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di Luigi Altea, 9 dicembre 2017
Il poeta palestinese Mahmud Darvwish, termina una sua bellissima poesia con questi versi:
“Mentre pensi agli altri, a quelli lontani, pensa a te stesso,
e ripeti: : magari fossi una candela in mezzo al buio”.
Ecco, ci vorrebbe una candela, per rischiarare questa lunga notte, questi tempi di fantasmi e di incubi.
Una candela per dissolvere l’oscurità nella testa dei pazzi che governano il mondo.
Verrà la pace, pensavamo e speravamo…
Oggi sappiamo che non potrà arrivare, come un dono, dall’incontro dei potenti…
Non verrà come risposta ai nostri appelli, alle nostre marce gioiose, e alle nostre bandiere colorate…
E neppure sarà l’atto di chi cede alle urla di dolore e di sdegno…
Da tutto cìò abbiamo avuto solo qualche ora di tregua.
Pause per la pubblicità e la propaganda.
Per poi rivedere macerie e rovine, lembi di pelle, brandelli sparsi di corpi…
Sangue e infinite lacrime.
Sembrerebbe l’ora della disperazione.
E tuttavia, dentro il groviglio dolente di questi giorni confusi, voglio continuare a credere che il filo rosso della storia, contro ogni apparenza, sia ancora saldamente nelle pazienti mani di chi, ostinatamente, vuole battersi per porre fine all’arbitrio e alla prepotenza del più forte.
Nelle mani, nei cuori e nelle menti, di chi è disposto anche a sacrificare la sua giovane vita, per affermare il diritto alla libertà e all’uguaglianza.
Continuo a sperare che il mondo si farà più giusto, che l’inerme e il violento si riconcilieranno…
Non perché se ne scorgano i segni, ma perché nella profondità della carne di ognuno, della vittima come del carnefice, è riposto comunque un seme di umanità.
Un punto luminoso, un’inguaribile nostalgia di rapporti finalmente umani, senza violenza e senza inganno.
Oltre ogni ragionevole constatazione, rimango convinto che Il futuro non appartiene a chi detiene la chiave della gabbia, ma a chi avrà la forza di liberare la speranza…
E di permettere alla vita di aprire le sue ali e di cominciare finalmente a volare.
Che la forza e la pace siano con te, Palestina!