioca la battaglia elettorale. Quella dove sono i ‘marginali, le ‘quote frazionarie’ a far la differenza. I sondaggi parlano di un trenta per cento di elettori ancora indecisi: fra il voto a un partito e l’astensione. Quelli di cui sono a disposizione, qui in Emilia-Romagna, indicano anche che una quota consistente di questo pre-bosco è composto di elettori Pd del 2013. E’ in questo spazio che si consumerà la battaglia degli ultimi giorni. La caccia agli scontenti di sinistra e del centro-sinistra in genere. I quali dovrebbero essere, per definizione, anime di LeU, l’unica lista in attesa di farsi partito dell’avvento con le carte in regola. Ed è per evitare questa astrale congiunzione si realizzi che legioni di pretendenti apocrifi sono stati paracadutati sul limitar del bosco con gran dispendio di risorse mediatiche. Le Bonino, i Prodi, i Gentiloni, i Calenda, i Minniti….giudicando Renzi palesemenete inadatto. Ma anche quelli di PaP, ai quali non sembra vero di poter entrare nell’agone. Aspettavano giusto una sinistra ‘istituzionale’ per poterle dare fastidio.
Tutti i Liberi e Uguali a disposizione sul limitar del bosco, a convincere, una per una, quante più ‘signorinelle’ possibile. E sarà di nuovo amore.
Il cacciatore nel bosco (canto popolare)