Io me la cavo

per Gabriella
Autore originale del testo: Massimo Gramellini
Fonte: la stampa
Url fonte: http://www.lastampa.it/2015/12/04/cultura/opinioni/buongiorno/io-me-la-cavo-cuId6RDPK2YxzJpOLN86mJ/pagina.html

di Massimo Gramellini  4 dicembre 2015

C’era una volta, ed era appena due anni fa, una multinazionale portoghese che per le solite logiche finanziarie incomprensibili a noi umani chiuse il suo stabilimento napoletano di cavi d’acciaio, nonostante esportasse con profitto in tutto il mondo. Gli operai e gli ingegneri non capirono, si arrampicarono sui tetti, presidiarono giorno e notte i preziosi macchinari. Per un po’ si illusero che qualcuno venisse a salvarli. Poi compresero che ciascuno si salva da solo. Purché non sia solo, e loro per fortuna erano tanti, uniti dallo stesso bisogno e dallo stesso sogno. Così decisero di investire i proventi della liquidazione, venticinquemila euro a testa, nell’acquisto dell’azienda. A dispetto dei luoghi comuni sul fatalismo meridionale, rinunciarono ai soldi con cui avrebbero potuto campare decorosamente almeno qualche mese per comprarsi la possibilità di tornare a lavorare.

Lo stabilimento venne rimesso all’onore del mondo con l’aiuto di tutti: chi ridava il bianco, chi potava gli alberi, chi aggiustava i rubinetti dei bagni. Anche gli antichi clienti si rifecero sotto, un po’ per tenerezza e molto per convenienza, perché alla Wbo Italcables di Caivano sono davvero bravi. E con l’approssimarsi del Natale, come in ogni favola che si rispetti, arrivò il lieto fine. Ieri il primo carico di cavi d’acciaio diretto a Houston ha varcato i cancelli della fabbrica e negli occhi di quegli uomini rotti a tutte le intemperie è spuntata persino qualche lacrima. Li accompagni l’eco dei nostri applausi. Certe favole sono contagiose.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.