La lungimiranza renziana

per LEONARDO MASONE
Autore originale del testo: Leonardo Masone

di Leonardo Masone – 12 luglio 2017

Condivido a pieno il recente ragionamento di Lucia Del Grosso che questa rivista ha messo in evidenza in questi giorni. Un ragionamento sensato che dovrebbe interrogare principalmente la sinistra: una sinistra preferibilmente scevra da pregiudizi o da freni morali che limitano ogni proposta almeno di medio termine. Perché in questa parte politica raramente, e quasi sempre inascoltata, si è prodotta un’elaborazione strategica efficace in tema di accoglienza: troppo spesso, infatti, ci siamo attenuti alla sola predicazione dei buoni sentimenti e, nella migliore delle ipotesi, l’abbiamo messa in pratica solo sporadicamente. Sperando di non urtare la sensibilità razionale di nessun operatore.

Il sacrosanto diritto a lottare contro la costrizione dell’emigrazione deve anteporsi, essenzialmente, alla liberale impostazione che permetterebbe ad ogni cittadino di di essere libero di scegliere il paese in cui vivere. Anche quest’ultima fondamentale, ma posizionata in un gradino inferiore rispetto alla prima necessità. L’emigrazione non colpisce solo altre zone del mondo, ma sta devastando il tessuto economico e sociale ancora una volta del mezzogiorno d’Italia. E più ci si avvicina all’Appennino meridionale, più si va verso le cosiddette aree interne, cioè, più la desertificazione e la spoliazione di risorse umane si mostra nella sua drammaticità. Un’agonia che non trova argini.

Ma la poca lungimiranza della classe dirigente, non solo renziana, è evidente in tanti altri campi.

Il ragionamento della giornalista-blogger può essere solidamente allargato a tutta una serie di decisioni dirimenti prese nell’ultimo periodo: dai 17 miliardi per il Salvabanche (pur di salvare un sistema bancario accumulatore e tra i maggiori responsabili diretti di questa imperversante e ventennale mania ultra-liberista) all’atteggiamento spavaldo in tema di alleanze, dalla faccenda Alitalia ai servizi territoriali, alla nomina del governatore campano a commissario alla sanità. Tanto per spaziare allegramente. Ogni tema sul quale il ragionamento della Del Grosso calza a pennello.

Si chiama coazione a ripetere. A ripetere gli stessi processi decisionali, per giungere a risultati simili, al fine di conservare il cinico assetto liberista di cui la classe dirigente vuole mantenere saldamente la rappresentanza. La sciagura consiste proprio in questa patologia ripetitiva che ci sta mischiando tutti, che tende a ledere i rapporti sociali, economici, ma anche personali. Atomi in combutta con altri atomi. La sinistra deve rianalizzare e criticare questa dimensione, e assumersi la responsabilità di elaborare una società diversa. Solo così potrà essere pronta per governare, affinché quest non diventi solo uno slogan fatuo. Se veramente vuole essere alternativa.

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