Fonte: Sandor Marai, La donna giusta
breve recensione di Lina Lombardo
Ho riletto a distanza di tempo “La donna giusta”. Ricordavo – e la rilettura non ha fatto altro che confermare – come fosse un romanzo superbo, degno di un altrettanto superbo, grande scrittore, attento al cambiamento dei tempi nei suoi risvolti più profondi e significativi, acuto nella sottile presentazione psicologica dei personaggi che raccontano la storia capace di cambiare il mondo e le persone e di converso come le persone sono protagoniste e allo stesso tempo suddite e succubi della storia.
Perché il fulcro del romanzo è la grande storia, trama, non troppo nascosta, ordita con storie individuali d’amore e di passioni che appunto non fanno altro che comporre la grande storia.
Quella che si ripete incessantemente attraverso la clessidra delle nostre vite.
Riporto un breve inciso – si riferisce al consumismo indotto dalla pubblicità – che potrebbe essere rivisitato in tempi attuali sotto un altro aspetto, quello politico. La pubblicità con la quale i politici tentano di lobotomizzarci per fare di noi pedine sulla loro scacchiera, dove lo scacco matto è sempre a loro favore. Una riflessione accurata potrebbe aiutarci….
Lina Lombardo
“ Il proletario è sempre proletario e il signore continua a essere signore…..
…Mi vuole imbottire di ogni genere di roba, come l’oca per la festa di San Martino, mi vuole far ingrassare per bene, perché lui riesce a rimanere borghese se io, il proletario, mi metto a comprare tutto quello che lui cerca di sbolognarmi…”
Sandor Marai, La donna giusta, 1941