IL VIAGGIO
Quando angusta diviene la casa, quando ogni sosta genera nostalgia del nuovo, è il momento di meditare sul viaggio. Appaiono i contrari inconciliabili, nostalgia di viaggio e poi nostalgia del ritorno a casa, appagamento e insoddisfazione. Il viaggio andrebbe inteso come uno stato d’animo, una disposizione a fare esperienze inedite e quindi a intrattenere rapporti di indole spirituale con i luoghi e le persone incontrate. Una occasione imprevista, una escursione, anche un contrattempo possono divenire momenti di arricchimento se si pratica l’attenzione, merce oggi rara nei viaggi, dove invece prevale l’affollamento, la ressa, quindi la distrazione. Contro l’attenzione combattono una battaglia all’arma bianca, spesso vittoriosa, la passione, la fantasia febbrile, l’eccitazione, l’opinione, che poi è violenza alla realtà delle cose che sfilano davanti agli occhi. L’attenzione è invece attesa, paziente accettazione del reale. Nel viaggio siamo in condizione di accogliere nuove possibilità di arricchimento e di trarre costanti bilanci di quanto vissuto. È lo stesso mondo che ci viene incontro nel viaggio a presentarci infinite opportunità. Sta a noi coglierle.
L’evoluzione, quella personale e quella collettiva, contiene in potenza un continuo innalzamento dell’esistenza e ciò dipende dalle nostre scelte. Da dove proviene ciò che si accoglie? Sono esperienze dell’anima che si danno per mezzo di relazioni nuove con i fatti che la vita ci presenta.
Ci sono esperienze condizionate da cause precedenti, e poi ci sono esperienze libere che entrano per la prima volta nel nostro orizzonte. Le prime sono quelle che portiamo con noi, riflesse nell’educazione, l’ambiente familiare immediato, metodologia, abilità. Trasportiamo con noi fatti caratteriali, inclinazioni, abitudini e con essi affrontiamo la vita, spesso di forma meccanica e automatica. Quel contrattempo, quell’errore di sentiero, quell’incontro imprevisto danno invece una varietà di impressioni e di sorprese, possono fare di noi qualcosa di diverso nell’anima di ciò che eravamo stamattina prima di varcare la porta.
Quello che vivo significa per me l’inizio di un arricchimento che può continuare a crescere. La passeggiata può generare una profonda impressione nella mia anima e divenire una esperienza aggiunta. Posso sentirmi grato per la Creazione, consapevole dell’inquinamento, e quante altre riflessioni si daranno nella mia anima.
Qualcosa che nasce dal niente: sono annesso al panorama, aggregato alla situazione che già è data, come elemento vivo che si è collegato di forma incondizionata, liberamente. Perché potrei stare facendo un’altra cosa, passeggiare distratto, parlare al telefono senza neanche accorgermi dell’occasione che si sta presentando. Questa creazione dal nulla arricchisce me e il Cosmo con un grano di sabbia che prima neanche esisteva.
Con la soddisfazione si proverà poi delusione, desiderio del ritorno, sazietà inquieta di nuovi arricchimenti, di nuovi viaggi. Non c’è neanche bisogno di andare lontano, una volta usciti si può andare a passi lenti, lasciando alle spalle distrazioni e abitudini. Provare per credere.
FILOTEO NICOLINI
Immagine: MARIO CORTIELLO, San Sebastiano al Vesuvio.