di Luigi Altea – 13 marzo 2017
Diventa difficile ricordare tutti i movimenti, i gruppi, i partiti o le correnti che sostengono di collocarsi alla sinistra di Matteo Renzi.
E’ facile però riconoscere la caratteristica che li accomuna: nessuno vuole fare una “cosa rossa”.
E neppure di sinistra/sinistra.
Tutti escludono qualsiasi riferimento al passato.
Non se ne trova uno che rivendichi una radice, o riconosca un’origine.
Gli scaffali dell’anagrafe sono stati dati alle fiamme, le foto di famiglia bruciate.
Sembrerebbe che i loro leader non siano né di sinistra né di destra.
E invece, più semplicemente, si tratta di persone che non sono né di sinistra né di sinistra…
Se qualche distratto ammette di essere di sinistra, si affretta a precisare: “però della sinistra moderata”.
Come degli “islamisti” che per rassicurarci, dicessero:”però mi ubriaco di grappa e mangio carne di maiale”.
Per essere di sinistra… bisogna non esserlo completamente.
Bisogna non esserlo degnamente.
Tutto cominciò con la “terza via” e, di degrado in degrado, si è arrivati al Lingotto uno e al Lingotto 17.
Nulla fa intravedere un’inversione di rotta, e ancor meno una rottura…
Tutti, anzi, aspirano a ritrovarsi il più presto possibile, in una Ditta, opportunamente riverniciata.
Ma non di rosso!
A me comincia a girare anche la testa…
Ho visto un signore tutto di seta vestito e tante “anime vagule” corrergli incontro.
Io non ci capisco più niente.
E tuttavia continuo a credere che non sia di sinistra bonificare e blindare il centro storico, abitato dai ricchi, a danno delle periferie già troppo inquinate e popolate da povera gente.
Ai poveri che non possono curarsi i denti, è stato anche tolto il diritto di sorridere…
Non è neppure di sinistra gioire perché l’inflazione finalmente ha ricominciato a crescere.
Non capisco nulla di economia, ma trovo ripugnante rallegrarsi quando essere povero diventa sempre più caro.
Per fortuna c’è sempre un treno della speranza in partenza.
Anche se non sappiamo dove ci porterà, non ci resta che salirci sopra.
E’ risaputo, d’altronde, che la speranza è un rischio che bisogna correre….