di Antonio Gaeta 3 dicembre 2015
Fonti dello ‘Osservatorio Balcani e Caucaso’ * hanno fatto sapere che il giorno 26 novembre 2015 il direttore del quotidiano turco ‘Cumhiryet’ é stato arrestato, assieme al caporedattore di Ankara, con l’accusa di aver pubblicato a fine maggio scorso notizie sul sequestro di alcuni camion dei servizi segreti turchi (Mit), carichi di armi dirette in Siria. L’accusa é quella di spionaggio politico e militare. Tuttavia, questa accusa é priva di ogni fondamento, giacché l’articolo incriminato del giornale era intitolato: “Ecco le armi che Erdogan sostiene non esistono” ! Con palese riferimento ai destinatari di tali armamenti: ovvero i terroristi dell’Isis: gli stessi che hanno dichiarato la città di Raqqua (in Siria) loro principale roccaforte politico-militare e che hanno rivendicato i recenti attentati a Parigi, a Tunisi e l’abbattimento dell’aereo civile russo, carico di turisti.
Dopo il blocco delle indagini sul carico d’armi e la restituzione al Mit del camion sequestrato dalla Polizia, diversi componenti di quest’ultima sono stati posti in stato di accusa ed espulsi dal Paese. Tuttavia, l’autista del camion a suo tempo dichiarò di aver condotto per conto del Mit centinaia di carichi di armi nella cittadina di Reyhanli, sul confine turco/siriano, occupata dalle milizie dell’Isis.
Nell’unica udienza, che si tenne prima della molto discutibile vittoria elettorale di Erdogan, il procuratore di Adana a capo delle indagini, aveva denunziato “Un traffico di oltre 2.000 camion” !
Subito dopo l’abbattimento del jet-bombardiere russo Sukhoi Su-24 da parte del regime di Ankara, il Presidente Putin aveva già dichiarato che tale insopportabile atto di sfida servisse al governo turco per proteggere i traffici petroliferi con l’Isis. Secondo alcune stime, infatti, la produzione petrolifera dello Stato Islamico si aggira intorno ai 35-40 mila barili al giorno !
Il giorno 02.12.15 i vertici militari russi, per conto del Ministero della Difesa, hanno dichiarato che la stessa famiglia di Erdogan risulta coinvolta nei traffici petroliferi con l’Isis. Il vice ministro della Difesa, Anatoly Antonov, ha espressamente accusato la Turchia di essere il più grande acquirente di petrolio venduto dall’Isis (che lo ruba alla Siria e all’Iraq). Infine, lo stesso vice ministro russo ha dichiarato che é ora di smascherare il regime di Erdogan rispetto al presunto contrasto dell’Isis, per il quale ha ricevuto anche finanziamenti USA, utilizzati per invadere la Siria e indebolire il regime di al-Assad !
C’é da dire che l’abbattimento del bombardiere militare russo é stato rivendicato dal governo turco, con evidente intenzione di porre fine alle trattative tra Russia e USA su una comune intesa, per annientare l’Isis ! Il Presidente Putin, infatti, aveva ipotizzato un’alleanza guidata dagli USA, con finalità risolutive nei confronti del presunto Stato proclamato dai terroristi islamici.
Tale intento del sultano Erdogan al momento risulta vincente, giacché il Presidente Obama ha preso posizione a favore del governo turco, in evidente contrasto con le intenzioni di distruggere l’Isis..
Per come sta proseguendo la guerra in Siria, con le disastrose conseguenze terroristiche in ambito internazionale, si delineano sempre più 2 pericolosi schieramenti, che potrebbero entrare in rotta di collisione politica e militare.
Da una parte, infatti, la Francia di Hollande, seguita dalla Gran Bretagna di Cameron e dalla Germania della Merkel, si é accordata nell’azione militare di bombardamento aereo, con la Russia di Putin (alleata di al-Assad di Siria, dell’Iran, dell’Iraq e degli Sciti più in generale, le cui truppe conducono la guerra terrestre contro l’Isis, assieme con i Kurdi del Pkk).
Dall’altra, i regimi islamici oscurantisti, costituiti principalmente dalla Turchia di Erdogan e dalla dinastia dell’Arabia Saudita (entrambi stretti alleati degli USA), sostengono in molti modi il presunto Stato islamico. Ad essi si é aggiunto anche Netanihau d’Israele, che sta lanciando missili contro postazioni e obiettivi iraniani.
C’è da chiedersi: dove sia finito l’intento proclamato dal governo Obama di distruggere l’Isis ?
Nessuno può dimenticare che quest’ultimo ha di fatto aiutato l’Isis a nascere e crescere, finanziando e armando formazioni para-militari in funzione anti-Assad, che hanno poi incrementato le fila del Califfato islamico. Gli USA sono stati i primi ad effettuare bombardamenti in Siria, che nella propaganda avrebbero dovuto contrastare l’avanzata del Califfato, ma nella realtà sono serviti a indebolire al-Assad di Siria, giacché, come Saddam Hussein in Iraq e Mu’ammar Gheddafi in Libia, non si é voluto piegare al governo americano.
Dunque, l’azione del governo USA nelle prossime settimane assumerà un carattere storico, perché dalla decisione che prenderà Barak Obama, dipendono le vite di milioni di cittadini appartenenti al ‘civile’ Occidente !
(*) Osservatorio Balcani e Caucaso: http://www.balcanicaucaso.org/