Il vizio di essere fedeli

per Luca Billi
Autore originale del testo: Luca Billi
Fonte: i pensieri di Protagora...
Url fonte: http://ipensieridiprotagora.blogspot.it/2016/02/verba-volant-250-fedelta.html

di Luca Billi   25 febbraio 2016

Non so se esistano delle statistiche precise, ma credo che l’art. 143 sia uno dei più violati dell’intero Codice civile, anche se moltissimi di noi hanno giurato e spergiurato, davanti a testimoni e all’autorità pubblica – qualcuno perfino a dio – che lo avremmo rispettato. Immagino che molti di voi che mi state leggendo lo abbiate fatto, ma – anche se siete tra i pochi che lo hanno seguito alla lettera – vi sfido a citare cosa impone quell’articolo. Eppure è un tema di attualità, perché è l’articolo che impone ai coniugi l’obbligo, tra le altre cose, alla fedeltà. Come ormai è noto, in Italia tra qualche settimana sarà in vigore questo inusuale regime binario, per cui alle coppie eterosessuali sarà richiesta la fedeltà, mentre quelle omosessuali potranno tranquillamente tradirsi.
Al di là dell’ipocrita propaganda che renzioti, che in queste ore esultano per il brillante risultato ottenuto dal loro conducator, molti – anche molti amici omosessuali – pensano che in fondo questo non sia un gran problema, visto che comunque questa legge garantirà a loro alcuni altri importanti diritti, fino a ora ingiustamente ignorati e calpestati, diritti che incidono più direttamente sulla loro vita. E dicono che forse non è il caso di battersi per ottenere qualcosa – l’obbligo alla fedeltà appunto – così ampiamente disatteso dalle coppie eterosessuali. Forse avete ragione voi con il vostro concreto realismo, ma credo che quella mancanza sia grave e indichi che l’impianto di questa nuova legge sia radicalmente razzista e omofobo. Ovviamente nessuno di quelli che si è battuto, vittoriosamente, per togliere l’obbligo alla fedeltà ammetterà mai di essere razzista o omofobo, anzi tutti si scandalizzeranno di essere chiamati così, eppure quella norma crea e sancisce una differenza tra le persone, una differenza basata unicamente sull’identità sessuale. E questo è razzismo, non c’è altro modo per definirlo.
In Italia, fino al 1968, era in vigore un principio analogo, che solo in quell’anno fu dichiarato incostituzionale: il codice penale prevedeva infatti che fosse reato solo l’adulterio della moglie, mentre non c’era una pena analoga per il marito traditore. Non era forse una norma razzista? Lo era, perché si basava sull’idea della superiorità dell’uomo sulla donna. Per fortuna sono state condotte molte battaglie e infatti ora nessuno avrebbe neppure il coraggio di riproporre una norma del genere, neppure i più retrivi conservatori, neppure i cardinali della chiesa cattolica, ossia tutti coloro che ancora pensano che l’uomo sia un genere superiore. La norma che sta per approvare il parlamento ha le stesse caratteristiche, solo che si basa sull’idea, omofoba appunto, che le persone che amano qualcuno del loro stesso sesso siano inferiori rispetto agli altri. Il problema non è la presenza della parola fedeltà nella legge, ma l’idea che ci sta dietro e che nasconde – peraltro in maniera assolutamente ipocrita – un pregiudizio. Sembrerà strano a Renzi, ad Alfano, a Bagnasco, ma gli omosessuali sono persone come noi, intelligenti come noi, stronzi come noi, fedeli come noi.
Questa norma, pensata e scritta male, non cambierà la vita di quelle coppie, che continueranno ad amarsi come prima, non cambierà la vita di quelle persone che continueranno a essere fedeli, o infedeli a seconda delle circostanze; e in questo caso sarà un loro problema privato, loro e dei loro partner. Però quella norma disegna un solco e chi crede ai diritti, ai diritti universali, questo non deve accettarlo, non può accettarlo. E deve fare di tutto per cambiarlo.
Visto che tra i diritti riconosciuti alle coppie omosessuali c’è la reversibilità della pensione, immagino che tra poco la toglieranno a tutti, così, per non fare differenze e ingiustizie. Credo che non sarà così con l’obbligo alla fedeltà, non lo toglieranno anche alle coppie eterosessuali, come sarebbe giusto. In fondo lo stato deve regolare questioni come il mantenimento, la scelta della residenza, l’obbligo di cura, ma non dovrebbe interferire in un campo così strettamente privato e personale come la fedeltà. Ci sono coppie che escludono questo obbligo fin dall’inizio, eppure resistono, anzi resistono proprio perché praticano l’infedeltà. Non è forse un esempio lodevole, ma francamente non ho proprio voglia di mettermi a giudicare cosa fanno le persone nelle loro case. Ovviamente i conservatori che ci governano non toglieranno l’obbligo alla fedeltà per le coppie eterosessuali, così come non discuteranno mai di una nuova legge che regoli il delicato tema delle adozioni. Queste promesse sono specchietti per le allodole, per paura di perdere voti alle prossime elezioni. La legge che verrà approvata in questi giorni chiuderà per almeno trent’anni il dibattito sui diritti civili in questo paese, visto la vittoria così schiacciante della destra omofoba, da Renzi a Giovanardi.
E ciascuno di noi, omo o eterosessuale che sia, continuerà, se vorrà ad essere fedele al proprio partner, così come ha fatto fino ad ora.
C’è però un’altra fedeltà, non meno importante di quella coniugale, ed è la fedeltà alle proprie idee, ai propri principi, alle cose che ci hanno insegnato e trasmesso quelli che hanno combattuto prima di noi. Pare ormai che questo genere di fedeltà sia passata di moda, non sia più moderna. E tanti vendono questa loro fedeltà per un piatto di lenticchie. Eppure la fedeltà a queste idee è qualcosa per cui vale la pena di vivere. Così come amare ed essere fedeli alla persona con cui abbiamo deciso di costruire una famiglia. E in qualche modo – che a volte ci è perfino oscuro – in qualche occasione queste due fedeltà si intrecciano e si tengono; questa battaglia è una di quelle.

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