La libertà, il DPCM e le battute giornalistiche

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La libertà, il DPCM e le battute giornalistiche
Il conduttore di Sky Tg 24, anticipando la presentazione del nuovo DPCM, dice che il decreto scatterà a partire da venerdì, non più da giovedì, così che domani sarebbe “il nostro ultimo giorno di libertà”. Sic! Capisco l’uso figurato, largo, del concetto di libertà fatto dal giornalista. Ma certo l’affermazione è un po’ forte. A me sembra un modo di fare informazione quasi negazionista. Negazionismo applicato alle libertà. Così che da venerdì scatterebbe una specie di dittatura, come se contenere i nostri movimenti ai fini della salute pubblica, vorrebbe dire privarci delle libertà fondamentali (di parola, di stampa, di pensiero), quelle garantite dalla Costituzione. Non è così ovviamente. Certo, ci sarà una limitazione negli spostamenti. Ma nessun tallone di ferro sui pensieri, sul circolo della informazione, sui media, sulle nostre coscienze. Diciamo che si ridurrà l’attività di godimento consumistico, lo shopping, non ci saranno movida, né assembramenti. Ma vivaddio questa non può certo considerarsi una dittatura. Nemmeno per scherzo, nemmeno a pensarlo. Anzi.
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