Italia/Iran: Terrorismo Premiato

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Maddalena Celano

Maddalena Celano (Assadakah News) – Terrorismo Premiato: L’Italia sostiene i carnefici delle vittime iraniane

L’assegnazione del premio “Donne Coraggiose 2025” a un membro del gruppo terroristico Mojahedin-e Khalq (MKO) da parte del Parlamento italiano rappresenta un insulto alla memoria delle 23.000 vittime del terrorismo in Iran. Questo gruppo, noto per la sua lunga scia di sangue, ha perpetrato attentati, omicidi mirati e attacchi suicidi per decenni, eppure oggi trova spazio nelle istituzioni italiane, travestito da paladino dei diritti umani.
Un passato macchiato di sangue
I Mojahedin-e Khalq non sono una forza di opposizione politica pacifica, ma una delle organizzazioni terroristiche più efferate del Medio Oriente.
Nel corso di cinque decenni, hanno seminato il terrore attraverso:
– Attacchi suicidi e autobombe, causando centinaia di morti tra civili e funzionari governativi.
– Omicidi mirati, colpendo non solo figure politiche, ma anche intellettuali e cittadini comuni.
– Attacchi con mortai, spesso indiscriminati, che hanno ucciso donne, bambini e anziani.
– Rapimenti e torture, con metodi brutali che hanno reso il MKO tristemente famoso anche al di fuori dell’Iran.
– Collaborazione con Saddam Hussein, che ha permesso loro di partecipare alla repressione dei dissidenti iracheni, rendendoli strumenti di un altro regime dittatoriale. Le migliaia di vittime di questo gruppo non sono solo numeri: dietro ogni attentato, dietro ogni esecuzione, c’è una storia di dolore e di ingiustizia che oggi viene calpestata dall’ipocrisia politica occidentale.
L’Ipocrisia dell’Occidente: Terroristi riciclati in attivisti
Nonostante la loro lunga storia di violenza, i Mojahedin-e Khalq sono stati rimossi dalle liste dei gruppi terroristici di Stati Uniti, Canada e Unione Europea. Non perché abbiano smesso di essere pericolosi, ma perché la loro attività è diventata utile per chi vuole destabilizzare l’Iran. L’Italia, con il premio assegnato dal Parlamento, non fa eccezione: travestire un gruppo armato come “difensore dei diritti umani” serve a legittimare la sua agenda eversiva. Questa non è la prima volta che accade: nel 2022, la Regione Piemonte ha assegnato un premio per i diritti umani a un altro membro del MKO, dimostrando che il sostegno istituzionale a questa organizzazione non è un incidente, ma una strategia deliberata.
 
Dove sono le vere difensore dei Diritti delle Donne?
Mentre si premiano esponenti di un’organizzazione che ha usato la violenza per decenni, si ignorano sistematicamente le voci di vere attiviste per la pace e la giustizia. Organizzazioni femminili come Donne in Nero, CODEPINK, la Federazione Internazionale Democratica delle Donne e l’Organizzazione delle Donne della Regione Mediterranea combattono contro la guerra e l’imperialismo con azioni concrete. Queste donne non lanciano bombe né collaborano con dittatori, ma sfidano il potere con la forza della verità e della resistenza civile. Eppure, non ricevono premi né spazio mediatico e sono espressamente ignorate, scotomizzate ed oscurate, da tutti. Oscurate ed ignorate persino dai presunti “anti-imperialisti” (probabilmente perchè la misoginia occulta o manifesta è una piaga trasversale). Perché tutto questo? Probabilmente perché esse non servono alcun interesse, tantomeno gli interessi delle potenze occidentali.

Le vere organizzazioni femminili per la Pace e la Giustizia Sociale

Esistono numerose realtà femministe che da decenni combattono contro guerre, imperialismo e sfruttamento, promuovendo la pace e i diritti delle donne in un’ottica autenticamente emancipatrice. Tra queste (pur essendo molte di più) possiamo citare:
1. L’Organizzazione delle Donne della Regione Mediterranea (WOM)
Un network internazionale di donne che promuove la pace, la giustizia sociale e il dialogo interculturale tra i popoli del Mediterraneo. WOM lavora per la tutela dei diritti delle donne e per il rafforzamento della solidarietà internazionale, opponendosi alle politiche neoliberiste che alimentano disuguaglianze e conflitti.
 
2. La Federazione Internazionale Democratica delle Donne (FIDF)
Fondata nel 1945, questa federazione riunisce movimenti di donne di tutto il mondo, con l’obiettivo di combattere l’imperialismo, il colonialismo e l’oppressione economica. La FIDF ha storicamente sostenuto le lotte di liberazione nazionale, schierandosi al fianco dei popoli oppressi, compresi quelli palestinese, cubano e venezuelano.
3. Donne in Nero
Un movimento pacifista internazionale nato in Israele e diffuso in tutto il mondo. Le Donne in Nero si oppongono alle guerre, alle occupazioni militari e alle violenze patriarcali, denunciando le responsabilità delle potenze occidentali nei conflitti globali. In Italia, il movimento ha denunciato l’ipocrisia della politica estera del paese, che finanzia guerre mentre si proclama difensore dei diritti umani.
4. CODEPINK
Organizzazione statunitense fondata da donne impegnate contro la guerra e le ingerenze imperialiste. CODEPINK si batte per il disarmo, la fine delle sanzioni economiche che colpiscono i popoli e la difesa dei diritti umani reali, non quelli strumentalizzati per giustificare aggressioni e colpi di Stato. Hanno sostenuto la causa palestinese, venezuelana e cubana, denunciando le politiche di Washington.
L’Ipocrisia dell’Occidente e la selettività nei diritti umani
Mentre organizzazioni come queste vengono ignorate o osteggiate, il Parlamento italiano premia figure legate a gruppi terroristici, come i Mojahedin-e Khalq, noti per il loro passato di omicidi politici, attentati e alleanze con dittatori come Saddam Hussein. Si tratta di una strategia chiara: utilizzare la lotta per i diritti delle donne per promuovere agende di destabilizzazione contro governi non allineati agli interessi occidentali, occultando al tempo stesso le organizzazioni che si battono per la pace e la giustizia sociale. Le famiglie delle vittime del terrorismo in Iran hanno giustamente denunciato questa ennesima vergogna del Parlamento italiano. Ma la denuncia non deve fermarsi qui: è necessario smascherare l’uso strumentale del femminismo da parte delle élite politiche e mediatiche, che premiano personaggi legati a gruppi terroristici mentre ignorano le vere militanti per i diritti delle donne. Dare voce alle organizzazioni femminili che lottano per la pace e l’autodeterminazione dei popoli è un dovere morale e politico. Perché il vero femminismo non è quello che serve agli interessi delle potenze imperialiste, ma quello che combatte le guerre, le ingiustizie e le oppressioni, ovunque esse si manifestino.
 
Il Parlamento Italiano dovrebbe dare risposte concrete
Le famiglie delle vittime del terrorismo in Iran hanno inviato una lettera aperta alle autorità italiane, chiedendo di porre fine al sostegno politico e mediatico a un’organizzazione che ha causato migliaia di morti. Il popolo italiano merita di sapere: Chi ha deciso di premiare un gruppo terrorista? Perché l’Italia continua a sostenere un’organizzazione con un passato così oscuro? Con quale coraggio si parla di diritti umani mentre si premiano assassini?
Non dimenticare le vittime, smascherare l’ipocrisia
 
L’assegnazione di questo premio non è solo un atto di disinformazione, ma un insulto a tutte le vittime del terrorismo. Il Parlamento italiano deve scegliere: stare dalla parte della giustizia e della pace o continuare a sostenere criminali travestiti da attivisti. L’Italia non può permettersi di essere complice di questa farsa.
 
 
Azar Karimi, portavoce dell' Associazione Giovani Iraniani in Italia
Azar Karimi, portavoce dell’ Associazione Giovani Iraniani in Italia
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