La Capa e la fidanzata

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1885

di Lucia Del Grosso – 1 aprile 2016

La “capa” sarebbe Maria Elena Boschi, così la chiamano quelli che sarebbero in procinto di costituire una corrente del PD con lei. La “fidanzata” sarebbe Federica Guidi, qui non devo spiegare nulla.

La lettura che dà gran parte della stampa della nota vicenda della “capa” e della “fidanzata” sarebbe quella di un ministro che ha peccato di semplice precipitosità nell’avvertire il compagno di un emendamento infilato nella Legge di Stabilità per telefono invece di aspettare di tornare a casa e dirglielo a voce. La “capa” invece, poveraccia, mica si può mettere a requisire i telefoni dei ministri e quindi non c’entra.

Che si tratti di una norma che doveva essere contenuta non in una leggina qualsiasi, ma nello Sblocca Italia, cioè in una legge che detta, tra l’altro, le linee della politica energetica in Italia, poi tolta, e poi infilata nella Legge di Stabilità, altro architrave normativo italiano, sembra che sia irrilevante. Cioè è inopportuno che una non si sia saputa tenere una telefonata che le scappava, mentre non è per niente rilevante che due leggi fondamentali vengano approvate con emendamenti inseriti e cancellati di notte e che contengano regali ai fidanzati, tanto per non presentarsi con il solito dopobarba.

Ma chi se ne fotte se gli ha telefonato o gli ha mandato un piccione viaggiatore, scusate, qui si sta parlando di politica energetica nazionale, che viene trattata a botta di emendamenti fatti inserire dal fidanzato, dal cognato, dal cugino, dal lobbista che riesce ad agganciare per primo la “capa” o la “fidanzata”. Perché mica siamo così ingenui da pensare che l’unica pecca dell’azione di questo governo sia un affare di cuore, vero? Se il metodo è quello che ci viene svelato da questa squallida vicenda siamo legittimati anche a sospettare, e vorremmo un’operazione di chiarezza, anche altri intrallazzi o no?

Il che è:

  1. immorale. E non solo perché chi non ha il fidanzato ministro si deve accontentare del dopobarba, ma perché viene scippata la sovranità popolare per trasferirla alle lobby e ai poteri forti;
  2. da cialtroni. Perché come si fa a far ripartire” l’Italia, per usare la retorica di Renzi, senza una politica energetica coerente, ma con interventi spinti in direzioni a casaccio da parenti, amici e altri a cui non si può dire di no?

Emergono tutti i madornali errori della sinistra in  Italia, cioè di quella che ha regalato il PD a Renzi non tanto perché ha vinto le primarie, ma perché gli ha servito la testa di Letta su un vassoio d’argento, è da quel momento che la sconfitta è diventata disfatta. Da allora la sinistra PD ha dovuto accettare tutto: come si fa a non essere leali con un governo, quello di Renzi, che si è contribuito a formare abbandonando al suo destino Letta? Gli elettori e i militanti non avrebbero capito, e infatti è questa la favoletta che raccontano, omettendo ovviamente l’inizio della storia, cioè: “C’era una volta Letta, ma noi abbiamo pensato ad un rilancio dell’azione di governo con Renzi”.

E ora immagino che la sinistra PD solleverà qualche dubbio che si sia trattato solo di una telefonata inopportuna, come dice Renzi, chiederà il tagliando al governo ma la rottamazione no perché quella è roba di Renzi e non ci si può abbassare a quel livello,  chiederà il congresso, ma di dissociarsi da questo governo immorale e cialtrone non se ne parla: il PD è il nostro PD e questo governo è il nostro governo.

Ma non mi fermo qui. Sulla sinistra PD non ho più nessuna speranza, ma su SEL, che si sta accingendo a formare Sinistra Italiana sì. E’ chiara a quei compagni di SEL che inclinano ad alleanze con il PD la vera cultura di governo del renzismo fatto partito o pensano ancora ad un PD cattivo a livello nazionale e buono a livello locale? Si sono fatti un’idea della catena di affari che lega livello locale e livello nazionale e che è emersa in questa vicenda? Pensano veramente che le questioni di Milano si possano giocare a livello di Milano come se Milano fosse un quartierino di un capoluogo di provincia e non un nodo essenziale del Paese al centro delle politiche di governo, trattate come si è visto?

Insomma, vogliono continuare ad essere l’appendice arancione di questo sistema o si sono convinti che bisogna costruirne uno diverso senza tergiversamenti?

fedeboschi

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