In prossimità del duemila…

per Davide Morelli
Autore originale del testo: Davide morelli

La donna del duemila:

Mi chiamo Serena. Ho 26 anni e sono del segno dei Pesci. Abito in un piccolo paese romano. Sono laureata in lettere moderne. Mi sono trasferita a Roma. Sono originaria della Campania. Per anni sono stata studentessa fuori sede. Ora sono giornalista pubblicista. Collaboro ad un quotidiano. Detto in parole povere sono una cronista locale. Mi piace divertirmi. Mi piace essere corteggiata. Mi piace eccitare gli uomini con i miei abiti distinti. Mi piace quando danno sfogo per me ai loro bassi istinti. Sono una provocatrice. Sono una giovane femme fatale. Mi piacciono i begli uomini. Mi piace prender in giro i coglioni. Ad esempio ho preso in giro ultimamente un commerciante sulla trentina. Passo sempre davanti al suo negozio per andare in redazione. Mi sono divertita a guardarlo per tre mesi. Povero sfigato! Mi faceva schifo in realtà. Figuriamoci se una come me si mette o va con uno come lui! Io ho partecipato anche a Miss Italia. Lo fissavo intensamente. Gli facevo gli occhi dolci. Era solo un gioco e lui c’è cascato in pieno. Come cantava Battisti: “è solo un gioco e non un fuoco”. Lui era istupidito. Si è invaghito di me perché io sono una bella figa. Ma appena ci ha provato gli ho dato un due di picche. Neanche gli ricambio il saluto. Ufficiosamente l’ho preso in giro perché ho voluto fare una sorta di “Locandiera”, anche se a dire il vero lui è poca cosa rispetto al cavaliere di Ripafratta. A onor del vero invece l’ho preso in giro perché mi stava antipatico in quanto anticomunista, mentre io invece sono comunista. Io mi sono anche candidata alle comunali. Sfortunatamente però non sono diventata consigliera comunale. Ma sono sicura che in seguito ci riuscirò. Chiaramente lui c’è rimasto male, ma io non ho paura di una sua reazione violenta perché mio fratello può spaccargli la faccia quando vuole oppure posso sempre farmi difendere dai miei  amanti. Faccio gola a tanti insomma. Non pensate che sia per tutti. In realtà sono per pochi eletti. Non vorrei dilungarmi o tediarvi in oscenità pornografiche. Io scelgo i migliori. Scelgo coloro che possono darmi più piacere, ma anche coloro che hanno più potere. Conosco molto bene tutti i notabili del paese. So godermi la vita. Potete trovarmi spesso in compagnia di amiche a bere aperitivi analcolici nei bar. Il domani non mi fa paura. Troverò un bel partito da impalmare. Conviverò con le prime rughe e le prime smagliature. Invecchierò serenamente. Non ho paura della morte, anche se non sono credente.. Domani si vedrà: per molti questa frase è un semplice modo di dire, per me invece è una filosofia di vita. Non so cosa mi riserva il futuro. Vorrei un figlio. Vorrei un posto fisso. Cercherò a tutti i costi di entrare nello Stato. Farò un concorso per insegnante di italiano. Potete pensare male quanto vi pare, ma sono determinata e costante. So dove voglio arrivare e ce la farò. Sono io la donna del duemila. Cordiali saluti. 

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L’uomo del duemila :

Mi chiamo Abdul e sono figlio di un ministro somalo. Sono poliglotta. Studio con profitto alla facoltà di economia e commercio di Bologna. Il professor Prodi mi ha dato 30 e lode al suo esame. Lavoro anche part time. Sono impiegato. Sono un immigrato modello. Mi piace divertirmi. Mi piacciono i pub , le discoteche, le belle macchine,  la moda italiana, le discoteche e le belle ragazze italiane. Anche io a dire il vero piaccio alle ragazze italiane, ma alcune vengono con me solo per fare sesso e questo oltre a non onorarle dispiace anche a me perché vorrei essere preso per altre qualità come la mia simpatia, la mia bellezza o la mia intelligenza. In fondo sono ricco, brillante, curato, vesto bene. Con alcune ragazze andava tutto alla perfezione. Il problema maggiore è quando mi portano in casa e mi presentano ai loro. Questo è lo scoglio oppure l’ostacolo principale. Chiamatelo come volete. Dei padri non voglio parlare, ma anche le madri sono razziste. Mi dicono che non vogliono figli di colore. Mi dicono che devo ritornare al mio paese. Mi dicono che le mentalità sono troppo diverse. Mi dicono: “mogli e buoi dei paesi tuoi”. Mi dicono che ora siamo giovani e non sappiamo cosa stiamo facendo. Mi dicono che il problema è la società razzista e non loro. Eppure siamo quasi nel duemila e c’è ancora gente così arretrata! Va tutto bene con le figlie ma non con le loro famiglie. Ecco allora che recentemente mi sono messo a divertirmi con certe quarantenni ferraresi già sposate, che cercavano solo una avventura. Non mi piacciono i rapporti occasionali ma sono esasperato dai genitori delle mie coetanee. Eppure con alcune di loro era nato un sentimento vero, un legame profondo che sembrava indescrivibile e duraturo. Invece i miei erano tutti castelli di sabbia. Le ragazze per non far star male i genitori mi hanno lasciato ed io sono più volte rimasto solo. Ma questo non è l’unico inconveniente di essere un ragazzo di colore. Io posso avere un piccolo vantaggio con alcune ragazze, che mi vogliono per le mie prestazioni sessuali. Ma c’è anche una certa probabilità che mi imbatta in un gruppo di naziskin o di fascisti,  che mi vogliono conciare male. La xenofobia è dietro l’angolo anche in una città così aperta come Bologna. A certe teste rasate non interessa scatenare un incidente diplomatico ed io devo essere guardingo e salvarmi la pelle, soprattutto la sera quando molti alzano il gomito ed io sono solo un diverso. Alcuni provocatoriamente mi dicono che vorrebbero la pelle nera per saper ballare e scopare. Io in verità vorrei essere un ragazzo bianco senza infamia e senza lode come tanti. Molti non mi vedono ancora come un individuo, come una persona e questo mi duole davvero. A volte per sfogarmi mi piacerebbe bere superalcolici o andare a puttane ma sono una persona in vista anche qui. Sono sempre il figlio di un ministro e potrebbero saperlo nel mio paese che frequento certi bassifondi. A volte nonostante sia integrato ho nostalgia del mio paese. Quando un giorno avrò terminato gli studi sarò potente e nessuno potrà mancarmi di rispetto. Nonostante ciò io vi conosco italiani e so cosa sentite e pensate. Pensate che sono un negro. Alcuni di voi lo penseranno sempre e questo mi dispiace. A volte penso che io nonostante tutto sono anche un privilegiato rispetto ad altri miei connazionali costretti a vendere accendini per tirare a campare qui. A volte mi sento un pesce fuor d’acqua perché non mi sento più africano ma nemmeno del tutto occidentale. Eppure sono io il vero uomo del duemila.

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