Ma la colpa è del bajon

per Vecchia Talpa
Autore originale del testo: Vecchia Talpa
Url fonte: http://vecchia-talpa.blogspot.it

di Vecchia Talpa – 2 febbraio 2016

 Kellermann: “Il problema non è il bail in ma gli abusi sui titoli venduti”.

Così l’avvocato olandese incaricato dei piani di risoluzione delle banche italiane e tedesche. La visione dell’ex direttore esecutivo della Banca è opposta a quella di Visco.
Qual’è la ragione?
Ma intanto l’avvocato sta preparando il dossier e il piano per il risanamento strutturato delle banche e saranno “cazzi acidi” sopratutto per Visco e il sistema bancario italiano..
E’ poi è talmente evidente la corsa del Banchiere d’Italia a deresponsabilizzarsi nel vano tentativo di scaricare le colpe del crack delle Quattro Banche su cose e leggi che ( il Bail-In in questo caso) non centrano assolutamente nulla.

Due o tre cose sono certe e vere.

1) La Banca d’Italia non ha vigilato, controllato, in tutti questi anni sulla correttezza delle operazioni di credito operate da queste Banche e se lo ha fatto lo ha fatto in maniera blanda e superficiale (ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, la Banca d’Italia ha multato la popolare dell’Etruria e del Lazio per 2,54 milioni di euro. La sanzione è a carico di 18 tra componenti ex componenti del collegio sindacale e del cda, ma null’altro ha fatto seguito, nonostante le irregolarità fossero gravi e ripetute istituto travolto “in modo irreversibile” da “progressivo degrado”).
2) La Consob non ha ispezionato sulle operazioni borsistiche in termini di trasparenza e di legittimità da parte di queste Banche. Obbligazioni subordinate con fattori di rischio elevatissimi vendute senza certificato di rischio Non agli investitori cosiddetti “istituzionali”, cioè gli altri istituti bancari, i fondi di investimento, le finanziarie, come la prudenza avrebbe suggerito. Banca Etruria chiedeva a Consob di poterli vendere ai normali cittadini, meglio se già clienti. E la Consob autorizzò.

3) Il ministero dell’Economia e il Governo pur ricevendo informative dalla Banca D’Italia non ha mandato la Guardia di Finanza per verificare la correttezza nell’informativa ai suoi clienti, in presenza di  false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e di falso in prospetto. Come si legge dall’informativa inviata al ministero dopo la visita degli ispettori della Banca D’Italia.

Da tutto questo due sono le considerazioni.
Cosa centra in tutto questo il Bail-IN? ( che ha dalla sua altre distorsioni, ma non di questa natura).

Le responsabilità e le colpe sono da ricercarsi altrove prima su tutte nel potere bancario e politico. Ecco il perché del polverone nel buttarla in caciara.

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