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di Giovanni La Torre
Povero Draghi! Non riesce a raccapezzarsi che con tutta quella moneta che ha immesso, l’inflazione non si è rialzata per niente. Nel suo intervento alla Bundesbank del 4 febbraio è arrivato a dire: “Ci sono forze nell’economia globale oggi che, tutte assieme, stanno mantenendo bassa l’inflazione”. La prossima volta dirà che è tutta colpa del complotto plutogiudaicomassonico (oddio, secondo il libro del massone pentito Gioele Magaldi Draghi sarebbe affiliato a ben cinque logge …).
Ora, a parte l’aspetto comico che sta assumendo tutta la questione, nel vedere un banchiere centrale incaponirsi nel cercare di risolvere una sorta di “cubo di Rubik” senza riuscirvi, vi è un fatto più serio che va segnalato, e cioè che a furia di dire che bisogna combattere la bassa inflazione si sta creando l’idea che sia la bassa inflazione di per se stessa il male, mentre questo non è vero, la bassa inflazione è indice, sintomo, di un male, quello di una domanda insufficiente che crea eccesso di capacità produttiva e quindi esaspera la concorrenza dei produttori attraverso i prezzi, per vendere (il caso più eclatante è quello del petrolio).
La precisazione non è questione secondaria, di lana caprina, bensì sostanziale ai fini della cura. Perché a furia di considerare la bassa inflazione di per se stessa il male ci si ostina a combatterla direttamente, ma in realtà in questo modo si combatte un semplice sintomo e non la causa della malattia. Questo è l’atteggiamento di Draghi, il quale così non ne viene mai a capo, e con il rischio di provocare effetti collaterali negativi (bolle speculative) per l’uso della medicina (moneta) sbagliata nell’attuale tipo di congiuntura.
Inoltre, vedete, è falso dire in modo perentorio che la bassa inflazione è comunque negativa, per esempio, perché aumenta l’onere per il rimborso dei debiti, a differenza dell’inflazione che invece l’allegerisce. Sono concetti relativi, nel senso che bisogna vedere qual è il comportamento dei tassi di interesse. Perché se i tassi seguono, superandola, l’inflazione, i debitori quello che guadagnano dal fatto che rimborsano in moneta svalutata, ci perdono per l’aumento del tasso di interesse, quindi il conto pareggia o può addirittura peggiorare se si innesca un circolo vizioso inflazione – tassi di interesse. E questo è tanto più vero in un’epoca in cui gran parte dell’indebitamento è indicizzato. A parte il fatto che non si capisce perché si debba prendere le parti dei soli debitori e non anche dei creditori (depositanti), o dei percettori di redditi fissi.
Comunque non vogliamo essere fraintesi. Certo che l’inflazione è bene che cresca fino al fatidico 2% ma, quello che vogliamo ribadire è che l’aumento deve avvenire perché la domanda finalmente supera l’offerta e non perché i prezzi si cerca di farli crescere artificialmente, anche perché poi non accade. E allora se uno come Draghi è andato dicendo in giro che “il modello sociale europeo è morto”, che in Europa prima dell’austerità eravamo abituati a “essere pagati senza lavorare”, che grazie all’austerità medesima questo mondo è finito e ci aspetta un nuovo miracolo economico, e altre cretinate della stessa risma, è logico che ha dato manforte a coloro che operano perché la domanda si affievolisca e l’inflazione si sgonfi.
E pensare che i media lo chiamano ancora il “super Mario”. Sì, delle c … te.
Cordialmente. Alla prossima.
2 commenti
Non diamo a Draghi le colpe di Berlino e Bruxelles.
La situazione è brutta, se non c’era Draghi sarebbe stata tragica.
Draghi non è il marziano messo li a sua insaputa.
E’ il massimo esponente della politica economica monetarista Teorico e anche nella prassi. Tale teoria lui la sta applicando non contro o in disaccordo con la UE e i tecnocrati della Troika, ma insieme e con la loro collaborazione. Tale teoria economica vuole l’intervento delle banche centrali attraverso profusione di liquidità sperando che questo porti ad aumento dell’inflazione , che non è l’obbiettivo finale , ma solo lo strumento, secondo la teoria, che spingerebbe l’offerta e gli investimenti ad incrementarsi. ( In regime d’inflazione il capitale va investito altrimenti perde col tempo il suo valore)
Peccato però, piccolo abbaglio, che se ammesso fosse vero l’assunto in condizione di crisi di sottoproduzione non lo è in condizione di sovraproduzione ( come quella attuale) non lo è in condizione di bassi salari e quindi di crisi di consumi( perché produrre se nessuno compra?) e non lo è sopratutto in condizione di eccessi di liquidità. Tale liquidità non produce inflazione perchè non è liquidità messa in circolazione nel mercato, ma tenuto nei cassetti dalle banche che soffrono di credit cranch, che hanno bilanci con una sottoesposizione nel fondo di garanzia e che al primo test crasch salterebbero in aria. Prendendo soldi dalla BCE a tassi zero e capitalizzandoli nei bilanci tentano di tamponare la situazione imbellettando i bilanci
Tutto questo Draghi e i suoi tecnocrati non lo possono ammettere, pena l’abiuro del loro credo monetarista e neoliberista e come i generali americani nel Vietnam se lo sgancio di napalm non ha effetti sperati non resta che aumentiamo i bombardamenti!