Non ci dice che è colpevole né che frode c’è stata.
Quello che ci dice l’indagine della Procura di Milano a carico del governatore Attilio Fontana per l’appalto senza gara di 75mila camici alla società del cognato in palese conflitto d’interessi è che:
1. Avevano ragione da vendere Sigrifrdo Ranucci e la sua squadra di Report a ripetere che qualcosa non tornava.
2. Anche ai Pm le spiegazioni e le giustificazioni di Fontana sono apparse lacunose e poco credibili, a tratti ridicole, se non ci fosse di mezzo una tragedia immane come quella appena vissuta.
3. Nelle settimane in cui lombardi morivano a migliaia negli ospedali, Fontana e la Lega erano in altre faccende (legittime o meno) affacendati.
Eccolo, ancora una volta, il modello lombardo, messo a nudo nella sua reale essenza.
Se è stato commesso un reato lo stabiliranno i giudici.
Per stabilire la dignità delle persone, basta aprire gli occhi. Anche se i leghisti – statene certi – non lo faranno mai.
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Matteo Salvini: “Ne abbiamo abbastanza di queste indagini a orologeria e a senso unico. La Lombardia, i suoi morti e le sue istituzioni meritano rispetto, siamo stufi”