di Fausto Anderlini – 30 maggio 2017
Camelloporco del mattino. L’incubo dopo il risveglio.
Leggo i vaticini demoscopici, per quel che valgono, e mi domando: ma è proprio vero che siamo in una situazione di tripolarismo stabile ? Nutro qualche dubbio in proposito, soprattutto per come viene considerata la ‘destra’, cioè come un ‘blocco’ simil-omogeneo, per quanto articolato in almeno tre formazioni. Questa visione sconta il peso del passato regime maggioritario e non tien conto che in una dinamica neo-proporzionale questo pack si frammenterà in diversi iceberg alla deriva. Fenomeno peraltro già in corso, dalla via che l’opzione in favore del proporzionale di Forza Italia proprio questo ha come scopo: liberarsi dall’obbligo coalizionale con Lega, Fratelli e altra compagnia. Riposizionandosi al centro. Non è perciò insensato avanzare un’altra ipotesi evolutiva: quella di una sorta di neo bipartitismo imperfetto.Tal quale era stato definito dal vecchio Giorgio Galli. Con due partiti pivot, Pd e M5S, e una varia congerie a contorno di partiti medi e piccoli. Nè più nè meno di quanto passava la Prima Repubblica. Come allora il sistema tenderebbe a ruotare attorno a due cardini: un partito pivotale di governo con a sua disposizione un vasto e ubiquo dominio coalizionale, con il Pd che prende il posto della Dc, e un partito di opposizione impedito a governare dai condizionamenti di sistema economico e dai vincoli internazionali. Ovvero il M5S al posto del Pci, con in carico lo stigma P (il cd. populismo) invece che il fattore K (quale fu coniato da Alberto Ronchey). In mezzo e intorno i partiti mediani e piccoli (quanti dipenderà dalla soglia). Ma con una differenza rispetto al passato. Allora tali partiti si collocavano in prevalenza a sinistra della Dc (erano i casi del Psi, del Psdi e del Pri) con l’eccezione del Pli e del Msi (peraltro non fruibile che di soppiatto). L’equilibrio strutturale del sistema era spostato sul centro-sinistra, malgrado l’agibilità a destra. Oggi invece l’equilibrio strutturale sarebbe spostato sul centro-destra, giacchè lì stanno i più consistenti partiti di stazza media. E non è una differenza da poco.
In questo contesto per il camelloporco sarà una vita dura come di più è difficile immaginare. Compagni sia ben chiaro: rischiamo di essere l’unico paese europeo senza una rappresentanza di sinistra, un partito socialista per quanto malridotto, una linke o altro. Neppure testimoniale. Un dramma, un orrore, per evitare il quale qualsiasi cosa può andar bene. Finiamola di traccheggiare nel sempiterno concilio di Nicea. Bisogna inventare la sinistra. Farci un grand culo prima di farlo a chi di dovere. Primum vivere.
1 commento
Se i molti leader in pectore della sinistra facessero un passo indietro, sarebbe possibile, ma come pensare che lo sbarramento possa cancellare l’enorme palla al piede della sinistra italiana?