La disperata dignità di un italiano al tempo di Mario Draghi

per Franco D'Emilio

No, non è una storia deamicisiana da libro “Cuore”, è, invece, la storia attuale di un italiano al tempo di Mario Draghi, una storia insolita, al tempo stesso bellissima e triste: bellissima perché profuma di tanta umanità, anche sofferta e dolorosa; triste perché richiama le tante contraddizioni, ingiustizie, i tanti bisogni che ancora spaccano la società italiana. E’, però, anche una storia di speranza, perché no di redenzione, meritevole della nostra attenzione, a qualunque latitudine si viva, da nord a sud del nostro inquieto paese. Certo, in contrasto con il linguaggio profetico e decisionista di qualche sociologo o politologo non è una storia da Italia 4 punto 0 né da 3.0 o 2.0, ma solo la vicenda 0 punto 0 di uno dei purtroppo ancora troppi italiani con poco o nessun futuro dinanzi a sé.

Giorni fa a Pistoia, antica città toscana di fondazione romana, dove, fra l’altro, ho vissuto alcuni anni, il titolare di un bar, aprendo di primo mattino il suo esercizio, si accorgeva come dal contenitore delle paste, lasciato dal pasticcere davanti alla sua saracinesca, mancassero alcune brioches, non più di tre. La cosa non era una novità, altre volte era successo a lui ed altri titolari, quindi sarebbe finita così, un colpo ad opera dei soliti ignoti. Invece no, giorni dopo, lo stesso commerciante, sempre all’apertura del suo locale, trovava infilati nel binario della saracinesca un biglietto, scritto a stampatello, con accanto una banconota da 10 euro, come si vede nella foto qui allegata: “Buongiorno, mi scusi, l’altra mattina avevo fame e non avevo soldi. Grazie” Il reo, in questo caso ladro di brioches, era tornato sul luogo del delitto per restituire il maltolto, pure in modo sproporzionato, 10 euro per tre brioches! A suo favore solo la dichiarata attenuante della propria fame e povertà. L’accaduto è corso tra le strade e i vicoli del centro storico di Pistoia, suscitando stupore, commozione, pure l’offerta di un lavoro, insomma una speranza al povero sconosciuto.

In tempi tanto opachi, nei quali si lucra, si truffa, si ruba per cifre a sei zeri di euro, persino sulle necessità antiCOVID, la notizia del pentito ladro pistoiese di brioches fa forse sorridere, ma credo che assuma, invece, un grande significato didascalico, quello di insegnare il valore della dignità: con il suo biglietto in stampatello il nostro fratello povero e affamato ci ha trasmesso il rispetto della dignità personale, anche se disperata, come nel suo caso, ha richiamato il senso del pentimento per la consapevolezza del male compiuto ad altri, pur se per il valore di solo tre brioches. Immagino qualcuno dica che i poveri esistono da sempre, quindi inutile farne un problema, e, così, tenti ipocritamente di ridurre ad una pagliuzza il trave della crescente, pesante povertà nazionale: a costui o costoro ribatto che per fortuna esistono i poveri, gli unici che con il loro esempio possono, come in questo caso, uso le parole dell’indimenticabile don Lorenzo Milani, “raddrizzare il mondo ingiusto perché avvezzi, a differenza del ricco, a misurarsi con il bisogno ed il passo mai più lungo della propria gamba”.

Questa storia amara di un italiano povero al tempo dell’economista e tecnocrate Mario Draghi mi ha commosso, forse anche perché rincitrullito, come si dice a Firenze, dall’avanzante età senile che tanto intenerisce il cuore, eppure quel biglietto con la confessione di reo in stampatello, unito ad un biglietto da 10 euro, mi è parso una grande sfida a tanta sicumera politica che sempre più governa italiani sudditi e sempre meno cittadini italiani.

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