di Luigi Altea 13 marzo 2016
Patrizia Bedori, l’8 marzo, ha sicuramente ricevuto grandi mazzi di bellissime mimose. Accompagnate da calorosi auguri, tutti a 5Stelle.
Finita la festa ha invece ricevuto moltissime pressioni, anch’esse tutte a 5Stelle.
E ha deciso di cedere, rinunciando, tra le lacrime, alla candidatura a sindaco di Milano, che si era meritata vincendo le primarie ondine del suo movimento.
E’ come se avesse ricevuto una promessa di matrimonio, dopo aver spedito una foto “formato tessera”.
Presentatasi di persona, lo sposo, osservandola a figura intera, e riscontrando che il giro vita non corrispondeva alle misure immaginate, ha cominciato ad avere dei ripensamenti…
La rottura del patto, dicono sia avvenuta a causa della presunta scarsa tele-genia della candidata.
E’ una volgarissima bugia!
Anche i grillini si stanno adattando ai canoni della peggiore politica, che pure avevano promesso di sconvolgere.
Una donna di oltre cinquant’anni, disoccupata e madre di un figlio, per quanto intelligente e colta, non ha abbastanza appeal neppure per i “rivoluzionari” grillini.
Carissima Patrizia, ti confesso che io avevo un debole per te.
Perché sei una donna coraggiosa, perché sei figlia di un grande musicista di sinistra, perché hai un passato di lotte sempre in favore dei più deboli, perché sei una militante appassionata.
E’ davvero un peccato che tu abbia deciso di restare comunque nella lista di un partito che non ti merita.
E che non merita le tue lacrime.
Se è inutile piangere sul latte versato, ancora più inutile e più sciocco, credimi, è piangere sul latte scaduto di Casaleggio!