LA GIORNATA DELLA TERRA E I SEGRETI DELLE PIANTE

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

LA GIORNATA DELLA TERRA E I SEGRETI DELLE PIANTE

La primavera è arrivata e con essa la fioritura che ci sorprende come sempre, anche nei dintorni cittadini, anche nelle periferie difficili e inquinate. Nella pianta più umile, quella dei cigli della strada, dei bordi, degli anfratti, ai lati della plastica e della sporcizia, quella fioritura è lì davanti ai nostri occhi distratti. La pianta con i suoi fiori si eleva, si inchina verso l’alto.

È bello e riconfortante vedere quei fiori cittadini, costanti e resistenti. La Natura è presente e si mostra anche nelle nostre città inquinate, rumorose, sporche. Tra i binari del treno, laddove c’è un poco di terra, nei muri di recinzione. Stamattina, nel vicoletto che mi conduce fuori casa.

E’ una consolazione che mi dà gioia. Suscita la mia meraviglia. E a questa meraviglia fa seguito certa venerazione per quello che sto osservando. Comincio a sentirmi in armonia con le leggi della vita.

Ora sul treno, vedo quella improvvisa fioritura di papaveri rossi, nei posti più inospitali. Emergono dalla massicciata, tra sassi e chissà che sporcizia. E anche la rigogliosa ginestra gialla oro che superba si impone sul proprio verde arbusto a colorire macchie, a ridosso degli spazio urbani.

Davanti al mio occhio c’è il mondo delle piante, quelle umili, furtive.

Si vede allora come dalle lontananze giungano forze che traggono il vivente dal grembo di ciò che è senza vita. Si scorge nel vivente l’essenza che si svincola dal rapporto puramente terrestre e si fa rivelatore di ciò che dagli spazi cosmici agisce.

Nella pianta più umile, quella appunto dei cigli della strada, dei bordi, degli anfratti, si scorge l’entità della luce cosmica. La pianta ascende, vuole staccarsi dalla Terra dove pur ha radici. Si apprezza la differenza tra il terrestre che domina in ciò che non ha vita e il fattore cosmico che suscita il vivente. In questo mondo del terrestre e del cosmico siamo inseriti noi umani.

La pianta non deriva la sua forma né la sua vita solo dalle forze minerali, mi pare di poter dire. La pianta si eleva e si impone all’attenzione, non posso trattarla alla stregua del terriccio. Il fiore e le foglie sono lì, nella loro umile eppur pervasiva presenza silenziosa, ondeggiano al vento, mi chiamano. Una visione distratta vorrebbe farci trattare la parietaria che sbuca dalla parete alla stregua del muro. La pianta, dicono, contiene le stesse sostanze del terreno, e vorrebbero ridurla a questo. Ciechi!

Valga qui la lezione di Goethe quando descrive il fenomeno della anastomosi vascolare, ovvero l’incontro di elementi e fasci vascolari nelle foglie e nel fusto. Se seguendo il metodo di Goethe ricreiamo nella mente le ripetute separazioni e riunioni di vasi di linfa, in vista del fatto che la forma esterna della foglia ne è risultato dinamico nella crescita, allora sorge alla nostra percezione interiore l’immagine dell’attività di tessitura. Proprio così, le ripetute separazioni e riunioni sono una tessitura vegetale che la luce stimola.

E mentre le foglie devono il loro primo nutrimento alle parti acquose che traggono dallo stelo, sono in debito con la luce e l’aria per la crescente perfezione e raffinamento. In verità, tutte le forme vegetali della Natura sono intessute di luce. La tessitura è finalmente opera della luce.

Ma in un altro contesto* Goethe afferma: ”….La fabbrica dei pensieri è simile ad un bel lavoro eseguito dal tessitore al telaio, dove un colpo di piede mette in movimento mille fili. Le spole vanno rapide in qua e in là, i fili scorrono invisibili, ed un solo colpo genera mille maglie…”. Dunque il pensiero separa e riunisce elementi in una tessitura perenne. Un pensiero deriva dall’altro. Un concetto non possiamo spostarlo di luogo a piacimento, i pensieri sorgono e si connettono come… sorge un organismo.

Allora applicando alla attività della Natura la stessa immagine che descrive l’atto di pensare, si può dire che c’è conformità tra il pensare e il modo in cui la Natura produce le forme vegetali.

Misteriosa conformità, misterioso denominatore comune. In entrambe è presente la tessitura. In questa zona troviamo un singolare incontro tra il mondo fisico e il mondo spirituale. Un pensiero deriva dall’altro allo stesso modo in cui sorge un organismo come la foglia!

                             * * * * * * * * * * *

Siamo andati molto lontano partendo da quelle umili pianticelle ai bordi del cammino, sui muri, tra gli anfratti. Accomunati alle piante, grati alla vita.

Quella conformità tra il pensare e il modo in cui la Natura produce le forme vegetali, non ci suggerisce che quelle forme abbiano avuto origine dal Pensiero creatore, così come tutte le forme non siano altro che Pensieri plasmati nella materia?

FILOTEO NICOLINI

Immagine: Malva selvatica/ I fiori di Mark.it

*Fausto, Pag. 93, Feltrinelli Editore, 1993.

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