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Un economista e analista politico russo, Mikhail Delyagin, prevede una massiccia provocazione antirussa: potrebbe essere un’atomica tattica?
Da molto tempo i piani degli Stati Uniti prevedono un cambio di regime in Russia, mirando a colpire il governo sovrano indipendente del proprio principale antagonista eurasiatico.
Washington vuole insediare un governo fantoccio filo-occidentale con una rivoluzione colorata o con la guerra. Le ambizioni egemoniche statunitensi minacciano la pace nel mondo e mai come oggi, dagli eventi che precedettero la seconda guerra mondiale, la situazione è stata tanto pericolosa. L’economista e analista politico Mikhail Delyagin prevede una massiccia provocazione anti-russa: esprimendo le sue opinioni su Radio Pravda, ha affermato che «cose e dati riconducibili a un’unica matrice […] costituiscono per tutti una gravissima minaccia».
L’Ucraina è un pretesto, una piattaforma NATO manovrata dagli Stati Uniti, un anomalo e criminale regime neonazista messo al potere da Washington.
Economicamente in bancarotta, senza nessuna legittimità, dipendente da aiuti esterni per sopravvivere, l’Ucraina è la più recente colonia americana.
A comandare è una politica di controllo, quel che dice Washington va bene. Il regime fantoccio di Kiev riverisce e obbedisce, altrimenti è sostituito e una rivoluzione colorata 3.0 ne insedia un altro.
«Perché è successa la crisi ucraina?», si è chiesto Delyagin. «Qual è la ragione principale? Perché gli americani vi sono stati così profondamente coinvolti?»
Perché Washington, la Cina e l’UE sono i «tre (più importanti) attori a livello globale», dice Delyagin. Distruggere «la cooperazione dell’UE con la Russia elimina quest’ultima come partecipante indipendente nella competizione globale, che è ciò che vediamo oggi», lasciando l’America e la Cina come i due restanti giocatori dominanti al mondo, fra i quali esiste una «vera guerra fredda».
In Ucraina c’è una guerra calda. Il commercio tra l’Unione Europea e la Russia è importante: Delyagin crede che il sentimento europeo favorisca «relazioni non basate sull’arroganza».
Washington vuole uno «strappo» della Russia dall’Europa che per il momento non è riuscito: non è riuscita la provocazione false flag del volo MH17, con la quale la Russia non aveva nulla a che fare e nemmeno i separatisti filorussi del Donbass, combattenti per la libertà. Il responsabile è stato semmai il fuoco del cannone di un aereo da guerra ucraino Sukhoi-25.
Dati radar e satellitari verificabili hanno mostrato la traiettoria del volo MH17 prima della distruzione; i fori penetrati nella fusoliera erano compatibili con i colpi di cannone.
«Il seguito sta arrivando», ha detto Delyagin: «Ci sarà un’altra provocazione […], siamo in possesso di alcune informazioni indirettamente confermate dall’Occidente che dicono che l’esercito Ucraino “continuerà (una falsa) offensiva fingendo di attaccare e i soldati svolgeranno una massiccia preparazione di artiglieria”.» Poi «una testata nucleare tattica esploderà nella zona dell’offensiva dell’esercito ucraino».
Ingiustificatamente, forse inutilmente, la Russia sarà considerata responsabile. Solo l’America ha finora usato armi nucleari: farlo di nuovo «non è così difficile», ha detto Delyagin.
Scorie radioattive sono immagazzinate nel porto estone di Paldiski. Guidata dagli Stati Uniti, la NATO «ha presumibilmente consegnato un carico (radioattivo)», non «rifiuti da smaltire».
«Il sistema va in questo modo», ha detto Delyagin: «Non essendo in grado di dimostrare la responsabilità della Russia per il volo MH17, spiegheremo a tutti che i maledetti barbari russi hanno usato armi nucleari contro l’indifeso esercito ucraino».
Putin verrà incolpato perché nessuno in Russia «può schierare un’arma nucleare tattica senza l’ordine diretto del comandante supremo».
Qui si tratta di distruggere le relazioni tra la Russia e l’Unione Europea, interrompere il commercio, recidere i normali legami politici, addirittura bloccare i mezzi d’informazione russi nei paesi occidentali e in Giappone.
«Dato l’infinito cinismo dei nostri cosiddetti “colleghi” americani, non c’è nulla di troppo scandaloso che resti fuori dai loro intrighi, perfino esplodere un ordigno nucleare, azioni criminali sotto falsa bandiera per incolpare la Russia, un 11 settembre sotto steroidi troppo muscolare per essere ignorato, con nessuna prova da fotografare per l’indagine giudiziaria, diversamente dal volo MH17, «per dimostrare che non siamo noi».
Finora i tentativi di incolpare la Russia per le condizioni della crisi ucraina sono falliti. La prove, o la loro mancanza, hanno smentito le dichiarazioni occidentali .
«Un’esplosione nucleare è diversa», ha detto Delyagin: «Non lascia impronte. Magari prima di Natale, uno shock per la sacra festività.»
Delyagin aveva predetto il colpo di stato dell’Ucraina: se lo aspettava lo scorso febbraio, il primo giorno delle Olimpiadi invernali di Sochi; è venuto alla fine, due settimane più tardi, il 22 febbraio. È da vedere se Delyagin ha ragione o torto su una false flag nucleare: per i folli di Washington tutto è possibile.
L’impensabile potrebbe seguire agli incidenti nucleari di massa: forse isolare con successo la Russia e poi dirigere lo scontro tra Est e Ovest.
Il conflitto lancerebbe una guerra nucleare che decenni di deterrente “MAD” (distruzione reciproca assicurata) hanno evitato, ma forse non più: resta da vedere, non per molto, se si dimostra corretto lo scenario prenatalizio di Delyagin.
Domenica scorsa il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha incontrato John Kerry a Roma, è stato il loro diciassettesimo incontro di quest’anno senza risolvere niente: Washington scarica interamente (sulla Russia) la responsabilità delle condizioni della guerra civile in Ucraina e degli altri conflitti nel mondo.
Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato:
«In tema di rapporti bilaterali, Lavrov ha sottolineato che il loro sviluppo è possibile solo sulla base dell’uguaglianza e di interessi reciproci, mentre ogni tentativo di esercitare pressioni sulla Russia non ha alcuna prospettiva.»
Lavrov e Kerry hanno trattato la questione dell’Ucraina: il diplomatico russo ha sottolineato l’importanza del rispetto degli accordi di Ginevra e Minsk, che quelli di Kiev hanno respinto e immediatamente violato su ordine di Washington senza mostrare prove credibili agli osservatori. Ora le condizioni di conflitto restano, ma Lavrov spera altrimenti e dice:
«Nel contesto della situazione nel sud-est dell’Ucraina, l’attuazione coerente degli accordi di Minsk è fondamentale, così come la convocazione di un gruppo di contatto per questo scopo il più presto possibile.»
L’illegittimo presidente oligarca Petro Poroshenko è l’uomo di Washington in Ucraina, un fantoccio di comodo che obbedisce agli ordini a comando con l’intenzione di alimentare la guerra: il suo falso “regime del silenzio” è un inganno fuorviante.
Dice che questo lo aiuta a riorganizzarsi, ad accrescere la forza delle truppe, riarmarsi, ripristinare la prontezza al combattimento, prepararsi per nuovi conflitti agli ordini di Washington.
Le condizioni attuali riflettono la calma prima della tempesta. Resta da vedere se con l’inganno nucleare false flag − un’altra provocazione Usa-Kiev − oppure con un altro pretesto.
Vale la pena ripeterlo: Washington vuole che un governo fantoccio filo-occidentale sostituisca la sovrana indipendenza russa; il suo piano generale prevede la conquista del mondo, perfino a costo di un conflitto nucleare per raggiungere gli obiettivi: è la follia sotto ogni punto di vista.
Un commento finale
Russia Today ha intervistato Mikhail Gorbaciov, l’ultimo leader della Russia sovietica, oggi ottantatreenne, il quale dice che l’America ha bisogno delle riforme di una Perestroika, una ristrutturazione politica, economica e militare.
«Possono chiamarla col nome che vogliono», ha detto Gorbaciov, «non è facile per loro con la società che hanno».
Creano nemici inesistenti, alimentano tensioni, creano instabilità, fanno i prepotenti con le altre nazioni, scaricano le responsabilità.
«Ogni volta che le tensioni sono alte, ogni volta che c’è instabilità in un determinato paese o in tutta la regione, è l’occasione per (Washington) di intervenire», ha detto Gorbaciov.
«Con questa politica ho abbastanza familiarità data dalla mia esperienza», ha spiegato. Crede poi che spetti all’Europa evitare una nuova Guerra Fredda potenzialmente molto più pericolosa dell’altra. La distensione è di vitale importanza quando le cose rischiano di girare fuori controllo innescando un conflitto più grave.
I rischi sono troppo pericolosi per consentire a Washington di assumersi l’intera responsabilità di alimentare il sentimento antirusso: è inaccettabile.
Contemporaneamente, sapendo ciò che sta affrontando la Russia, Gorbaciov crede che ci sia ancora tempo per cambiare le cose.
Washington ha bisogno di nemici, ha detto Gorbaciov, per esercitare «una pressione senza la quale (gli americani) non possono vivere perché sono ancora schiavi dalla loro vecchia politica».
L’Ucraina è il pretesto dell’America per qualunque cosa accada, per la sua politica in cui tutto è lecito, per scatenare un conflitto Est-Ovest che nessun governo responsabile permetterebbe e che per Washington costituisce una priorità volta a perseguire le sue mire egemoniche. Vale la pena ripeterlo: è la follia sotto ogni punto di vista.
Fonte: http://www.globalresearch.ca/major-anti-russian-false-flag-coming/5419963
Traduzione a cura di Emilio Marco Piano