La guerra a parole e solo su twitter

per Vecchia Talpa
Autore originale del testo: Vecchia Talpa
Url fonte: https://vecchia-talpa.blogspot.com

A quasi un anno e mezzo ( Agosto 2018) dall’entrata in vigore del decreto Dignità l’ISTAT prova a fare un consuntivo statistico.
Il decreto avrebbe dovuto, nelle promesse di Di Maio, dare dignità ai lavoratori eliminando i contratti precari, di fatto, o rendendoli meno facilitati, più tutta una serie di ammennicoli che erano solo riempitivi.
L’ISTAT rileva che nel 2019 vi è stato un calo dei contratti stabili (-75mila), mentre crescono quelli a termine (precari) (+17mila). Arrivando a toccare quota 3 milioni 123mila rapporti di lavoro precari, l’ennesimo record storico. L’effetto contrario, insomma, rispetto all’obiettivo del decreto dignità.
Ma questo lo si intuiva già fin dall’inizio, partendo da un dato materiale ed oggettivo.
D’altra parte confermata anche dall’altra promessa da marinaro del job Act di Renzi. Anch’esso prometteva la fine del precariato, la nascita del lavoro a tutele crescenti. Di fatto l’unico risultato portato è stato la fine dell’art.18 e 42 forme di contratti per il precariato.
Il Decreto Dignità ha persino reintrodotto i Voicher la forma di contratto più mortificante per il lavoratore. Altro che fine del precariato!!!!
Il datore di lavoro assume se vi sono le condizioni materiali per una ripresa della produzione e assume a tempo indeterminato solo se queste condizioni danno segnali di lunga durata.
Dunque sono le condizioni materiali di mercato che determinano le politiche di assunzione e non il contrario!
Banale, ma di questi tempi sembra una illuminazione!!!! Infatti sia con il Decreto Dignità, sia con il Job Act le assunzioni hanno avuto un certo incremento solo fino a quando sono durati gli incentivi e sgravi fiscali per i datori di lavoro Terminati i quali, intascate le agevolazioni, tutto è tornato come prima, anzi più di prima. Perché nel frattempo la crisi è peggiorata!!!
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