La figuraccia mondiale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1780

Rohani

di Lucia Del Grosso – 27 gennaio 2016

Ancora sotto shock per la pagliacciata delle statue provo a raccontare quel poco che mi è venuto in mente dal momento in cui ho letto la notizia. Cronologicamente, man mano che capivo cosa fosse veramente successo. Tutte cazzate come meritano i personaggi di questa farsa.

  1. Se vi disturbano le statue l’Italia è l’ultimo Paese in cui dovevate venire: qui abbiamo più statue che alberi. Va bene l’ospitalità, ma se invito uno a cena non è che rifaccio l’arredamento se non incontra i gusti del mio ospite. E poi, scusate, ma se la delegazione ha problemi con la democrazia laica, che facciamo, organizziamo un golpe per farla sentire come a casa sua?
  2. Ma poi ho letto che non è andata così, gli Iraniani non hanno minimamente accennato alle statue, è stato tutto frutto del genio italiano.
  3. Ah, i poveracci che fuggono dalla guerra e dalla fame devono annegare in mare, quelli che sfruttiamo per la raccolta di pomodori facendoli crepare sotto il sole devono pregare nei garage e questi qui non devono nemmeno chiedere che ci esercitiamo pure nella lettura del pensiero per venire incontro ai loro desiderata? Potenza di 17 miliardi! E bel messaggio da parte di un Paese che, dicono, è governato dal centrosinistra! In relazione un Paese governato dal centrodestra dovrebbe attrezzare i campi di concentramento per i profughi e ospitare gli sceicchi in suites con i tavoli d’oro massiccio, ma con le gambe coperte con la stoffa, come ai tempi della Regina Vittoria.
  4. Ma non si è trattato nemmeno di questo. Infatti poco tempo fa il ministro Franceschini si è recato a Teheran per la cerimonia della restituzione all’Iran della statua di Penelope, che ora è ospitata al museo nazionale. AQuindi gli Iraniani non hanno nessun problema con le statue, anzi, quando gliele ciulano, le rivogliono indietro per reintegrarle nel patrimonio artistico nazionale. E allora perché coprire le nostre con quei catafalchi di cartone? Ma perché si sono informati sulla cultura islamica andando su Wikipedia.
  5. Immagino perciò l’incazzatura degli Iraniani: noi saremo pure sanguinari nelle esecuzioni, ma non siamo buzzurri.
  6. E qui arriva il capitolo più esilarante della vicenda: la caccia al brachettone. Franceschini, che non trova niente da ridire durante il tour tra i catafalchi, poi, dopo essere stato spernacchiato sulla stampa mondiale, dichiara che non ne sa niente. Palazzo Chigi idem. Adesso troveranno uno a cui appioppare la colpa di questo massacro di immagine. E nessuno si chiederà come mai è potuto succedere, cioè non CHI ha sbagliato, ma COSA è sbagliato. E quello che è sbagliato è una classe dirigente approssimativa e impreparata che non sa organizzare la catena di comando, cioè la linea gerarchica con cui si prendono le decisioni a tutti i livelli. Le strutture sono mandate allo sbaraglio, le decisioni sono lasciate a chi resta con il cerino in mano e la responsabilità non ricadrà mai in alto, ma sempre su chi è sacrificabile.
  7. Bella lezione che se ne ricava sui rapporti da tenere con il potere: se la classe dirigente è all’altezza, sa governare, sa dare direttive, allora saprà anche tirare fuori il meglio dai collaboratori. Se è mediocre, meglio non essere servili nella speranza di ricevere il premio perché è più facile ricevere calci. Dire qualche NO forte e chiaro, tanto i troppi SI’ prima o poi si sconteranno. Un’élite inetta che passa da una comparsata all’altra invece di dedicarsi ad organizzare le strutture di competenza non ha l’integrità morale necessaria per assumersi la responsabilità di ammettere la sua insipienza: cercherà sempre quello più a portata di mano per addossargli le sue colpe.
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