Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il virus torna a mordere. I settori sociali più fragili sono avvertiti.
I numeri tornano a schizzare in alto. Evidentemente non tutti indossano le mascherine, mantengono le distanze, adottano semplici regole di igiene. Tra costoro per primi i negazionisti, gli spavaldi oppure quelli che la mascherina mi dà fastidio oppure non mi dona. Se il virus fosse un problema personale, direi peggio per loro. Ma il virus è contagioso, la patologia è facilmente trasmissibile, e dunque la stoltezza di questi è un problema per tutti.
E poi c’è un fatto. Il virus non è di destra né di sinistra, ma certo la destra lo vive peggio, perché la obbliga a regole e comportamenti che sono contrari ai suoi principi individualistici, competitivi, presuntamente liberali. E poi la spavalderia è tipica di chi deve dimostrare di avere coraggio, come se il coraggio fosse sfidare l’intelligenza o il buon senso (o non possederli affatto). Non è un caso che i leader mondiali della destra si siano tutti o quasi contagiati (Johnson, Bolsonaro, Berlusconi, in ultimo Trump). È scritto nel loro destino, vorrei dire nel gene politico.
Anche se, va detto, i più esposti restano comuque i poveri delle aree socialmente più fragili, a più bassa coesione, dove c’è poca solidarietà e non ci sono servizi, dove non c’è sanità pubblica, dove le cure sanitarie costano e le diseguaglianze mordono come bestie feroci. Dall’Ecuador agli USA, per dirne due.