Immunità, il cuore nero del “cambia Senato”

per Gian Franco Ferraris

Di il simplicissimus

Adesso sembra che l’emendamento sull’immunità dei futuri senatori si sia autogenerato come fosse un’esperimento di scrittura automatica, che il ministro Boschi pur leggendolo non lo abbia capito ( e qui saremmo nella plausibilità di una che parla per frasi fatte) e che insomma la beffa per i cittadini sia rimasta completamente orfana. E chi si ritrova con il cerino in mano cerca di passarlo ad altri. Ma, sussurra adesso il sistema politico, in fondo si tratta di un particolare, bisogna comunque andare avanti sulla strada delle riforme senza fermarsi a riflettere, soprattutto non lasciare che la gente si fermi a riflettere.

Invece l’immunità dei senatori che nemmeno si sa come eleggere perché un’apposita legge è di là da venire, rappresenta il vero fulcro del “cambia senato”, l’anima nera di una riforma voluta per sottrarre ancora più rappresentanza ai cittadini, sottraendo la camera alta a qualsiasi vaglio elettorale diretto e dando tutto il potere alle articolazioni regionali dei partiti. Cioè agli stessi impianti che hanno creato il Mose, l’Expo, la Tav e le altre mille operazioni grandi o piccole che seguono il solco. Il Senato che era di ostacolo al buon governo secondo le stravaganti teorie da bar degli omuncoli di governo e dei loro reggicoda mediatici  adesso diventa utilissimo a fornire un’area di immunità e impunità a questi protagonisti di un inestricabile sistema affari – politica. Dunque a consolidare, anzi conferire una dignità costituzionale al sistema oligarchico che si va costruendo brandendo le parole d’ordine crisi,  rinnovamento, il nuovo, le riforme, senza mai entrare nel merito come conviene a una recita infantile.

Altro che Senato innovativo o punto non fondamentale: questo pasticcio informe e abnorme ha come punto fondamentale quello di offrire guarentigie al sistema politico e, attraverso di esso alla classe dirigente nel suo complesso. Del resto ai distratti cittadini, intenti a fare i conti del mutuo, dell’afflitto o della cena e quindi non molto concentrati a fare due più due, è stata offerta una spiegazione grottesca e contraddittoria degli ultimi scandali: essi sarebbero dovuti alla pazza folla di leggi e normative che regolano le opere pubbliche. Dunque anche con la doppia lettura che frenerebbe il dinamismo parlamentare, è stato possibile creare una sovrabbondante legislazione per delinquere: il male risiede nella miseranda qualità della politica che oggi attraverso l’operazione Senato e Italicum è entrata in Costituzione.

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