INTUIZIONI E IDEE SULLA REINCARNAZIONE
Ogni vita converge a qualche centro,
dichiarato o taciuto;
esiste in ogni cuore
umano una meta
ch’esso forse osa appena riconoscere,
troppo bella
per rischiare l’audacia
di credervi.
Cautamente adorata, come un fragile cielo,
raggiungerla
sarebbe impresa disperata come
toccar la veste dell’arcobaleno.
Ma più sicura quanto più distante
per chi persevera;
e come alto alla lenta pazienza
dei santi è il cielo!
Non l’otterrà forse la breve prova
della vita, ma poi
l’eternità rende ancora possibile
l’ardente slancio.
Emily Dickinson, I, LXI (680)
Questa poesia di E. Dickinson (1830-1886) è una lettera al mondo, l’intuizione immediata e affascinante della meta di ciascuno, la chiarezza sulla reincarnazione che consente completare ciò che ci siamo prefissi in un altro momento terrestre, il segreto del destino. Con quale naturalità è trattato il tema, con quale profonda tenerezza! L’anima si è evoluta ed è esistita prima in un’altra forma. La speranza-certezza dell’immortalità, l’eternità che attende l’essere umano, entrambe mitigano il timore della morte fisica. Commuove la sicurezza incrollabile della poetessa nella manifestazione di una tale verità, per lei auto evidente!
Nel saggio “L’educazione del genere umano” dello scrittore e filosofo illuminista tedesco Lessing (1729-1781) viene detto come si può trovare un fondamento al progresso dell’Umanità, e questo fondamento è l’educazione ad opera delle potenze divine. Dapprima la Divinità donò il Vecchio Testamento, e con questo fu dato un primo impulso per l’evoluzione; poi venne il Nuovo Testamento, e infine Lessing osservava nella sua epoca l’autonoma sensazione dell’anima che apprezza il Vero, il Buono e il Bello. Questo per lui costituiva il terzo grado. Come spiegava allora Lessing questa evoluzione? Per lui non c’era altra forma possibile se non per mezzo della ripetuta partecipazione di ciascuna anima in ogni epoca culturale. Non avrebbe avuto senso che una certa anima fosse vissuta all’epoca del Vecchio Testamento e un’altra diversa nell’epoca del Nuovo Testamento. Solamente aveva senso se ogni anima fosse stata condotta attraverso tutte le epoche della civiltà ed avesse partecipato a tutte le fasi dell’evoluzione. In altre parole, la continua evoluzione del genere umano era condizionata dall’esistenza dell’anima in vite terrestri che si ripetono. Nacque così in Lessing l’idea delle vite ripetute: se una anima visse all’epoca del Vecchio testamento, assimilò ciò che le era possibile assimilare; riapparendo in una epoca posteriore traeva con sé i frutti della vita passata nella vita presente, e poi i frutti di questa per la prossima, e così via. E ciò che l’anima ha assimilato non ha valore solo per lei, ma per tutta l’Umanità. La reincarnazione per il raziocinio di Lessing diviene una necessità evidente al fine che l’Umanità possa progredire.
Ecco due visioni della reincarnazione acquisite da punti di osservazioni distinti con uguali certezze. L’idea comincia ad emergere nella vita spirituale occidentale, maturo il momento.
FILOTEO NICOLINI
IMMAGINE: Nancee Clark, HARBOR