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di Argiris Panagoupoulos 9 dicembre 2015
La grande sfida per la dignità e i diritti, la crescita e l’occupazione
“Potremo essere feriti a sangue, ma usciremo dalla crisi con la società in piedi e se sarà necessario andremo ad un nuovo scontro”, ha detto al parlamento greco Alexis Tsipras durante il dibattito per la legge di Bilancio per il 2016. Il primo ministro greco ha smentito gli scenari per l’allargamento della sua maggioranza e ha denunciato che la maggior parte dell’accordo con i creditori e le istituzioni rappresenta il risultato delle politiche neoliberiste dominanti questo momento in Europa e ha risposto con una serie di misure a favore della popolazione colpita dalla crisi contro i tagli imposti dai creditori per rimanere nell’eurozona e in Europa.
La legge di Bilancio è stata votata sabato 6 dicembre del 2015. Dei 298 deputati presenti, 153 hanno votato a favore e 145 contro.
Il governo greco sembra l’opposizione più credibile conto l’Europa neoliberista, visto che cerca di migliorare subito le condizioni materiali e sociali dei greci e di coltivare la loro speranza di uscire dalla crisi con la testa alta, con dignità e i loro diritti ripristinati, a partire dalla contrattazione collettiva, le pensioni solidali, dalla lotta contro l’evasione fiscale, la corruzione e le ingiustizie.
Il governo di sinistra è costretto a fare tagli per garantire il finanziamento del paese ma nel frattempo cerca di aumentare per un tempo i contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori per non tagliare le pensioni e specialmente quelle basse, assume personale nelle scuole e per prima volta dopo sei anni negli ospedali, offre pasti ai ragazzi delle scuole, rifiuta di licenziare non solo migliaia di statali riassunti dopo il 25 di gennaio, ma anche di licenziare le migliaia di statali che aveva deciso il precedente governo e, tra le altre cose, insiste nell’applicazione della sua legge contro la crisi umanitaria che offre aiuti alimentari, elettricità e casa a centinaia di migliaia di famiglie. Infine per evitare tagli alle pensioni e specialmente a quelle basse vuole aumentare per un periodo i contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori.
Anche in queste condizioni di mancanza di fondi gli ospedali greci apriranno le loro porte ai milioni di disoccupati e alle loro famiglie, che erano stati buttati fuori dal Pasok e da Nuova Democrazia per compiacere i creditori e gli speculatori dell’assistenza sanitaria privata, e apriranno le porte anche agli immigrati senza documenti. In un momento in cui in quasi tutta l’Europa si costruiscono muri il governo di sinistra ha offerto aiuto a più di 550.000 rifugiati ed immigrati dall’inizio dell’anno, spendendo quasi 1 miliardo di euro e incassando dall’Unione europea poco meno di 40 milioni!
“Non lasceremo che le persone anneghino nel mare”, ha ripetuto più volte Tsipras negli ultimi mesi. I cittadini delle isole di Lesbos, di Samos, di Kos e di Rodi hanno trasformato questo messaggio in mille pratiche di una solidarietà senza precedenti e specialmente per una popolazione colpita da una austerità atroce da sei anni.
LA LEGGE DI BILANCIO
La legge di Bilancio per il 2016 prevede misure da 5,733 miliardi di euro, dei quali 3,201 miliardi dalle entrate dalle tasse aggiunte ed altri interventi fiscali e 2,532 miliardi dal taglio della spesa pubblica. Paradossalmente però sembra la prima legge di Bilancio degli ultimi sei anni che lascia spiragli di ottimismo perché le misure sono meno gravi delle previsioni della prima bozza, ci sono molti interventi per il sostegno dell’economia e il fatto che l’economia si è dimostrata molto più resistente.
Le previsioni del governo parlano di un surplus primario del 0,53% del Pil o di 919 milioni di euro e di recessione del 0,7% per il 2016, rafforzando l’idea che il governo di Tsipras ha fatto dure trattative con le istituzioni e i creditori su tutto.
I creditori avevano cominciato sostenendo che la recessione sarebbe del 4% per il 2015! Nella prima bozza della legge d Bilancio e dopo dure trattative con il governo di Tsipras le previsioni sulla recessione si sono scese al 2,3% per il 2015 e il 1,3% per l 2016, mentre la legge di Bilancio che è stata votata prevede recessione del 0,7% per il 2016 e la stagnazione dell’economia greca per quest’anno con tasso al 0%, lontano del 4% della recessione che “prevedevano” i creditori.
Moti gruppi conservatori, neoliberisti e specialmente ultraliberisti a Bruxelles, Berlino, Francoforte e altrove si sono sorpresi della resistenze dell’economia greca da quando è arrivato il governo SYRIZA, visto che il Pil si è mantenuto bene anche se il paese è stato sottomesso ad un ricatto continuo dal 25 gennaio del 2015, con la minaccia di far cadere il governo di Tsipras in ogni momento, le infinite riunioni di Eurogruppo, che facevano crescere l’instabilità politica ed economica, le minacce di espulsione della Grecia dalla eurozona, il referendum, le elezioni di gennaio e di settembre, due elezioni parlamentari in otto mesi, e la chiusura delle banche per quasi cinque settimane e i capital controls imposti che saranno in vigore fino alla fine della prima metà dell’anno prossimo.
Le previsioni della legge di Bilancio dicono che la disoccupazione rimarrà il 2016 al 25,4%, cioè stabile ai livelli del 2015, ma meno del 1,1% rispetto al 26,5% del 2014, con la diminuzione dell’occupazione del 0,4%, di fronte ad un aumento del 0,8% per il 2015 e 0,1% per il 2014.
La deflazione sarà del 0% rispetto alle previsioni del -1,1% per il 2015 e il -2,2% del 2014.
Gli interessi per il debito passano dai 5,528 miliardi di euro o il 3,1% del Pil per l 2014 ai 5,83 miliardi o il 3,4% del Pil per il 2015 e i 5,93 miliardi o il 3,4% del Pil per il 2016. Per il governo di Tsipras la dilatazione del pagamento del debito rappresenta la sua grande sfida sperando per trovare una soluzione fino a marzo.
Anche se ci sono segni che la situazione migliora la vita per la maggior parte delle famiglie sarà lo stesso difficile e complicata per l’anno prossimo come per il 2015, visto che si prevede una diminuzione delle pensioni e dei servizi di assicurazione di 1,65 miliardi e di altri 3,2 miliardi per la pressione fiscale.
Le famiglie e le imprese dovranno sopportare nuove tasse per 2,2 miliardi per il 2016, con l’aumento della tassazione agli agricoltori dal 13% al 26% per il 2016 e non dal 2017 come prevedeva l’accordo firmato con i creditori a luglio. Quasi 500.000 agricoltori saranno chiamati di pagare nuove tasse per 32 milioni di euro.
Le spese per le pensioni e dei servizi sociali saranno diminuite di 2 miliardi.
La pressione fiscale sui profitti delle imprese aumenta dal 26% al 29%, con aumento delle entrate dello stato per 150 milioni, mentre altri 150 milioni devono finire alle casse dello stato dall’aumento della pressione fiscale alle persone fisiche, specialmente con redditi alti. Il ministero delle Finanze ha preparato un piano per spostare la pressione fiscale aggiuntiva dalla classe media e in difficoltà alle fasce di redditi alti e più abbienti.
Si prevede l’aumento della tassazione sulle scommesse per 190 milioni, l’aumento di 30% della tassazione sui generi di lusso, l’aumento delle aliquote assicurative, l’abolizione di alcune esenzioni sulla tassa per gli immobili, fornire incentivi per affrontare i ritardi del controllo di revisione delle macchine,
l’introduzione della tassa sula pubblicità televisiva, incentivi per combattere il fenomeno delle macchine senza assicurazione.
I tagli alle pensioni, servizi assicurativi e spese di difesa arriveranno ai 2,2 miliardi. La spesa per le pensioni, l’aumento dei contributi assicurativi e i tagli ai servizi assicurativi arriveranno ai 1,4 miliardi, mentre i tagli alle spese per la difesa saranno di 400 milioni, la diminuzione degli aiuti per il riscaldamento di 50 % per 105 milioni.
Le cifre ad oggi
Intanto ad Atene il numero dei disoccupati è diminuito del 6,2% nell’agosto del 2015 su base annua, con una diminuzione dei disoccupati di 78.084 persone, senza contare che secondo il Sistema Informativo “Ergani” si sono creati 100.000 posto di lavoro ad ottobre.
Nello stesso momento, l’economia nel periodo dei governi di SYRIZA si è dimostrata più resistente anche di fronte ai Capital Controls che ha imposto la BCE, con la recessione ferma al 0,5% nel terzo trimestre rispetto al 0,4% del secondo trimestre e del 0,4% del terzo trimestre del 2014, smentendo le previsioni di tanti economisti di una recessione al 2% nel terzo trimestre e al 4% a livello annuale per il 2015. Non a caso secondo le ultime previsioni l’economia greca rimarrà stabile allo 0% il 2015 assorbendo anche misure di austerità e tasse di circa 500 milioni, che hanno frenato lo sviluppo e aiutando la recessione.
Sul fronte della liquidità il fatto che il paese ha garantito i 2 miliardi della tranche del finanziamento e i 10 miliardi dal Fondo di Stabilità per la ricapitalizzazione delle banche ha offerto una boccata d’ossigeno al governo e all’economia reale, perché alla fine di questa operazione le quattro banche sistemiche del paese potranno cominciare a concedere prestiti alle imprese con maggiore facilità. Per di più le banche avranno una capitalizzazione sufficiente grazie con il book Building.
Sul mercato dei titoli e delle obbligazioni i bot 10ennali dello stato greco continuano a rimanere in un posizione relativamente stabile di fronte ai titoli Bund tedeschi, mentre altrettanto stabile rimane anche il deficit di bilancio di commercio grazie al fatto che il prezzo del petrolio si è stabilizzato a livelli relativamente bassi.
Per quello che riguarda le casse dello stato le entrate arrivaranno ai 4,422 miliardi ad ottobre, con 135 milioni in più dalle previsioni, mentre le spese sono state contenute ai 40,558 miliardi, diminuite di 4,194 miliardi, di fronte all’obbiettivo di diminuire le spese ai 44,740 miliardi.
Il governo greco ha potuto resistere contro le pressioni dei creditori per restringere le agevolazioni a 1.1100.000 persone fisiche e imprese che hanno potuto regolare i loro debiti al fisco e allo stato attraverso 100 rate, mentre i creditori volevano, tra le le altre cose, che la gente perdeva il beneficio della legge anche con un solo giorno di ritardo del pagamento!
Infine il paese sembra di essere a un passo dall’entrare nella politica del QE della BCE, offrendo alla banche greche una maggiore liquidità.
LA GRECIA DI TSIPRAS ALZA LA TESTA
Alexis Tsipras si è presentato al parlamento greco con molti dati positivi che hanno dimostrato che nel paese si respira finalmente l’aria di una svolta. Per il primo ministro del governo di sinistra “gli indicatori di fiducia e del clima sull’economia hanno recuperato velocemente” permettendo al governo di raggiungere il suo primo obbiettivo, la ridistribuzione degli oneri della crisi, e procedere per raggiungere il suo secondo obbiettivo, “la grande battaglia della redistribuzione” della ricchezza.
Tsipras ha posto anche le sfide che deve affrontare il suo governo nelle prossime settimane e mesi e specialmente la riforma delle pensioni e il ripristino della contrattazione collettiva.
“Tutti sappiamo che abbiamo concordato di tagliare la spesa per le pensioni del 1% del Pil”, una decisione che non significa necessariamente taglio orizzontali, perché dipenderà dalle trattative con le istituzioni, sottolineando che il 0,6% è già stato recuperato dall’abolizione dei prepensionamenti e mancano circa 600 milioni di euro.
Cercando di condividere sempre con le opposizioni democratiche le grandi linee per il suo paese, Tsipras ha sottolineato, riferendosi a Nuova Democrazia, che “abbiamo chiesto dal maggior partito di opposizione una “linea rossa a livello nazionale” per un no a nuovi dolorosi tagli alle pensioni e l’ha avete rifiutata”.
Tsipras ha denunciato che il presidente temporaneo di Nuova Democrazia ha sostenuto al Consiglio dei Leader Politici che il sistema delle pensioni in Grecia era sostenibile prima che arrivasse SYRIZA al governo. “Difenderemo le pensioni anche da soli… sostenete che avete evitato la trappola che vi ho messo… preferite che il popolo cada nella fossa con i leoni”, ha detto Tsipras, ricordando che i governi di Pasok e Nuova Democrazia hanno fatto 11 tagli alle pensioni!
°Difenderemo le pensioni e le difenderemo da soli. Non è la prima volta. Abbiamo partecipato a tre elezioni e tutte le tre le avete perse e non avete ancora capito. Andate a dormire e vi svegliate sempre con lo slogan “oggi cade il governo di SYRIZA domani cade il governo di SYRIZA. Vi annoierete perché quattro anni sono tanti… è arrivato il leader provvisorio di Nuova Democrazia Plakiotis è ci ha detto che il sistema delle pensioni era sostenibile e che lo abbiamo distrutto noi in 10 mesi”, ha aggiunto Alexis Tsipras.
Secondo il primo ministro greco negli ultimi sei anni sono stati liquidati i diritti dei lavoratori, sono diminuiti stipendi, aumentata la precarietà e “sono stati commessi crimini contro lo stato sociale, gli ospedali, le università, le pensioni per pagare il debito… con un ben eseguito piano di ispirazione neoliberista”. “Questo abbiamo ereditato. Non era un errore o un incidente. È stato un disegno di ispirazione neoliberista”, ha aggiunto Tsipras considerando che il terreno su cui è stato chiamato a intervenire il suo governo “era minato dall’inizio” e che oggi è necessaria una profonda riforma dello stato che presuppone “un rovesciamento radicale degli equilibri non solo in un paese, ma in tutta l’Unione europea”, una cosa “che non si fa in un giorno”.
Il “No” al referendum
Il primo ministro greco ha fatto anche un riferimento diretto a chi ha abbandonato SYRIZA dicendo che “immaginavano una vittoria facile lasciando sotto silenzio gli equilibri internazionali negativi”, mentre ha considerato che “il “No” al referendum ha rafforzato la posizione negoziale per un accordo più flessibile”.
Tsipras ha sottolineato che il suo governo ha rovesciato gli impegni del governo precedente per una totale liberalizzazione dei pignoramenti e le aste delle prime case, attraverso una legge di bilancio che “offre un segnale di giustizia sociale in condizioni di pressione sui conti dello stato”. Per Tsipras non solo sono smentite le previsioni per la liberalizzazione dei pignoramenti e la messa in asta delle prime case, ma sono stati protetti i più deboli dei debitori rifiutando gli impegni del precedente governo e le pressioni dei creditori per coprite solo il 16% dei debitori con mutui impagabili per la prima casa.
Il “No” al referendum non ha portato il paese fuori dall’euro, i controlli di capitale non hanno portato al crollo delle banche e i tagli ai depositi bancari, le elezioni non hanno paralizzato l’economia ma hanno confermato la volontà di cambiamento, l’accordo sulla protezione delle prime case garantisce le famiglie e la recessione non sarà con due cifre come prevedevano molti ma allo 0%, ha detto Tsipras.
Stop alla recessione – Crescita il 2016
Tsipras ha riconfermato l’ottimistica previsione che l’economia greca non avrà un altro anno di recessione nel 2015 e rimarrà stabile, smentendo le iniziali previsioni di recessione al 4% a causa dei controlli di capitale imposti dalla BCE, sperando di tornare in crescita nel secondo semestre del 2016.
Per il governo greco l’aumento delle entrare nelle casse dello stato ha fatto diminuire le previsioni di recessione al 0,7% di fronte al 1,3% delle previsioni iniziali, mentre anche queste previsioni per la recessione saranno smentite grazie al buon andamento del turismo greco l’estate prossima, visto che sono state smentite le previsioni negative che potevano avere i controlli di capitale sull’economia dei paese.
Tsipras ha sottolineato il fatto che la battaglia contro l’evasione fiscale ha portato in pochi giorni 800 milioni di euro nelle casse dello stato solo dagli evasori della Lista Lagardere, mentre continua il controllo delle off-shore e si prepara la legge per la dichiarazione volontaria dei depositi bancari all’estero.
Per quando riguarda il catasto dei beni mobili e immobili Tsipras ha sottolineato che per i beni immobili non si fa con lo scopo di confiscare gli oggetti di valore ma per avere un monitoraggio efficiente sulle variazioni della proprietà d parte delle autorità fiscali.
Per quando riguarda le ingiustizie sociali Tsipras ha accennato le iniziative per i pasti nelle scuole, per la prima volta dopo sei anni l’assunzione di personale nel settore della sanità e l’aumento della spesa per gli ospedali di 300 milioni di euro.
No alla festa per la diminuzione della disoccupazione
Tsipras si è presentato con grande modestia e umiltà di fronte alla diminuzione della disoccupazione. “Non faremo festa” per la diminuzione del tasso di disoccupazione perché “rimane a livelli inaccettabili per un paese dell’Unione europea”. Il governo greco cerca di assorbire altri 450-500 milioni di euro dai fondi europei ESPA, per far partire il prima possibile 12 programmi per 104.000 disoccupati e continuare con programmi per altri 100.000 disoccupati per il 2016.
Facendo riferimento ad altre misure per la crescita, il primo ministro greco ha sottolineato che gli investimenti pubblici arriveranno ai 6,75 miliardi di euro e saranno aumentati quelli dei fonti europei ESPA di 300 milioni perché “abbiamo fatto togliere opere che evidenziavano logiche clientelari”.
Con grande soddisfazione Tsipras ha detto che lo stato ha incassato 1,2 miliardi di euro dalla “misura unilaterale che abbiamo imposto ai creditori” che prevede la possibilità di pagare i debiti allo stato in 100 tranche. Più di 1.110.000 persone fisiche e imprese hanno approfittato di questa misura di SYRIZA.
A marzo il governo di Tsipras presenterà il suo piano di ricostruzione produttiva del paese che comprende la creazione di una banca per lo sviluppo e il rafforzamento delle banche cooperative e metterà le basi “per un nuovo, innovativo e giusto modello produttivo”.
Basta morti nel Mar Egeo
Tsipras non ha mancato di fare un ampio riferimento sulla questione dei rifugiati e degli immigrati sottolineando che sono stati smentiti tutti quelli che puntavano sull’espulsione del paese dalla zona di Schengen, mentre ha lanciato qualche frecciatina al partito di Nuova Democrazia che nel Consiglio dei Leader Politici non ha potuto trovare nemmeno un punto di accordo con il governo sulla questione dei rifugiati e gli immigrati, perché Nuova Democrazia è contraria alla creazione di centri di accoglienza nelle isole e con i grandi gruppi di interessi privati e clientelari “ci rimproverano perché non lasciamo annegare le persone nel Mar Egeo”.
I “numeri” di Tsakalotos
Il ministro delle Finanze Euclide Tsakalotos ha fatto un duro attacco contro il partito della Nuova Democrazia parlando dopo il presidente dei conservatori Plakiotis denunciando la falsità della politica della Nuova Democrazia e che ora si dichiara contro “gli aumenti di 10 – 12 cose”. “Ho una domanda… Tutte queste cose erano comprese nel piano Juncker per il quale siamo andati al referendum. Voi avete votato “si” per applicare tutte queste cose? Tutte queste erano nel piano Juncker. O ho fatto un errore e avete votato “no”?”, ha detto Tsakalotos.
Il ministro delle Finanze ha ricordato al presidente della Nuova Democrazia che durante i governi di Pasok e Nuova Democrazia il reddito nazionale ha avuto un crollo del 25%, la disoccupazione ufficiale è arrivata al 28% e la percentuale dei greci che vivono vicini o sotto l’indice della povertà è saltata al 33%. Tsakalotos ha ricordato anche che Pasok e Nuova Democrazia hanno perso il 50% dei voti che avevano complessivamente prima di applicare i memorandum.
Per il ministro delle Finanze la tassazione in Grecia è solo di 1% più alta dalla media in Unione europea e quello di cui ha bisogno il paese è di ristrutturare il sistema fiscale e allargare la sua base, facendo pagare anche ai ricchi le tasse.