di Gian Franco Ferraris – 8 febbraio 2017
Virginia Raggi accusata d’abuso d’ufficio anche per la nomina del suo segretario, da non crederci!
Nuova tegola sulla testa di Virginia Raggi indagata per la nomina di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica. Ricordo che il testo unico degli enti locali prevede la possibilità per i sindaci di nominare un proprio staff e non si comprende proprio dove possa nascondersi il reato nella nomina di Romeo nella segreteria della sindaco di Roma.
Chi desidera approfondire l’argomento può leggere questo post pubblicato ieri da Claudio Lini su facebook:
Oggi ho letto un intervento di una persona che, citando come fonte Il Tempo, ricordava come lo stipendio del capo della Segreteria politica di Marino da Sindaco di Roma fosse di 140.000 euro lordi all’anno. Un quotidiano on line, il Perbenista, ha scritto che il capo della Segreteria della Serrachiani nella Regione Friuli Venezia Giulia, denominato curiosamente il “portavoce” percepisce uno stipendio annuo di 90.000 euro lordi. Sarebbe interessante che qualche giornalista facesse un esame comparativo dei segretari particolari di Sala, di Maroni, di Crocetta, di De Luca, di Rossi ecc. Vedremmo, secondo me, che Romeo come retribuzione era il Cenerentolo o poco ci manca. Quando poi la gente parla a sproposito di queste figure professionali, come se fossero dei fancazzisti beneficati, ricordo solo che le loro mansioni sono estremamente delicate, senza orari e festività di sorta e sicuramente a livello dirigenziale: fanno in pratica da filtro verso il politico che rappresentano, non si limitano a seguire loro l’agenda ma preparano anche relazioni e interventi, parlano per il politico con la stampa, tengono i rapporti tra lo stesso e gli uffici comunali/regionali, nonché con la giunta, dei cui assessori sono la prima interfaccia, e non solo quando il politico è irreperibile. Sono quindi figure chiave tra l’apparato amministrativo, l’utenza e il politico, persone di estrema fiducia che ogni politico sceglie, ed ha sempre scelto, direttamente e insindacabilmente. Concludo quindi dicendo che fare tutto questo caos per la retribuzione e la scelta di Romeo con la Raggi mi sembra demenziale, come se non si facesse e avesse fatto, sempre e ovunque, come ha fatto la Raggi. Se ci sono dei vizi in queste prassi spetterà alla magistratura accertarlo, ma in questo caso mi auguro che pari attenzione venga riservata per ogni sindaco di città metropolitana, per ogni Presidente di regione e per ogni ministro.
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Oggi poi nuova bufera per le confidenze pubblicate sul giornale “La Stampa” dell’assessore all’urbanistica Paolo Berdini che a “Radio anch’io” ha smentito di aver mai rilasciato un’intervista al quotidiano la Stampa in cui tra l’altro si definisce ‘impreparata’ la sindaca Virginia Raggi. ‘Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi – ha detto Berdini – Sindaca impreparata? Tutti noi della Giunta siamo impreparati, anche io mi ci metto, l’avevo già detto. Non immaginavo il baratro che ho trovato: la città è messa in ginocchio”.
Nel titolo dell’articolo si attribuisce a Berdini la frase “(Raggi) si è circondata di una corte dei miracoli” in relazione a Raffaele Marra e a Salvatore Romeo e si definisce “sfogo” quello dell’urbanista. “Non ho mai detto queste cose – ha risposto Berdini – Non mi fate scendere nello scantinato in cui è sceso questo poveretto”.
A ben vedere anche a prendere per vero lo “sfogo” (ingenuo, sciocco) di Berdini (o meglio la trappola in cui è cascato l’assessore all’urbanistica) non ci sono contenute gravi accuse, che la Raggi fosse impreparata lo sappiamo tutti, come sono, per forza di cose, impreparati tutte le persone che provengono dalla società civile e che non hanno la “cultura del ceto politico”. Quando uno è impreparato non può fare altro che affidarsi a coloro che conoscono la macchina amministrativa e ci si rivolge a quelli che si conosce: casomai la Raggi ha scelto male i collaboratori e il capo segreteria. Sul fatto poi di essere “Virginia Raggi” l’amante di Romeo è una illazione di cattivo gusto e non distingue da altri sindaci e presidenti di province o regioni dove per circa il 50% dei casi si instaurano legami sentimentali e sessuali tra amministratori e segretarie.
A me pare che l’Italia sia salita a bordo del titanic e destinata ad affondare sospinta da una insensata pulsione di morte, l’unica speranza remota è quella di riacquistare il senno e lo spirito di sopravvivenza e cercare di ridare credibilità alle istituzioni democratiche. Ceto politico, mass media, magistratura dovrebbero cambiare rotta e rispettare il popolo italiano che sta vivendo da anni una crisi epocale e rispettare il proprio lavoro. La democrazia è posata su una sottile lastra di ghiaccio e l’iceberg è dietro l’angolo.
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Questo è l’articolo pubblicato dal giornale “la stampa” di oggi 8 febbraio http://www.lastampa.it/2017/02/08/italia/politica/la-sindaca-impreparata-dallinizio-si-circondata-di-una-corte-dei-miracoli-zW3Ok8EovpK1j0QMcoMTWO/pagina.html
Nota Questa mattina l’assessore del Comune di Roma Paolo Berdini ha smentito di aver rilasciato delle dichiarazioni al nostro giornale sulla giunta di Virginia Raggi. “La Stampa” conferma parola per parola il colloquio con l’assessore Berdini pubblicato nell’edizione odierna a firma del giornalista Federico Capurso. Se umanamente si può comprendere l’imbarazzo dell’assessore, questo comunque non giustifica in alcun modo gli inaccettabili giudizi che Berdini ha pronunciato sul collega per cercare di smentire quanto riferito.
Lo hanno chiamato «eretico», «comunista», ma Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica di Roma, è un uomo difficile da incasellare. Di certo anarchico, nel suo approccio con il Movimento 5 stelle: quasi esterno alla giunta grillina, libero dalle briglie nel dire sempre ciò che pensa e con una guerra da vincere, quella per evitare speculazioni edilizie nel progetto per lo stadio della Roma.
Ora che la sua battaglia rischia di naufragare, e che la sindaca Virginia Raggi è sempre più incatenata dal commissariamento politico di Beppe Grillo e dalle vicende giudiziarie, Berdini sente il bisogno di sfogarsi, anche se non riesce a darsi una risposta, per come si sia arrivati a questo punto. «Non lo so, è stato fatto un errore dopo l’altro». Prima con la nomina di Raffaele Marra, poi la polizza di Romeo, «e se è uscita questa cosa su L’Espresso, fra qualche giorno magari ne esce un’altra. Non si può dire che sia finita la musica». Si stringe nella giacca, mentre dopo una giornata di lavoro tenta di fare il punto. «Trovo la situazione esplosiva, questa città non tiene». Ma le risposte non arrivano. Forse, c’è bisogno di tornare al principio di questa avventura, «quando i Cinque stelle mi hanno chiesto aiuto per affrontare alcune battaglie insieme. Anche per questo, non ho fatto gli esami con il direttorio. L’unico assessore, credo, ad essere entrato di diritto, ma non mi aspettavo tutto questo». Poi, forse, i volti delle persone con cui si è dovuto interfacciare in questi mesi tornano rapidi alla mente, dai consiglieri ai vertici del Movimento, fino a Virginia Raggi e a Salvatore Romeo, al centro dell’ultimo ciclone abbattutosi sul Campidoglio, e non riesce a tenersi: «Sono proprio sprovveduti. Questi secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo: “com’è che c’è questo rapporto?”». Mentre lo dice, il suo sguardo non è quello dell’insofferenza, ma della stanchezza, quasi arreso a certi comportamenti. «E poi, questa donna che dice che non sapeva niente, ma a chi la racconti? La sua fortuna è stata che non ci fosse nessun reato. Lei era anche già separata al tempo, e allora dillo! Ma possibile che questa ragazza non debba uscire mai?».
Il problema del Campidoglio però, per Berdini non sembra quello di una eventuale relazione tra Raggi e Romeo, sulla quale peserebbe il sospetto, tutto politico, che Romeo abbia potuto approfittare della situazione per diventare capo staff della sindaca, con conseguente stipendio triplicato, in barba alle battaglie grilline contro le parentopoli, per la meritocrazia e così via. Il problema, per il professore “anarchico” di Roma, sembra essere proprio la Raggi: «Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni. Se vai, per dirne una, a un tavolo pubblico e dici che sei sindaco di Roma, spiazzi tutti. Lei invece…» – e nell’esitazione, Berdini si accarezza i baffi, prima di tirare un sospiro che nulla ha del sollievo – «Mi dispiace. Mi dispiace molto». «Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l’ho detto: “sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma”. E invece s’è messa vicino una banda». È forte il sapore del rimorso e della rabbia per non essere stato ascoltato quando, da mesi, aveva avvisato la sindaca dei pericoli che Marra e il Raggio magico portavano con sé. «Io sono amico della magistratura, Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna». «Come se ne esce? Non lo so. Io questo non lo so». E si allontana nella notte romana.
Ps Paolo Berdini, ha rimesso le deleghe. E la sindaca ha respinto le dimissioni «con riserva» l’assessore all’urbanistica al termine dell’incontro ha precisato «Ho incontrato Virginia Raggi e le ho ribadito la stima che merita. Provo profonda amarezza per la situazione che si è venuta a creare. Non sto a raccontare dei pesanti insulti e minacce che ricevo quotidianamente in rete, ora siamo passati anche alle trappole. Una conversazione carpita dolosamente da uno sconosciuto che non si è nemmeno presentato come giornalista e durante la quale avrei persino affermato di essere amico del procuratore Paolo Ielo, che non ho mai conosciuto in vita mia».
E ancora: «Ci stanno massacrando, un vero e proprio linciaggio mediatico che si sta scatenando nel momento in cui l’amministrazione comunale prende importanti decisioni che cambiano il modo di governare questa città. Da mesi il sottoscritto lavora per riportare la materia urbanistica e l’affidamento degli appalti pubblici nella più assoluta trasparenza. Un’azione limpida che evidentemente crea problemi ad alcuni gruppi di potere. Questo è il rischio che corrono coloro che vogliono rompere vecchi e consolidati equilibri di spartizione che non abbiamo mai accettato e non accetteremo mai».
In serata è anche apparso il video buio (?!!!) con la registrazione delle dichiarazioni notturne di Berdini, pettegolezzi fastidiosi e di scarso valore. Io ho stima di Paolo Berdini anche se a volte le aquile volano alto come le galline, ma le galline non volano in alto come le aquile.