Colmo di frutti il sambuco; quieta abitava
l’infanzia
un antro azzurro. Sul sentiero morto,
dove ora bruna stride l’erba selvatica,
medita il calmo intrico di rami; un frusciare di foglie,
ed è come acqua azzurra tra le rocce.
Dolce è il pianto del merlo. Un pastore
segue in silenzio il sole che rotola dal colle
autunnale.
Ora un attimo azzurro è solo anima.
Dal bosco un animale di affaccia timido, e
nella valle
posano in pace le campane antiche e i borghi
cupi.
Con nuova devozione tu scopri il senso di
quegli anni oscuri,
algido autunno in stanze solitarie;
e in un azzurro sacro ancora suonano passi
luminosi.
Cigola lieve una finestra aperta; muove al
pianto
la vista del cadente cimitero sulla collina,
ricordo di leggende raccontate; pure talvolta
si rischiara l’anima
nel ripensare a uomini sereni, all’oro cupo
della primavera.
—-
Emil Nolde, Il ponte sull’Elba –
Dipinto ad acquerello
Kunstmuseum, Collezione Sprengel, Hannover