Fonte: facebook 'Da sinistra per ....'
di Gabriele Pastrello e Antonio Napoletano – 23 febbraio 2016
Siamo stati delle Vispe Terese a non accorgercene prima. Ma questa legge parte con una macroscopica discriminazione per preferenze sessuali. Tutte le previdenze della legge sono infatti limitate alle coppie omosessuali. Perché ‘scandalo’? Perché è abnorme che ci si proponga di premiare una forma di convivenza, tacendo sulle altre e dandole uno status giuridico ad hoc. Controprova: cosa si sarebbe detto se, al contrario, si fosse legiferato per provvedere alle sole convivenze fra eterosessuali? Insomma, non si può fare una legge e discriminare per gusti sessuali. Chi convive deve essere protetto. Tutti. Punto.
Giacché su questo fenomeno – come si sostiene – che si vuole intervenire per togliere una discriminazione intollerabile e non, come non si dice, ma evidentemente si pensa, per favorire, nei fatti oggi e nel diritto domani, l’equiparazione, l’omologazione di quelle convivenze targate per preferenza sessuale come veri e propri matrimoni. La qual cosa, non solo è insostenibile, ma metterebbe in questione il largo consenso degli Italiani a togliere la discriminazione verso tutte le forme di convivenza.Sempre che sia questo quello che si vuole.E’ successo stamattina. Discutendo con Nicola Dessì su questa Pagina e che ringraziamo per avercelo segnalato, ci è stato fatto presente che l’art. 1 recita: “Le disposizioni del presente Capo istituiscono l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale.”. e in tutti, proprio tutti, gli articoli successivi in cui si specifica un diritto si ribadisce che si intendono regolati i diritti per le coppie ‘tra persone dello stesso sesso’.
Perché non l’avevamo notato? Perché tutta la discussione su PACS e DICO, nonché la proposta Manconi del 2013 (Art. 1: “Due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, di seguito denominate «parti dell’unione civile», possono contrarre tra loro un’unione civile per organizzare la loro vita in comune”) riguardavano tutti, e quindi ‘anche’ le coppie omosessuali; mentre invece il disegno legge Cirinnà da diritti ‘solo’ alle coppie omosessuali. E stranamente questa ‘variante’ è stata del tutto silenziata dall’informazione che è stata fornita finora. Dunque, rimane da capire perché solo su persone dello stesso sesso si intende legiferare. Perché probabilmente c’è un patto, di cui un contraente è il Vaticano, e l’altro è ignoto, ma terribilmente presente. Il patto a ‘limitare’ i diritti alle coppie omo interessa evidentemente alla Chiesa. Infatti, in questo ultimo decennio sono aumentate le coppie di fatto tra i giovani. Questo è, forse, il punto cruciale. Dopo un decennio o due di esplosione di matrimoni civili, sono calati sia quelli civili che quelli religiosi. E aumentano le convivenze. I giovani vanno a sposarsi, sia in Chiesa che in Comune, sempre meno. L’incertezza è troppa, se poi l’amore finisce per chiudere la convivenza le pastoie son tante; e a fare figli in queste condizioni non ci si pensa (se poi arrivano magari ci si sposa; bisogna pur riconoscerli).
In questa situazione, evidentemente, dare uno status alle semplici convivenze potrebbe significare un ulteriore disincentivo a contrarre matrimonio. E per la Chiesa non conta solo la perdita di prebende matrimoniali, che pure conta, ma soprattutto la perdita di presa sulla vita della popolazione, che la gestione dell’istituto matrimoniale da millenni gli attribuisce. E si capisce quindi che l’area fondamendalista cattolica abbia avuto via libera solo alla fine; quando cioè nel disegno di legge non solo è comparsa l’adozione, che prelude alla parificazione completa delle coppie omo con quelle etero, via estensione dell’adozione e altro. Ma di questo punto è stata affermata con estrema energia la non negoziabilità (il che sarebbe incomprensibile se l’obiettivo della legge fosse solo quello di dare diritti a chi non li ha; porti a casa i diritti, e poi ripartirai. La ‘non’ negoziabilità dice che gli obiettivi sono altri, che alle organizzazioni gay tutto interessa meno che i diritti per tutti quelli che dicono di rappresentare). Solo allora è partito l’altolà. E con l’altolà la sceneggiata con le varie parti in commedia. E tutti a commuoversi sui poveri bambini abbandonati che in questa storia non ci sono mai entrati, se non per le melensaggini della sinistra. Prima si è detto, la legge non si tocca. Ma se non si tocca allora si perde la maggioranza autonoma del governo. Allora sono arrivati i rinforzi grillini. Però si perdevano lo stesso pezzi interni. Allora Grillo ha tolto le castagne dal fuoco per tutti. Ha annunciato che si sfilava dalla maggioranza per la legge così com’era. Così Renzi è stato provvidenzialmente ‘costretto’ a ricontrattare la legge all’interno della maggioranza per farla passare ‘senza’ adozione. Contenti tutti (o quasi). Perché non è detto che la legge regga il vizio costituzionale della discriminazione per preferenze sessuali. Nel qual caso Renzi si potrà presentare a tutti i suoi padroni dicendo ad alcuni: vedete, io volevo la legge completa, con tutti i precedenti per l’equiparazione; e ad altri meno esigenti dirà: vedete, io volevo la legge senza adozioni, come volevate voi; mentre a quelli all’altro terminale dello spettro dirà: vedete, alla fine la legge non c’è più, proprio come volevate voi. Queste sono le parti in commedia. Alla fine della storia rimane una sola domanda: cosa c’entrava la sinistra se ha accettato silenziandola questa discriminazione ?
1 commento
“Il presente disegno di legge è volto a dotare il nostro ordi-namento di una disciplina legislativa statale di riconoscimento giuridico delle coppie for-mate da persone dello stesso sesso e dei di-ritti delle coppie di fatto.”
Non occorre essere geni