La crisi della politica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
La crisi della politica
C’è del vero in quel che alcuni ostentano. E cioè che la calata di Draghi tramite investitura presidenziale (in certo senso autocratica) è una conseguenza del fallimento della politica. Ma la causale di questa debacle non ha nulla a che vedere col governo giallo-rosso. Il quale è stato tolto di mezzo proprio per la sua pretesa, per quanto debole, di ripristinare il primato della politica nella governance di sistema (e quasi stava riuscendoci, uno dei governi più dignitosi dell’ultimo ventennio….). Il nucleo della crisi è piuttosto nell’incapacità della borghesia di assecondare il dominio tramite un partito politico ‘centrale’ capace di svolgere in ambito democratico la funzione di governo del sistema e di procedere a una mediazione sociale che tenga la sinistra lontana dalle leve del potere più importanti. Un deficit fattosi palese con il crollo della Dc, irrisolto nell’epoca del bipolarismo e nuovamente conclamato col fallimento del Pd renziano come ‘partito della nazione. In questo senso Draghi, come prima di lui Ciampi e Monti sono espressioni di una sorta di tecno-cesarismo che esime dall’obbligo democratico nella costruzione del consenso nelle situazioni di crisi. La manifestazione del male, un toccasana occasionale in condizioni d’eccezione, non la sua soluzione. Nel mentre il rimasuglio del ‘centro’ politico continua ad essere interpretato da una pletora di individui inadeguati, smaniosi, incompetenti e persino con serie tare mentali…In fondo se Draghi arriva per la mano assassina di Renzi (peraltro ben pianificata) è anche per impedire che il ‘centro che non c’è’ sia occupato da un balordo della sua misura.
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