La destra, la sinistra, il virus (e Trump)

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La destra, la sinistra, il virus (e Trump)
Se c’è una cosa, una ma paradigmatica, che la destra proprio non riesce a capire, perché non appartiene al suo specifico orizzonte di comprensione, è il senso di socialità. Che invece è ciò che dovrebbe caratterizzare la sinistra, e da cui essa deriva ogni altra considerazione (dal bisogno di solidarietà all’idea di equità e uguaglianza e alla lotta conseguente contro lo sfruttamento e le forme di schiavitù). Prendete Trump. Nonostante il lussuoso ricovero, è ancora lì a dire che lui si è battuto come un leone e ha sconfitto il virus; e che questo va appunto sfidato vis a vis, uscendo in strada e togliendo le mascherine come ha fatto lui alla prima occasione. È una visione tutta ritorta su se stessa, ignara colpevolmente che le malattie sociali si battono con l’intelligenza sociale, una buona sanità pubblica e sicuramente tutti assieme. Trump non capisce che se lui fosse stato povero e nero, oggi si sarebbe trovato in ben altra condizione, e avrebbe affrontato la malattia così come l’affrontano gli americani ultimi in graduatoria. Spesso soccombendo.
Ecco il senso dell’altro e della socialità, ecco l’idea generale che la destra competitiva, egoista e individualista manca totalmente di comprendere. Società complesse come la nostra non si governano a colpi di Legge e Ordine, oppure gridando vittoria dopo cure di lusso pagate dai contribuenti americani. Alla destra, di cui Trump, Johnson, Bolsonaro, Orban, Salvini, Meloni e Berlusconi sono campioni, sfugge il senso stesso del nostro destino comune, di donne e uomini che devono affrontare i problemi nel contributo solidale di tutti, partendo sempre da chi ha più bisogno. Sfugge la visione dell’altro. Sfugge il bisogno di comunità, coesione, solidarietà di cui il Covid-19 ha massimamente evidenziato la necessità. Ecco perché il virus li ha spiazzati, ecco perché battuto il virus, molto probabilmente, tutto potrebbe tornare come prima, se non faremo qualcosa prima. Tipo una sorta di riscossa politica e culturale che approfondisca e diffonda come senso comune la lezione del virus, sposti risorse verso la ricchezza sociale e prepari i contenuti e le forme di una transizione progressiva a una società più rispettosa dei valori umani di solidarietà e uguaglianza.
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